Perché Scattone che sparò a Marta Russo può insegnare?
Il certificato penale (conosciuto ai più come fedina penale) è un documento che elenca le condanne penali definitive del cittadino, tralasciando quindi quelle che sono ancora a giudizio. Questo documento può essere richiesto dalla Pubblica Amministrazione per verificare che il possessore disponga dei requisiti per ricoprire incarichi pubblici e dai privati durante i colloqui di assunzione.
Il
certificato penale (detto anche nel linguaggio comune
fedina penale), in
Italia, è un documento contenente un estratto delle sole registrazioni penali iscritte al
casellario giudiziale e contiene la storia delle condanne penali passate in giudicato di un
cittadino. Il cittadino sul cui certificato non figurano condanne penali definitive è detto
incensurato.
I procedimenti penali ancora pendenti trovano invece riscontro in un altro certificato, emesso dalla Procura della Repubblica (e non dal Casellario Giudiziario) che prende il nome di
certificato dei carichi pendenti. Il Certificato penale può essere ottenuto tramite la lettura dei registri, tenuti a cura del
Ministero della Giustizia e aggiornati a cura delle
Cancellerie dei
tribunali ordinari.
Essendo stato eliminato il requisito della buona condotta per l'accesso ai pubblici concorsi la condanna penale non dovrebbe essere più di ostacolo alla costituzione del rapporto di pubblico impiego. Tuttavia molte amministrazioni si riservano una valutazione delle stesse condanne a seconda del titolo del reato.
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16 aprile 2013
Triste morale: un mondo di vigliacchi
Trovo tutto questo terrificante e mi torna in mente la Alletto, l'impiegata che aveva assistito al gesto folle ed insensato di Scattone e Ferraro, la quale dovette essere torchiata dall'ottimo magistrato Ormanni per dire la verità. Una cosa che mi turbò molto e ne parlai al lavoro con delle colleghe scoprendo una, per me, inimmaginabile comprensione per l'agire della Alletto: una mia collega mi disse che "certo... perché Marta Russo è morta... magari se era solo ferita...", giustificando l'omertà nel caso fosse stata solo ferita e venendo sulle mie posizioni stentatamente "solo perché è morta..."; un'altra candidamente, perché assolutamente scevra da ogni rigore morale, mi disse "l'hanno messa in mezzo quella povera signora...".
Non ci lamentiamo di come va il mondo se il senso morale è questo.
Per la Famiglia Russo non c'è limite alla sopportazione
Per i poveri genitori di Marta Russo non c'è limite a quello che debbono sopportare. Ora prendono la parola i suoceri di Scattone scrivendo addirittura una lettera aperta a queste due provate e dignitosissime persone, non la riportiamo nella sua interezza ma solo poche frasi già sufficienti a recepire l'incommensurabile violenza morale in essa contenuta, ammantata di un autoincensarsi perché "cristiani" e "dediti ai disabili".
Se si può comprendere che vogliano bene alla loro figlia che ha voluto fare una simile scelta e, siccome le vogliono bene, l'hanno accettata, NON si può altrettanto comprendere l'equazione: "pensate veramente che una ragazza educata, limpida,proveniente da una famiglia come la nostra, abbia potuto mentire ai suoi genitori sull'innocenza di chi la stava portando all'altare?"
A questo punto è inutile fare i processi, forzare la vigliacca omertà dei testimoni, fare perizie, perché bastava sentire la giovane Giorgio che, investita della Verità Assoluta, non mente e lei è certa che l'uomo che ha scelto di sposare è innocente!! Credo non ci sia altro da aggiungere.
Solidarietà alla Famiglia Russo.
Fra l'altro questi signori che si autoincensano e sanno tutto non sanno neppure che Ferraro e Scattone non erano e non sono mai stati "Assistenti" di un bel Nulla: la figura dell'Assistente Universitario è stata rimossa dalla Riforma Universitaria e sostituita con la figura del Ricercatore Universitario, entrambe le figure sono di dipendenti pubblici dell'Università. Esistevano nel 1997 le figure degli Assistenti Universitari ad Esaurimento, che voleva dire che chi già lo era continuava ad esserlo fino alla pensione. Mentre Scattone e Ferraro erano dei Dottorandi, persone cioè che avevano vinto un Concorso per fare un Dottorato di Ricerca e conseguire, di solito dopo tre anni, il titolo di Dottore di Ricerca col quale, se non vinci poi un concorso di Ricercatore e/o Professore, fai poco o niente, è solo un titolo di studio come un altro che può, in taluni concorsi, essere oggetto di punteggio.
Quale morale si può trarre da tutto questo?
Possiamo dire che il mondo è dei vivi e non dei morti, dunque questo spiega perché, alla fine, ci si preoccupa più degli assassini, si cerca di dimenticare, di reinserirli: come Buzzi il cinico gestore delle cooperative appoggiato dai politici.
La Storia insegna che chi è vivo, l'assassino, non paga quasi mai la sua colpa come dovrebbe.
Alle vittime essi hanno tolto il Diritto all'Esistenza, chi amava le vittime è condannato ad un dolore che dura per tutta la loro vita: irrimediabilmente cambiata al peggio. Vivono col dolore, mai più per loro ci sarà gioia piena.
L'assassino invece, che spesso si dichiara innocente pervicacemente per difendere sé stesso, VUOLE VIVERE A TUTTI I COSTI E LA SOCIETA' GLI FA SPAZIO, addirittura dentro le Aule dove le coscienze giovani si formano!
Mi viene amaramente il pensiero della preoccupazione di una persona che conosco la quale, dovendo anni fa fare domanda per vari Pubblici Concorsi, si angosciava per una multa che aveva risvolto penale in quanto presa in uno degli unici 2 posti in Italia dove questa infrazione è penale: il Porto di Civitavecchia. Ignara, la persona in questione, aveva parcheggiato la sua piccola Fiat '500 nell'area interna del porto per imbarcarsi per la Sardegna. La Capitaneria di Porto elevò la multa e, si scoprì, parcheggiare in quell'area portuale era reato!
Oggi cosa penserà quella persona e tutti quelli come lei nel sentire che un assassino, condannato in via definitiva, ha potuto partecipare ad un Pubblico Concorso avendo ucciso per pura incoscienza una giovane che nemmeno conosceva?