mercoledì 21 ottobre 2015

Yara e il Dogma Centrale di Watson and Crick

Da: Il Messaggero
di Claudia Guasco
Yara Gambirasio ad un saggio di ginnastica artistica

BERGAMO 
C'è la firma dell'assassino sul corpo di Yara. E' il suo dna trovato dove solo chi ha compiuto il delitto poteva lasciarlo: in quattordici punti della traccia isolata sugli slip della ragazzina, il dna della vittima è mischiato a un codice genetico maschile. Ovvero quello di Ignoto 1, che secondo l'accusa è riconducibile per il 99,999% a Massimo Bossetti. Nell'undicesima udienza del processo a carico del muratore di Mapello, accusato di aver ucciso con crudeltà la piccola ginnasta di Brembate, depone il colonnello Giampietro Lago, comandate del ris di Parma. Nei laboratori del reparto di investigazioni scientifiche sono stati effettuati gli esami del dna trovato sul corpo della ragazzzina, delle fibre tessili isolate sul suo giubbino (e compatibili con un furgone marca Iveco come quello dell'indagato), l'elaborazioni in 3D delle immagini del suo cassonato che si aggira per il paese il 26 novembre 2010, quando Yara scomparve per sempre.

DNA LASCIATO DA CHI HA UCCISO La deposizione di Lago, centrale sul ruolo di Bossetti quale presunto assassino, ha provocato le prime scintille della giornata tra la pm Letizia Ruggeri e i difensori del carpentiere di Mapello. Per gli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni le dichiarazioni dell'ufficiale sarebbero inutilizzabili poiché, non avendo firmato la relazione scientifica del ris depositata alla Procura, può riferire unicamente sulle attività da lui direttamente compiute.

"Non c'è nessuna norma che sancisce questa inutilizzabilità - ha replicato il pm Ruggeri - Il ris ha compiuto oltre 16 mila accertamenti ed è impossibile che il colonnello Lago abbia partecipato a tutti". I giudici, presieduti da Antonella Bertoja, hanno risolto il confronto spiegando che "il colonnello, come comandante del ris, aveva il controllo del lavoro dei suoi uomini che, se necessario, potranno essere sentiti sui singoli accertamenti". L'ufficiale ha approfondito tutte le analisi svolte: sul giubbino, sulla maglietta azzurra, sul reggiseno, sui calzini, sulle scarpe e sugli slip.

E ha tratto una convinzione: "E' del tutto inverosimile e improbabile una deposizione del dna sul corpo di Yara al di fuori del contesto". Che significa: per posizione e quantità del dna trovato, il codice genetico di Ignoto 1 non può essere stato trasportato, ma sarebbe stato trasferito sul corpo della vittima nelle fasi drammatiche dell'omicidio.
 
Il Codice Genetico UNICO ed IRRIPETIBILE che riproduce fedelmente tutte le caratteristiche di UN INDIVIDUO
Chiunque abbia dato anche un solo esame universitario di Biologia sa che non vi può essere errore di sorta.
La sequenza genetica è data da basi puriniche e pirimidiniche complementari: Adenina-Timina e Citosina-Guanina in sequenza e tenute insieme da legami fosforo

LE TRACCE SUGLI SLIP 
Tra i reperti esaminati, sono stati gli slip ha fornire gli elementi più interessanti. "Presentano un taglio in posizione latero-posteriore destra. E' un taglio netto, non uno strappo o il morso di un animale", riferisce Lago. Ma soprattutto hanno una traccia che ha fornito esiti decisivi: in quattordici punti il dna di Yara è mischiato a un codice genetico maschile. In otto casi è prevalente quello della ragazzina, in cinque quello dell'uomo. "E' un profilo riferibile a una persona di sesso maschile e sempre uguale a se stesso. Ed è quello che abbiamo convenzionalmente denominato Ignoto 1", afferma il colonnello. Sulla manica del giubbotto invece è stato isolato del dna femminile 
diverso da quello della vittima: è di Silvia Brena, l'istruttrice di ginnastica ritmica del centro sportivo di Brembate, la cui posizione insieme a quella del fratello è stata al centro dell'attenzione degli inquirenti e poi ritenuta estranea alla scomparsa della ragazzina.

MINACCE AL PM  
Massimo Bossetti, come sempre presente in aula, segue attento la relazione di Lago e quando i passaggi si fanno più complessi chiede spiegazioni a Marzo Capra, genetista forense e consulente della difesa che si è occupato anche del giallo di Garlasco. Non manca il pubblico, con un nutrito drappello di innocentisti schierati al fianco del muratore. Il caso continua a infiammare gli animi, tant'è che sono arrivate nuove minacce al pm Letizia Ruggeri alla quale è stata assegnata una scorta volante. Da un paio di settimane il magistrato è seguita da un servizio di vigilanza dinamica, con passaggi di pattuglie delle forze dell'ordine a casa sua, in procura e alla scuola della figlia, dopo la comparsa di frasi minacciose contro di lei su facebook. La decisione è stata presa dal Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.

Tutti hanno diritto ad un processo, ma alla luce della Scienza, quella vera, quella galileiana, quindi dei fenomeni ripetibili e misurabili, gli avvocati di Bossetti possono solo arrampicarsi sugli specchi delle obiezioni formali, come quella di tentare di inficiare la deposizione del Colonnello a Capo dei RIS perché non ha messo la firmetta su ogni relazione scientifica condotta dai suoi uomini...

Poi ci sono gli ignoranti, i tarpani che non capiscono niente "ma non credono che sia stato lui": "Ma che è sto' DNA mo'?"
Se sei ignorante almeno statti zitto! Invece no! Minacciano pure!

Inutile aver firmato per la NON archiviazione

Dal sito di "Chi l'ha visto?"

Archiviata l'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori

Roma 20/10/2015 - Il gip Giovanni Giorgianni ha accolto la richiesta del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e dei pm Simona Maisto e Ilaria Calò firmando oggi il provvedimento di archiviazione dell'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi il 22 giugno 1983 e quella di Mirella Gregori il 7 maggio dello stesso anno. Erano sei le persone indagate per concorso in omicidio e sequestro di persona: monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare, Sergio Virtù, già autista di Enrico De Pedis, Angelo Cassani, detto "Ciletto", Gianfranco Cerboni, detto "Giggetto", Sabrina Minardi e Marco Accetti. "Hanno purtroppo ceduto alla volontà di chi da 32 anni sta cercando di far dimenticare questa storia", è stato il primo amaro commento a "Chi l'ha visto?" di Pietro Orlandi, che aveva raccolto decine di migliaia di adesioni alla petizione per dire no all'archiviazione. Il fratello di Emanuela ha rinnovato il suo appello a Papa Francesco, chiedendo il suo aiuto per arrivare alla verità. 

Nelle motivazioni della sua decisione il gip Giorgianni scrive: “Gli accertamenti probatori acquisiti nel corso delle indagini preliminari sono, allo stato, non provvisti della consistenza, neppure indiziaria, necessaria a sostenere l'accusa in giudizio e a giustificare un vaglio dibattimentale, né paiono utilmente esperibili ulteriori indagini con la finalità di valorizzare quegli elementi dotati di una più significativa, ancorché incongruente, pregnanza investigativa”. “Tutte le segnalazioni – continua il gip – anche quelle fondate su meri sospetti, sono state accuratamente verificate. E molte di esse si sono rivelate il tentativo da parte di chi ha cercato di trarre un vantaggio dall'interesse sulla vicenda”. “L'enorme sforzo investigativo degli organi inquirenti - ritiene il gip - ha fatto confluire all'interno del procedimento un materiale imponente che si è stratificato nel tempo e che, tuttavia, pur incrementandosi, non ha mai acquistato un sufficiente grado di coerenza, di precisione e di concordanza”. Una insufficienza tale da rendere inutili ulteriori approfondimenti per il magistrato. A proposito di Marco Accetti, che resta indagato in un altro procedimento per calunnia ed autocalunnia, Giorgianni definisce la sua la personalità come ”caratterizzata da smania di protagonismo e da pubblicizzazione della propria immagine, con una spasmodica ricerca di accesso ai media e della loro costante attenzione”, "portato a inventarsi storie e situazioni". Quindi inattendibile. Per quanto riguarda le dichiarazioni di Sabrina Minardi, il gip scrive che "l'esito negativo, al di là delle ulteriori versioni offerte dalla teste circa le modalità con le quali i rapitori si erano disfatti del cadavere della Orlandi, è dipeso dall'incapacità della Minardi di fornire informazioni precise ai fini dell'individuazione del luogo in cui il riferito disfacimento del cadavere fosse avvenuto”. 



Purtroppo l'enorme materiale depistante, le dichiarazioni di mitomani vari, ha portato a questo.
Rimane la stranezza che tutta la corposa indagine è gravata sulle spalle della Giustizia Italiana, mentre per Emanuela i genitori avevano fatto la denuncia presso la Gendarmeria dello Stato Vaticano di cui erano cittadini. L'Italia archivia per la cittadina vaticana Emanuela Orlandi e per la cittadina italiana Mirella Gregori. E lo Stato Vaticano cosa ha fatto per la sua cittadina dopo la denuncia di scomparsa presentata dai suoi genitori? Ha archiviato oppure mantiene il fascicolo aperto?

Il "giallo" della lampadina - Dalla Raccolta "Novelle Nuove"

Il "giallo" della lampadina

Lo stimolo a mingere la trasse come al solito dal piacevole sonno.
Cercò di resistergli e di continuare a dormire, ma sapeva che quel fastidio non le avrebbe permesso di ripiombare in quella piacevole assenza nel riposo.
Quindi si alzò e senza accendere la luce sul comodino, come sempre, si avviò verso il bagno. Premette l'interruttore e la luce centrale, che pendeva dal soffitto, le ferì gli occhi. Passò sul tappetino, che copriva il cerchio metallico a copertura del pozzetto di derivazione, e sentì degli scricchiolìi. Si sedette per mingere e guardò il tappettino verde chiaro su cui sparse gocce argentee brillavano.
"E' uscita l'acqua.." Pensò.
Alzò un lato del tappeto scoprendo il cerchio metallico del tappo del pozzetto, ma era tutto asciutto.
Assonnata e cercando di non svegliarsi troppo per ritornare presto a letto, scosse il tappetino e sentì un tintinnìo leggero. Il suo sguardo sfiorava il pavimento e davanti a sé, un poco di lato, vide un semicerchio di vetro opaco spezzato; poco distante un cerchio più piccolo di bianca ceramica. Capì che doveva essere scoppiata una lampada. Si guardò meglio in giro e vide un altro semicerchio in vetro, simile al primo, fra il water e la vasca da bagno.
Alzò gli occhi verso le due lampade ai lati dello specchio del lavabo: erano integre. Nonostante la voglia di non svegliarsi troppo la sua attenzione si pose sulla lampada centrale e constatò che era intatta pure quella.
E d'altra parte non poteva essere altrimenti visto che illuminava tutto il bagno!!

Dietro la porta sentì dei rumori e capì che suo marito si era alzato per la stessa sua esigenza. Gli capitava più volte la notte, per via della prostata... Sentì che apriva la porta chiusa a chiave che dava sul soggiorno per raggiungere l'altro bagno, posto al piano di sotto.
"Rodolfo! - lo chiamò - Non scendere, ho finito!" Raccolse i pezzi di vetro e li mise nel cestino del bagno, avvolgendo il tappetino con i frammenti caduti su di esso, e aprì la porta. Suo marito le apparve davanti con un calzone del pigiama arrotolato su una gamba ed un occhio chiuso. "E' scoppiata una lampadina, - lo informò subito - ho raccolto i vetri e quelli più piccoli sono nel tappetino. Quando ci alziamo lo sbatterò nel sacco dell'immondizia così non cadono in giro. Stai attento perché potrebbero essercene altri."
Suo marito aveva una vera fobia per i vetri rotti: se vedeva un bicchiere appena fessurato, ma per Giulietta ancora usabile, lo gettava nella spazzatura con timore.
"Ma quale lampadina?" Chiese lui mentre chiudeva la porta dietro di sé.
"Non lo so! - Rispose lei.- Sono tutte intatte!" E se ne tornò nel letto sperando di riprendere sonno.
"Forse si è rotta a Daniela e non si è ricordata di dircelo." Disse lui mentre faceva pipì.
Lei pensò: "E' proprio rimbambito." E rispose: "Daniela me lo avrebbe detto e poi dove la trovava una lampada per sostituirla?!" Mentre pensava:"E non avrebbe mai lasciato i vetri in giro!" Quella ragazza era una perla rara di precisione e la mattina del giorno precedente aveva spazzato tutta la casa.
Voleva dormire. Suo marito tornò a letto. Guardò l'ora: erano le sette meno venti.
Ormai erano due pensionati e potevano dormire quanto volevano.
Alle otto cominciarono a trascinarsi per la casa e cominciarono a far mente locale sui misteriosi pezzi della lampadina.
"Ma non può essere stata Danielaaa!" Disse scocciata lei all'ennesima ipotesi di suo marito. "E' stata messa un'altra lampada nel lampadario centrale. Chi gliela dava alla ragazza secondo te?"
L'uomo tacque un po' preoccupato.
"Che sia stato io e non me lo ricordo?" Pensò.
"Io non sono stata." Affermò in modo categorico sua moglie. "Ma tu non ti sei mai alzato prima delle sette meno venti?"
"No, infatti è strano. Riesco a stare senza alzarmi almeno una volta solo se prendo l'antinfiammatorio... - Disse pensieroso. - E ieri sera non l'ho preso."
"Eh, certo, non lo puoi mica prendere sempre, - disse conciliante l'anziana donna - però... è vero.. è strano che tu non ti sia alzato come sempre in mezzo alla notte..".
La riflessione della moglie fece aumentare le sue perplessità e incertezze, perché era vero... era così.
Cominciò a dubitare di sé stesso e a preoccuparsi di iniziare ad avere delle amnesie:"Un principio di Alzheimer? Sonnambulismo?"
Giulietta, intanto, pensava: "Io non mi sono alzata stanotte. Sono sicura. E poi avrei raccolto i vetri e non li avrei lasciati lì... E come avrei potuto avvitare la nuova lampada senza ricordarmene! Dovevo pure salire sullo sgabello!" 
Aprì la porta dello studio dove suo marito si era rifugiato dopo colazione e gli disse: "Daniela è andata via all'ora di pranzo e per tutto il giorno sai quante volte sono andata in quel bagno io!"
"Io sono andato in questo di sotto." Si affrettò a dire lui prendendo le distanze dal bagno incriminato.
"Va bene, ma poi la sera, mentre eri di sopra a vedere la TV, ogni tanto ci sei andato! Io ero al computer nel mio studiolo e ti ho sentito!"
"Sì". - Ammise lui pensieroso.
"Ci siamo andati io e te per tutto il tempo dopo che Daniela è andata via e non c'erano vetri di sorta." Riflettè a voce alta la donna, proseguendo nella sua indagine. "E nemmeno a farlo apposta ieri ha spazzato dappertutto! Dunque quei vetri sono caduti stanotte e qualcuno ha sostituito la lampadina e siccome qua siamo solo in due o sono stata io o sei stato tu!" Ed era evidente che per lei era stato lui.
L'anziano uomo non si difese più di tanto, dubitando egli per primo di sé stesso.
Lei, comunque, non aveva dissipato del tutto il dubbio che poteva essere stata lei. Quello che non capiva era come avesse potuto dimenticarlo totalmente. E poi dove aveva preso la lampada sostituita? Nel troumeau ce ne erano due che lei aveva comperato per riserva, ed erano ancora lì! Poi quella grossa lampadina a basso consumo, così brutta nella sua forma ad elica, lei non sapeva dove poteva essere prima di finire lì, nel lampadario! In cantina? Nel vano lavanderia? "Che ne so io? - Pensava - Le cose lì le tiene lui!" Cominciò a preoccuparsi che suo marito avesse cominciato un decadimento cerebrale che chissà quali guai avrebbe comportato! Pensò addirittura di raccontare il fatto ai figli!
"Non possono continuare a lavarsene le mani! Invecchiamo... Debbono sapere!"
"A me sembra che ci fosse una lampada tonda prima di questa." - Disse Rodolfo pensieroso.
"In effetti i pezzi erano proprio di una lampada tonda." Gli dette ragione la moglie.
Andò a telefonare alla ragazza che era venuta il giorno prima e forse poteva ricordare che lampada c'era. Certo non è che uno guarda i lampadari se spazza in terra... Ma non si sa mai!
"Pronto, Daniela, mi scusi se la disturbo ma sa... noi siamo un po' rimbambiti.. Abbiamo trovato dei pezzi di lampadina in terra, nel bagno grande... Sì lo so che lei ha pulito bene dappertutto... Certo, anche negli angoli.. Ma volevo chiederle se lei, per caso, ha notato se c'era una lampada tonda nel lampadario centrale o una di quelle a forma di elica... Sa di quelle a.. come si dice...a consumo economico..ecco, mi ha capito.."
"Non ricordo..."
"Ha ragione.. come fa a notare una cosa del genere.. E' che volevo capire se magari mio marito si ricorda male che c'era una lampada tonda e dunque quella che c'è ora c'era da prima. Sa, a volte uno si può sbagliare, magari le abbiamo alternate: una tonda, poi questa ad elica.. Era per capire da quanto tempo ci sono quei vetri. Certo quando lei è andata via non c'erano.. Ho guardato in tutti i cestini di casa... Non ci sono altri vetri."
"Ah! Ma aspetti... Era buio perché pioveva e per spazzare il bagno ho acceso la luce: era tonda...sì.. sono sicura, era tonda!"
"Allora sarà scoppiata stanotte e mio marito l'ha sostituita e non se lo ricorda... - Fece un risolino - E' rimbambito!"
Tornò a riferire la telefonata all'uomo, rassegnato ormai ad una sua grave forma di amnesia.
Però a furia di congetturare gli venne in mente qualcosa che lo irritò:
"Ma se è successo a me io avrei sentito i vetri sotto i piedi, come li hai sentiti tu stamattina! Poi come la sostituivo la lampada al buio?"
"Potresti aver acceso le luci dello specchio!"
"Ma mi fai parlare?! - Gridò irritatissimo Rodolfo. - Parli sempre tu! Non c'è in giro la parte metallica con cui era avvitata la lampadina scoppiata!"
"Non gridare! Non c'è bisogno di gridare! E' vero, non c'è! Ho guardato in tutti i cestini che poi sono mezzo vuoti perché Daniela, quando pulisce, cambia le buste e sono quasi vuote. E' facile constatarlo. E poi come la toglievi? A mani nude? Dovevi andare a prendere un attrezzo in cantina.. Poi dovevi togliere la corrente, altrimenti avresti preso la scossa... e al buio come la cambiavi?"
Rimasero in silenzio, senza risposte.
Parlò per prima lei che disse ridendo: "Sono entrati i ladri stanotte e hanno cambiato la lampadina al buio, dopo che gli è scoppiata!"
"La porta che dà sul salone era chiusa a chiave dal di dentro, - disse lui pacato - l'ho aperta io stamattina..."
Eppure una spiegazione ci doveva essere e... come spesso avveniva... lui la trovò!
"Fermi tutti! - Disse. - Ora stai zitta e fammi parlare! La lampada ERA tonda, ma solo all'esterno! E' scoppiata ed ora quella che c'è è la parte interna! Molte di queste lampade a basso consumo sono fatte così: all'esterno per renderle più esteticamente accettabili danno loro un aspetto di globo e dentro c'è la classica lampada a vetro tubolare, o lineare o ad elica o vite...come ti pare!"

La moglie lo guardava a bocca aperta. Poi scoppiarono a ridere di sé stessi!
"Io non l'ho mai saputo che fossero fatte così!" Disse Giulietta quando ebbe finito di ridere.
"E mi pareva strano che non ci fosse l'attacco metallico in giro! - Rideva lui.- E che avessi cancellato completamente l'episodio!"
Erano sollevati: per ora niente Alzheimer.