21 Luglio 2016
Nel flusso incessante di notizie sulla strage di Nizza, ne spunta una
che ha il sapore dell'epica.
L'eroe con lo scooter della Promenade des Anglais, quello che
alcuni avevano dato per morto, è vivo e vegeto. Di più, in un'intervista
pubblicata su Nice Matin ha ripercorso il film del suo temerario 14 luglio,
quando cercò di fermare Mohamed Bouhlel issandosi sul predellino
del camion e picchiandolo con tutta la forza che aveva in corpo.
ERA SUL LUNGOMARE CON LA MOGLIE. «Ero pronto a morire
pur di fermarlo», ha raccontato il motociclista in un'intervista che è
stata ripresa dai media di tutto il mondo.
LA CORSA PER RAGGIUNGERE IL CAMION. Il francese padre di
famiglia decide di spingere sull'acceleratore: «Mia moglie era dietro,
mi tirava il braccio per chiedermi dove volessi andare.
Mi sono fermato, le ho detto 'Scendi subito!».
Comincia un inseguimento da far rabbrividire anche il più temerario
dei soldati. Nella sua corsa verso il tir bianco, Franck fa lo slalom
«fra i vivi e i morti». «Ero in una specie di trance», racconta,
«ma al tempo stesso lucido». Come si vede dalle immagini
amatoriali diffuse sul web, riesce a raggiungere la sinistra
del camion in corsa.
CORPO A CORPO CON IL TERRORISTA. Nel disperato tentativo
di fermare l'autista decide di lanciare lo scooter sotto al bestione
da 19 tonnellate, rischiando una prima volta la vita. Poi continua
la corsa a piedi. Riesce a issarsi all'esterno della cabina,
sul predellino, dal lato del conducente. Il finestrino è aperto,
il terrorista è ancora al volante di fronte a lui: «L'ho picchiato,
picchiato, picchiato ancora, con tutte le forze, colpendolo al volto».
LA PISTOLA S'INCEPPA. Mohamaed Bouhlel è impassibile:
«Non dice nulla, non reagisce», ricorda Franck. Almeno fino a
quando non punta la pistola contro il cinquantenne aggrappato
alla portiera del camion. A quel punto, il colpo di fortuna:
«L'arma s'inceppa, è scarica, non so, premeva sul grilletto
ma non funzionava». Le prime raffiche della polizia
interrompono la sua lotta.
EVITATO UN MASSACRO ANCORA PIÙ GRAVE. Rifugiatosi
sotto al camion ormai fermo, Franck si copre la testa e attende
la fine della pioggia di fuoco. Ferito nello scontro con il terrorista,
se la cava con qualche punto alla testa e lievi contusioni.
Se ha sfidato la morte è stato soprattutto per suo figlio,
che si trovava dall'altra parte della Promenade, nei pressi
della Place Masséna: «Mi ha dato la forza e il coraggio
per fare in modo che il terrorista non arrivasse fin lì».
Qualcuno ritiene che il suo intervento abbia evitato un massacro
ancora più grave. Secondo l'ultimo bilancio comunicato dal
presidente Hollande, l'attentato di Nizza ha causato 84 morti
e 231 feriti, 15 sono ancora in pericolo di vita.
Da: Nice Matin
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