18/02/2009
GARLASCO (Pv)
Le nascondeva nel disco rigido del suo computer portatile all’interno di una cartella anonima, denominata «nuova cartella», a sua volta celata in una directory dal titolo «militare», che per il resto conteneva foto di aerei, carri armati e soldati in assetto
di guerra o in azione.
di guerra o in azione.
Ed erano tantissime: 7064 immagini e 542 filmati in gran parte a sfondo pornografico, ma anche 21 immagini e 7 filmati pedofili, con protagoniste bambine che non lasciano
dubbi sulla loro minore età: sui cinque-sei anni, assicura chi le ha viste.
Poi vanno aggiunte altre 10.379 immagini e 332 video salvati su un disco rigido
esterno, in cui c’erano tra l’altro i filmini a sfondo pedopornografico. Questi ultimi però Alberto Stasi li aveva cancellati: i tecnici informatici dei carabinieri del Ris di Parma li hanno recuperati attraverso l’«analisi dei cluster non allocati».
dubbi sulla loro minore età: sui cinque-sei anni, assicura chi le ha viste.
Poi vanno aggiunte altre 10.379 immagini e 332 video salvati su un disco rigido
esterno, in cui c’erano tra l’altro i filmini a sfondo pedopornografico. Questi ultimi però Alberto Stasi li aveva cancellati: i tecnici informatici dei carabinieri del Ris di Parma li hanno recuperati attraverso l’«analisi dei cluster non allocati».
Da: Il Corriere della Sera
16 gennaio 2014 (modifica il 17 gennaio 2014)
Garlasco: Cassazione assolve Alberto Stasi dall’accusa di pedopornografia
Era stato condannato a 30 giorni convertiti in 2.540 euro di multa
L'Avv. Giarda, facendo breccia nel Collegio giudicante aveva messo in evidenza come il pc di Stasi
«non avesse il software necessario per scaricare quei file, dal momento che non aveva l’applicazione
E-mule ma solo il programma Morpheus, non adatto per scaricare i video. «Manca la prova che Stasi
li abbia scaricati - ha rilevato il suo difensore - e manca dunque l’elemento costitutivo del
reato che si perfeziona solo quando sia completata la visibilità del materiale pedopornografico».
Per Giarda la condanna dell’ex bocconiano «è una macroscopica violazione di legge» anche
perché la stessa perizia «non ha accertato lo scaricamento» delle immagini incriminate che
sarebbero soltanto «frammenti di un contenuto molto più vasto di tipo pornografico»
la cui visione e detenzione è, però, lecita.
Bisogna leggere diversi articoli di giornale sull'argomento
per riuscire a capire qualcosa di reale estrapolando solo
le cose ripetute, dunque certe.
Purtroppo abbiamo un giornalismo che, pur avendo accesso
diretto alle informazioni, che provengono sempre
dalle forze dell'ordine, dai periti o dalla magistratura,
si perde in parole inutili non spiegando a chi legge i
particolari tecnici nella loro esattezza. Forse per stessa
ignoranza del cronista che deve scrivere di tutto, senza avere
specifiche competenze nelle più svariate materie.
Quello che si è capito è che il Dott. Alberto Stasi non
poteva essere condannato per il materiale pornografico
trovato sul suo PC, giacché questo non è reato.
E' reato detenere materiale pedopornografico e sembra che il bravo Avv. Giarda
ha convinto i giudici che quel materiale egli non lo aveva detenuto volontariamente,
ma che sia capitato casualmente scaricando, appunto, più genericamente
materiale pornografico che aveva addirittura archiviato in una cartella,
nascosta dentro un'altra cartella (directory) mimetizzata con immagini militari.
Questa la verità processuale che, sbandierata da un pessimo giornalismo fuorviante,
è diventata la cancellazione assoluta che lui abbia mai detenuto materiale di un
certo tipo.
Tutti coloro che usano un PC e vanno sul WEB sanno che casualmente possono
imbattersi in siti osceni e che questi possono finire nella cache. Io stessa ho
pubblicato quanto mi è accaduto in proposito, insieme però al fatto che ho
immediatamente fatto denuncia sul sito della Polizia Postale e che poi mi
sono recata nel più vicino Commissariato per ratificarla.
Il ritratto che è scaturito di Chiara Poggi è di una ragazza normale, che deve
essersi resa conto di alcuni aspetti della personalità di chi aveva intenzione
di sposare che per lei erano inaccettabili.
Alberto Stasi si è visto riflesso nello specchio Chiara che lo giudicava e lo
rifiutava e ha rotto lo specchio.