20/06/2012
ROMA
Il mondo del giornalismo perde un’altra delle sue penne più raffinate: Sandro Viola si è spento all’età di 81 anni dopo una lunga malattia. Editorialista di Repubblica ed esperto di politica estera, seguì e commentò i grandi fatti del nostro tempo, dalla Guerra dei Sei giorni al sequestro Moro.
Nato a Taranto il 2 giugno del 1931, aveva lavorato anche per La Stampa, prima di trasferirsi al quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. A lui fu affidata, tra le altre, la copertura del sequestro Moro. Passò poi alla politica internazionale, di cui è stato per anni uno dei più raffinati e approfonditi interpreti di Repubblica. Prima come corrispondente dall’estero e poi come inviato speciale seguì per anni le vicende della Russia e del Medio Oriente. Nel 1972, per il suo lavoro su La Stampa, vinse il Premiolino. «Con Sandro Viola - fa notare l’esponente del Pd Walter Veltroni - se ne va uno degli osservatori più acuti delle vicende internazionali, un giornalista colto e attento , pieno di curiosità e attenzione. Leggere i suoi articoli era sempre un gran
Nato a Taranto il 2 giugno del 1931, aveva lavorato anche per La Stampa, prima di trasferirsi al quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. A lui fu affidata, tra le altre, la copertura del sequestro Moro. Passò poi alla politica internazionale, di cui è stato per anni uno dei più raffinati e approfonditi interpreti di Repubblica. Prima come corrispondente dall’estero e poi come inviato speciale seguì per anni le vicende della Russia e del Medio Oriente. Nel 1972, per il suo lavoro su La Stampa, vinse il Premiolino. «Con Sandro Viola - fa notare l’esponente del Pd Walter Veltroni - se ne va uno degli osservatori più acuti delle vicende internazionali, un giornalista colto e attento , pieno di curiosità e attenzione. Leggere i suoi articoli era sempre un gran
piacere, con la sua prosa elegante e asciutta, le sue osservazioni stimolanti le analisi lucide e penetranti. Era per tantissimi uno sguardo sul mondo importante e illuminante».
All'epoca dell'incredibile articolo su GIOVANNI FALCONE era direttore ancora Eugenio Scalfari:
da Wikipedia
Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore nel 1996
Mi chiedo come Direttore e Comitato di Redazione abbiano potuto accettare l'articolo pubblicato nel mio post precedente...