Delitto di Seriate, ancora analisi
Il figlio: non c’erano segreti con mamma
Ancora analisi sul cutter usato per uccidere Gianna Del Gaudio, nuovamente sotto le lenti dei laboratori del Ris di Parma: i carabinieri specializzati nelle ricerche scientifiche hanno dovuto analizzare la minuscola traccia di Dna che appartiene al marito della vittima, Antonio Tizzani, tra l’altro unico indagato (anche se a piede libero) del giallo di Seriate.
Bisogna capire se si tratti di sangue, saliva o sudore dell’ex capostazione. Di conferme non ne sono ancora arrivate: serviranno ulteriori esami e altre analisi. Probabilmente gli esiti si avranno la prossima settimana. Ora sarà fondamentale capire la tipologia della traccia genetica del marito: in base a questo risultato, le indagini potrebbero imboccare direzioni differenti. «Il fatto che ci possa essere il Dna di mio papà su quel coltellino non mi stupisce più di tanto: se era in casa, potrebbe essere stato appoggiato da qualche parte ed essere stato contaminato da qualche traccia genetica di papà», dice Paolo Tizzani, uno dei due figli della coppia, quello che abita più vicino alla villetta dei genitori, nello stesso complesso di villette a schiera di piazza Madonna delle Nevi.
Le indagini proseguono come debbono e quello che arriva a noi, attraverso un giornalismo invadente, non è che un mosaico privo delle tessere che chi indaga ha.
Su queste poche tessere possiamo fare delle riflessioni e niente di più. Dalle parole del figlio Paolo sembrerebbe dunque che egli da per scontato che quel cutter apparteneva a suo padre, era in casa di suo padre. Se ne desume che il ladro, visto dall'unico testimone del delitto, suo padre, non recasse con se il cutter, ma l'abbia trovato lì, in casa. Perché mai, invece di fuggire dopo aver fatto scempio della povera Gianna, ha portato con sé il cutter inserendolo nella busta delle mozzarelle, anche quella presa velocemente in casa vista la repentina sua presenza in loco, così come descritta dal marito di Gianna?
In un'altra ipotesi, invece, il marito, dopo aver occultato in un primo momento il triste fagotto in casa, avrebbe avuto tutto l'interesse di condurlo lontano da lì, magari aggiungendoci dei guanti raccolti chissà dove e indossati prima chissà da chi... Ricordando sempre la macabra messa in scena di Parolisi sul corpo morto della moglie con una siringa raccolta chissà dove.
Il figlio è fiducioso, e si può capire che si difenda dall'orrore di accettare un padre uxoricida. Ma intanto dalle interviste giornalistiche vengono fuori quelle tesserine del mosaico che danno della verità, sempre celata senza i particolari, un aspetto sempre diverso. La convivente del figlio Mario, tale Alessandra, afferma che Gianna le voleva un gran bene, addirittura le andava a prendere il suo bambino a scuola. Da questo si arguisce che Gianna non era la nonna di quel bambino, probabilmente frutto di un legame precedente, non sappiamo se legale o meno, e che era ciò nonostante molto affettuosa con il piccolo e con la sua mamma. Ma, allo stesso tempo, Alessandra rivela che Elena, la moglie di Paolo non era altrettanto accettata da Gianna, pur essendo moglie regolare e madre di due nipoti di Gianna. Nel rivelare questo la convivente di Mario parla anche di una sua incompatibilità con Elena, per una profonda diversità di vedute. Elena nel frattempo è stata costretta ad andarsene da casa sua dove, da prima del delitto, evidentemente non si trovava bene, fino al punto di inventare un uomo incappucciato che le suonava il citofono quando era sola di notte ed il marito al turno di lavoro. In casa sua si è installato il suocero, dato che la casa del delitto rimane a disposizione degli inquirenti. Una famiglia momentaneamente divisa quella del figlio Paolo, come definitivamente divisa è quella del figlio Mario la cui moglie e parenti, scrivono alcuni quotidiani, avrebbero reclamato i soldi dei mobili comperati per un matrimonio ormai dissolto, messi in una casa dove ora abita un'altra donna.
Queste tesserine danno di Gianna un'immagine tutt'altro che tradizionale della donna, magari all'antica, che predilige e preserva, con atteggiamenti affettuosi, le famiglie regolari che i suoi figli si sono costruite. Giacché, sempre alcuni giornali, hanno riportato voci incontrollate che attribuirebbero proprio a Gianna screzi anche con la moglie di Mario, fino ad addebitarle la fine di quel matrimonio. Trattasi di voci e dunque sono gli inquirenti che hanno in mano le tessere del mosaico e che possono dare di questa donna, che ha fatto una fine orrenda, il giusto ritratto.
Rita Coltellese *** Scrivere: Omicidio Gianna Del Gaudio
Rita Coltellese *** Scrivere: Giallo su uccisione Prof.ssa Gianna Del Gaudio
Rita Coltellese *** Scrivere: Gianna Del Gaudio un vero giallo
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