Roma avrà un'altra discarica: Comune a caccia del nuovo sito
di Mauro Evangelisti
Roma e provincia dovranno trovare una nuova discarica. E' una delle grane più voluminose che dovrà maneggiare il prossimo sindaco. Si tratta di un problema che la Capitale aveva rimosso, dopo due anni di isteria e commissariamenti di fronte alle necessità di trovare un nuovo impianto. Ma il piano approvato venerdì dalla giunta regionale è chiaro: a Roma e provincia serve una discarica di servizio. Attenzione, si tratta di un impianto totalmente differente da Malagrotta, che per decine di anni ha accolto i rifiuti di Roma, in gran parte non trattati. Il ”Decreto sulla determinazione regionale in merito al fabbisogno degli impianti per il ciclo dei rifiuti” approvato venerdì dalla giunta regionale e dall'assessorato che fa capo a Mauro Buschini, dice, tra le tante, due cose importanti per Roma. La prima è che non serve un nuovo gassificatore e dunque non deve essere acceso quello di Malagrotta di Colari. La seconda: la Capitale non potrà portare per sempre in altre regioni gli scarti di lavorazione dopo trattamento dei rifiuti. Ecco, allora che si arriva alla piccola discarica di servizio, all'interno dell'Ato (ambito territoriale) romano.
L'ATTESA
Da sindaco, Ignazio Marino, aveva disposto la chiusura di Malagrotta (ottobre 2013), ma anche sospeso il gioco dell'oca della caccia alla nuova discarica, che con i due commissari - i prefetti Pecoraro e Sottile - era rimbalzata da una zona all'altra di Roma e delle cittadine confinanti. «Ma questo non significa che siamo restati con le mani in mano», ricorda l'allora assessore all'Ambiente, Estella Marino. Ai tecnici del Comune, in collaborazione con quelli della Provincia (oggi Città metropolitana), fu commissionato uno studio di tutte le aree tecnicamente utilizzabili per una discarica. Una mappatura prettamente scientifica, che rispetti tutti i criteri previsti dalla normativa per ospitare una discarica, in modo da evitare le rivolte e le proteste che ci sono state in passato ogni volta che è stata indicato un sito. La vera difficoltà sarà però spiegare che non si sta parlando di una nuova Malagrotta, perché non serve un impianto di quelle dimensioni e perché comunque le leggi sono cambiate.
Ecco un esempio di articolo che dice elusivamente come stanno veramente le cose. E le cose stanno come stabilito già dal lontano 1999 dalla CE e successive modificazioni, volte sempre più alla salvaguardia dell'Ambiente.
DIRETTIVA 1999/31/CE DEL CONSIGLIO
del 26 aprile 1999
(GU L 182, 16.7.1999, p.1)
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Modificato da:
Senato della Repubblica - Servizio Studi
n°177 pubblicato il 31 ottobre 2014
Discariche
Nella legge di stabilità 2014 (L. 147/2013) è stata inserita una norma che ha lo scopo di pervenire alla chiusura del contenzioso in atto a livello europeo per l'esistenza, nel territorio italiano, di numerose discariche funzionanti illegalmente e senza controllo delle autorità pubbliche
Le discariche moderne devono essere costruite secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal terreno, rispettare gli standard igienici e la biosfera, riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generazione di energia. La struttura in genere è del tipo a "deposito sotterraneo", costituita dal basso verso l'alto nel seguente modo:
Gli standard internazionali indicano che in una discarica moderna si riesce a recuperare anche il 90% del biogas, con valori anche superiori quando il singolo lotto della discarica sia chiuso e completato con una opportuna copertura captante.[4]
È comunque importante che la frazione umida dei rifiuti venga raccolta in modo differenziato o che comunque i rifiuti subiscano compostaggio e/o trattamento meccanico-biologico prima del conferimento in discarica (questi processi permettono di recuperare il 100% del metano dato che avvengono in reattori chiusi).
Dunque, cosa si intende per "piccola discarica di servizio": la discarica finale secondo le nuove normative? Oppure i siti transitori di compostaggio e/o trattamento? L'articolo non lo chiarisce e il paragone con Malagrotta, sopravvissuta alle leggi grazie alle "elargizioni" del proprietario ai politici, confonde solo le idee.
Da: La Repubblica.it
Cerroni, il patron delle discariche
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