Arezzo, esercizi di chirurgia sui cadaveri
Giovani medici provenienti da varie parti del mondo per il quarto Congresso di dissezione
Come ci si allena a diventare dei bravi chirurghi? Sui cadaveri. Tre giorni sul campo per formare giovani medici ad Arezzo: venti gli iscritti, dieci provengono dalle università italiane altrettanti dall'estero, Sud America, Nord Europa e Asia. Non c'è nulla di macabro, si tratta di "scuola", di un metodo fondamentale di apprendimento che comincia oggi nel capoluogo toscano: si tratta di una iniziativa riservata a specialisti e futuri professionisti di età tra i 30 e i 40 anni che permette di operare su "preparati anatomici umani" (ovvero cadaveri o parti di essi, in particolare teste) per studiare al meglio l'anatomia e per "non commettere in futuro errori su pazienti che rischiano la vita". Dopo il successo degli scorsi anni, torna ad Arezzo, fino al 9 ottobre il VI Congresso internazionale di dissezione chirurgica su cadavere. Secondo quanto spiega Luciano Mastronardi, direttore di Neurochirurgia dell'Ospedale San Filippo Neri di Roma (è anche il solo docente italiano del corso): "l'apprendimento su cadavere è fondamentale, ma Italia e Grecia sono i fanalini di coda in questo settore della ricerca. Dai tempi di Leonardo Da Vinci - afferma Mastronardi - l'Italia è stata la prima ad aver scoperto l'importanza di investire sul corpo come strumento di formazione".
Oggi in Italia c'è però una forte resistenza ad operare sui cadaveri: "E' una riflessione che bisogna fare, perchè la nostra legge vieta l'utilizzo di cadaveri italiani per questa fondamentale metodologia di lavoro e studio, mentre negli altri Paesi questo metodo formativo viene riconosciuto come indispensabile per la didattica". Questo nostro limite, sottolinea l'esperto, "ci mette in analogia con lo scenario greco: noi siamo i fanalini di coda della ricerca e della didattica in chirurgia. Anche nelle Università, infatti, gli specializzandi possono solo assistere ad autopsie ma non apprendere da esercitazioni su cadaveri".
Ho studiato Medicina e Chirurgia all'Università degli Studi di Roma "Sapienza", ma non mi sono laureata, abbandonando gli studi per ragioni familiari.
Uno dei momenti più traumatici è stato quando, nell'Istituto di Anatomia Umana Normale di Via Borelli, sono entrata in Sala Settoria. La sensazione di trovarsi davanti a cadaveri nudi e totalmente aperti è stata terribile: ricordo che allora guardai i miei compagni e vidi sui loro volti lo stesso forte turbamento, ricordo in particolare un ragazzo pallidissimo, quasi sul punto di svenire, eppure mi dissi che era un maschio, da sempre ritenuti più forti di noi femmine emotivamente. Questo mi rincuorò sulla mia interna reazione a quello spettacolo, insieme alle parole brusche del Professore che, comprendendo benissimo la reazione emotiva dei neofiti, ci prese bonariamente in giro incitandoci a reagire.
Qualche lezione dopo mangiavo caramelle mentre guardavo gli stessi cadaveri senza più emozione.
Studiare l'Anatomia Umana su cadaveri mantenuti in formalina, per tre mesi sempre gli stessi, non serviva quasi a niente: i polmoni erano neri, gli organi quasi impossibili da distinguere. Però, ci disse il tecnico di Laboratorio, non era facile procurarsi cadaveri per la Facoltà di Medicina e il Prof. Fumagalli, allora direttore dell'Istituto di Anatomia Umana Normale, "dava mance agli addetti della Morgue del Policlinico Umberto I, (Policlinico Universitario), per ottenere i cadaveri di persone non richieste da nessuno, di solito mendicanti.."
La Legge Italiana a quanto pare consente solo gli studi Anatomici su cadavere, per l'Anatomia Patologica basta assistere alle autopsie presso l'Istituto di Anatomia Patologica di qualsiasi Policlinico Universitario, dove se ne fanno ogni giorno qualora sia necessario per accertare le cause di morte.
Con i dovuti controlli per evitare abusi questo è necessario. Come gli esperimenti negli Stabulari su cavie. Non abusarne è giusto, ma se vogliamo essere curati e guarire dai nostri malanni questa è una necessità: Leonardo Da Vinci insegna.
Da: ANSA.it 23 febbraio 2016
Qualche lezione dopo mangiavo caramelle mentre guardavo gli stessi cadaveri senza più emozione.
Studiare l'Anatomia Umana su cadaveri mantenuti in formalina, per tre mesi sempre gli stessi, non serviva quasi a niente: i polmoni erano neri, gli organi quasi impossibili da distinguere. Però, ci disse il tecnico di Laboratorio, non era facile procurarsi cadaveri per la Facoltà di Medicina e il Prof. Fumagalli, allora direttore dell'Istituto di Anatomia Umana Normale, "dava mance agli addetti della Morgue del Policlinico Umberto I, (Policlinico Universitario), per ottenere i cadaveri di persone non richieste da nessuno, di solito mendicanti.."
La Legge Italiana a quanto pare consente solo gli studi Anatomici su cadavere, per l'Anatomia Patologica basta assistere alle autopsie presso l'Istituto di Anatomia Patologica di qualsiasi Policlinico Universitario, dove se ne fanno ogni giorno qualora sia necessario per accertare le cause di morte.
Con i dovuti controlli per evitare abusi questo è necessario. Come gli esperimenti negli Stabulari su cavie. Non abusarne è giusto, ma se vogliamo essere curati e guarire dai nostri malanni questa è una necessità: Leonardo Da Vinci insegna.
Da: ANSA.it 23 febbraio 2016
Francia,cadaveri 'rianimati' per addestrare futuri chirurghi
Il progetto Università di Poitiers,a regime a fine anno
La scienza e la tecnologia insieme per permettere ai futuri chirurghi di ''allenarsi'' operando su cadaveri "rianimati" artificialmente. Accade in Francia dove, entro fine anno, gli specializzandi in medicina potranno effettuare interventi in condizioni verosimili rispetto alla realtà su corpi donati alla scienza, controllando pulsazioni ed eventuali emorragie grazie ad un sistema messo a punto alla Facoltà di medicina di Poitiers da Cyril Brèque da un esperto di biomeccanica che lo ha anche brevettato, battezzandolo 'Simlife'. Un programma che, quando diventerà operativo, consentirà ai futuri chirurghi di formarsi affrontando situazioni del tutto simili a quelle di una sala operatoria, ma senza rischi per i pazienti. In Italia la legge vieta l'utilizzo di cadaveri italiani per lavoro e studio, mentre negli altri Paesi questo metodo formativo viene riconosciuto come indispensabile per la didattica. Ad oggi pero' gli studenti di medicina francesi possono prepararsi sui manichini interattivi, allenarsi alle suture su zampe di maiale o esercitarsi su cadaveri inerti. Per questi motivi e' nato il progetto del centro di simulazione, appena inaugurato nella facoltà francese, dove gli studenti possono praticare, ad esempio, un intervento ai reni su un corpo donato alla scienza, scongelato e 'rianimato' in modo da lavorare con organi e tessuti del colore reale, con pulsazioni del tutto verosimili e persino controllare le eventuali emorragie e i parametri vitali. Al momento i battiti, la respirazione e la circolazione nei corpi 'rianimati' sono controllati con sistemi meccanici, ma l'obiettivo è miniaturizzare il meccanismo che dovrà essere poi 'pilotato', attraverso il wi-fi da un tablet per proporre diverse situazioni al tavolo operatorio. Dopo una prima fase di test, una ventina di studenti dell'ultimo anno, già dalla fine del 2016, potranno esercitarsi con il nuovo sistema al Centro di simulazione della facoltà di Poitiers.(ANSA).
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