istanze ex art. 335 c.p.p.
La fase delle indagini preliminari è segreta.
Paradossalmente, in alcuni casi, possiamo essere indagati senza saperlo.
Oppure non abbiamo contezza a chi sia stata assegnata – a quale PM e con quale numero di iscrizione (numero che seguirà tutto il procedimento penale) – la denuncia che abbiamo presentato.
Ebbene, per alcuni reati, è possibile presentare un’apposita istanza (disciplinata dall’art. 335 c.p.p.) negli uffici preposti della Procura della Repubblica presso il Tribunale e decorsi 20 giorni lavorativi verrà emessa una certificazione che indicherà all’interessato (indagato o persona offesa da reato) il numero del procedimento penale, il titolo di reato per il quale si procede ed il nome del Magistrato al quale è affidato.
Diversamente, è possibile che indagini sul nostro conto o procedimenti che ci riguardano non siano da noi tempestivamente conosciuti.
Invero, il Pubblico Ministero non appena perviene al suo ufficio una notizia di reato provvede ad iscriverla su un apposito registro c.d. delle notizie di reato tenuto presso la sua segreteria senza che vi sia alcuna comunicazione all’interessato (il cd avviso di garanzia è notificato solo e solamente quando vi è da compiere un’attività alla quale può partecipare anche l’indagato altrimenti lo stesso non è informato della sua veste di persona sottoposta ad indagini).
Qualcuno ha fatto una denuncia e un magistrato ha ritenuto di aprire un fascicolo e sta indagando.
Ma, finché non troverà riscontri oggettivi di accusa nei riguardi della ex-consulente AMA Sig.ra Muraro, non le invierà l'avviso di garanzia.
MURARO CON IL SINDACO DI ROMA RAGGI |
Certo giornalismo, interessato da parti politiche, fa girare la faccenda contando sul fatto che la gente non ha chiaro, finché non si informa, cosa vuol dire essere indagato e nemmeno saperlo e aver ricevuto invece un avviso di garanzia.
Adesso gira pure che è indagata per abuso d'ufficio (avviso di garanzia? Non si sa, intanto si fa girare la parola indagata..).
L’abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) è reato proprio, quindi può essere commesso soltanto da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio.
Domanda ovvia: dato che la Sig.ra Muraro non era un Pubblico dipendente ma un privato cittadino pagato come consulente, come avrà fatto a commettere il reato di abuso d'ufficio?
Forse è stata anche incaricata, con un decreto ad hoc, di pubblico servizio? Ma, (lo scrivo perché sono stata un Funzionario Statale senza raccomandazioni che dunque si è sudata la sua qualifica studiando leggi e regole dello Stato), doveva essere incaricata con un decreto a firma del Sindaco, non so nemmeno se poteva bastare la firma del Presidente dell'AMA, essendo essa una Società Municipalizzata ma sempre una S.p.A., anche se partecipata dal Comune di Roma.
Altrimenti tutto quello che si gridacchia e si scribacchia in giro è solo fumo!