Ssn in crisi? Cecconi (Cgil): “Da Censis quadro allarmante ma risposta non è ‘più sanità privata’”
Il responsabile salute del sindacato torna sui numeri emersi dalla recente indagine Censis. Ma critica la ricetta di una sanità sempre più privata. “Occorre prima di tutto dare più forza al Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale, indebolito da anni di tagli. Direzione che non sembra prendere il Governo”.
10 GIU - "Siamo di fronte ad un quadro sempre più allarmante per il diritto alla salute dei cittadini, con oltre undici milioni di persone che rinunciano alle cure, ma la risposta non può essere 'più sanità privata', ovvero solo per chi può pagarsela: occorre prima di tutto dare più forza al Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale, indebolito da anni di tagli. Direzione che non sembra prendere il Governo, che prevede invece una diminuzione dell'incidenza della spesa sanitaria pubblica sul Pil da qui al 2019". Così Stefano Cecconi, Responsabile Politiche della Salute della Cgil nazionale a proposito di quanto emerge dalla ricerca Censis-Rbm, presentata ieri in occasione del Welfare Day 2016.
Posso ridere?
A me viene da ridere.
Un altro esempio di elusione della realtà: il Governo deve mettere più soldi perché i cittadini "rinunciano alle cure".
A me, iscritta alla Federconsumatori, è arrivato un sondaggio sulla Sanità Pubblica a cui, se volevo, potevo rispondere. L'ho fatto ma, quello che non era previsto nella stretta forbice delle possibili risposte, era l'entità del ticket che si deve pagare e CHI lo paga.
Ad esempio io, con una pensione che avrebbe diritto all'esenzione avendo solo poco più di 26 anni di contributi, pago più di 50 euro per un ecocardiogramma e, per farlo, ho aspettato circa tre mesi dal momento della prenotazione e, per non aspettare di più, ho accettato di farlo in una sede lontanissima dal mio indirizzo di residenza: Nettuno RM.
Ed io non sono persona che abusi di esami diagnostici: a quasi 70 anni è il primo ecocardiogramma a cui mi sono sottoposta, per precisa richiesta di una cardiologa a sua volta prenotata là dove il RECUP mi ha indirizzato: una ASL a Velletri RM.
Pago esosi ticket perché sono sposata con un uomo che, dopo 48 anni di contributi, prende una pensione appena discreta.
Anni fa i nostri mutevoli Governi avevano fatto stampare milioni di schede di colore bianco (chissà quanto sono costate ai contribuenti) su cui dovevano essere doviziosamente riportati gli esami diagnostici di ciascun assistito dal SSN. L'intento era il contenimento dell'abuso di esami diagnostici per paziente.
Sono durate poco: troppa fatica per gli impiegati delle ASL.
Soliti soldi buttati al cesso.
Invece, in un Paese serio che non sarebbe finito in bancarotta come stiamo, tali schede dovevano essere mantenute e i dati trasferiti nel database del SSN in modo da contenere la spesa con un controllo.
Se c'è gente che abusa di esami diagnostici senza gravi patologie si poteva studiare un sistema di aumento del pagamento del ticket dopo un certo numero di esami in corso di anno.
Invece si è preferito calare la scure a vanvera e chi paga di più è la gente come me, che rifugge gli esami e ne fa uso raramente e a cui si fa pagare perché la sua pensione, scarsa, per il SSN fa cumulo con quella del marito...
Il Responsabile Salute della CGIL si guarda bene dal mettere l'accento su questi aspetti come su altri: spesso gli stessi impiegati allo sportello del SSN si sono lasciati sfuggire che mio marito ed io siamo fra i pochi che pagano il ticket "perché qua sono tutti esenti"..
Quando questo Stato si deciderà a fare un VERO controllo su denunce dei redditi fasulle di persone che girano in SUV, ma hanno redditi ufficiali da fame tali che non potrebbero mettere nel serbatoio il carburante?
Questo tanto per fare un esempio.
Oltre ai numerosi esenti fasulli abbiamo una caterva di africani, e non solo, da curare a spese del disastrato SSN.
Tutta gente non prevista, non richiesta, che non ha in alcun modo contribuito alla costruzione di questo Servizio Sanitario Nazionale.
NAZIONALE! Appunto.
Ha senso allora il concetto di NAZIONE?
E che dire degli zingari di varie etnie?
Italiani o rumeni o serbi non fa differenza: tutti curati gratis.
Si pone il Responsabile Salute della CGIL la domanda di quanto tutto questo parassitismo costi? O per questioni stupidamente ed irrealisticamente ideologiche elude i fatti?
Qualora gli zingari pagassero i contributi al SSN niente da eccepire!
Ma li pagano? Quanti di loro lo fanno? Hanno mai fatto rilievi statistici in materia? Oppure fra le mille follie a danno dei contribuenti non si sono nemmeno lontanamente posti il problema?
Il carrozzone Italia è tirato avanti sempre dagli stessi, quelli che hanno sempre pagato e, schedati, vengono tenuti sotto la lente di ingrandimento del fisco e debbono continuare a pagare: anche per gli zingari, protetti dalla passività elusiva dei Governi, anche per ignoti che arrivano dall'Africa, dal Medio Oriente, da ogni dove tanto pagano gli Italiani, schiavi che debbono mantenere tutti!
E il Responsabile Salute della CGIL non sa dire altro, come se cadesse dal pero, che "oltre undici milioni di persone rinunciano alle cure", e che "Il Servizio Sanitario Nazionale pubblico (e universale ce lo ha aggiunto lui in quanto SSN significa Servizio Sanitario Nazionale e basta), indebolito da anni di tagli.."
Indebolito da anni di sprechi e di tagli a vanvera. Altroché!
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