Da: AVVENIRE.it
29 febbraio 2016
Progetto pilota
Siria: arrivati a Roma 93 profughi
È atterrato stamani a Fiumicino l'aereo della speranza che ha portato in Italia un centinaio di profughi siriani, nel quadro dell'accordo sui corridoi umanitari raggiunto tra governo italiano, Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei) e Tavola Valdese. A salutare chi fuggiva dalla guerra c'era anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, oltre a diversi rappresentanti del governo e ai responsabili degli enti promotori dell'iniziativa.
Gentiloni: è un messaggio all'Europa."L'idea di questo corridoio umanitario che oggi ci consente di accogliere 93 rifugiati che vengono dalla Siria, in particolare dalla città di Homs, molti dei quali donne e bambini - ha ricordato Gentiloni - è una cosa molto importante prima di tutto per le persone che arrivano. Ma è anche un messaggio all'Europa: per far fronte alla crisi migratoria non servono nuovi muri o steccati, ma operazioni diverse: più cooperazione con l'Africa, l'impegno per il cessate in fuoco in Siria, più decisioni comuni e meno unilaterali".
Una decisione, questa presa dall'Italia, che ha trovato d'accordo tutti: persino il buon Sallusti.
La selezione è avvenuta direttamente in Libano, senza rischi per i poveri siriani fuggiti dalle bombe, senza malavita di mezzo, senza Centri di Accoglienza dispendiosi in cui stazionare per mesi e anni.
Così va bene. C'è la certezza che queste persone sono bisognose di rifugio umanitario.
Fa piacere sentire che fra i fondi usati c'è l'8 x mille dato alle Chiese Evangeliche Italiane, qualche TG ha specificato la Chiesa Valdese... Sono anni che do il mio 8 x mille alla Comunità ebraica italiana, quest'anno forse lo darò alla Chiesa Valdese o alle Chiese Evangeliche in generale, qualora non si possa specificare, visto che lo adoperano così bene.
Da: SIR 16 dicembre 2015
Un progetto-pilota sperimentale che istituisce corridoi umanitari dal Libano e dal Marocco e in un secondo tempo dall’Etiopia. Vie sicure e legali per evitare altre morti nei viaggi della speranza dalle coste africane all’Europa e per consentire alle persone in stato di bisogno e in condizioni di vulnerabilità di accedere ad un sistema di protezione internazionale e di accesso legale sul territorio italiano. Dopo mesi di preparazione e di dialogo costruttivo è stato firmato ieri un protocollo di intesa tra la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, la Tavola valdese e la Comunità di Sant’Egidio con il ministero degli Esteri e il ministero dell’Interno. Il progetto è stato presentato questa mattina a Roma. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha spiegato che a beneficiare dell’iniziativa saranno le persone che si trovano in condizioni di comprovata vulnerabilità e cioè donne sole con bambini, “spesso vittime di tratta”; minori non accompagnati; persone affette da disabilità o patologie gravi; anziani. Saranno associazioni che già operano in loco con i rifugiati a individuare le persone da segnalare e a fare un primo lavoro di screening. Da domani, con la sigla dell’intesa, si apriranno i due uffici in Marocco e in Libano e tra 6 mesi si avvierà anche un centro in Etiopia per i flussi dall’Eritrea e dal Sud Sudan. Gli uffici avranno il compito di presentare la lista dei beneficiari alle autorità consolari italiane presenti in quei paesi che a loro volta rilasceranno i visti di ingresso solo per il suolo italiano. Come per tutti i visti, verranno prese le impronte digitali per cui il progetto garantisce la massima sicurezza in tutto l’iter. Le parti ritengono che il progetto possa coinvolgere nei primi 12/24 mesi mille persone. Sant’Egidio e Chiese evangeliche si impegnano a dare in loco assistenza legale per la presentazione della richiesta; organizzare il trasferimento in nave o in aereo per l’Italia e una volta arrivati sul suolo italiano accoglienza e ospitalità nei centri attrezzati appunto da Sant’Egidio e dalle Chiese evangeliche italiane. Si prevede che i primi arrivi giungeranno a fine gennaio e i rifugiati saranno accolti in “piccoli gruppi” in Sicilia, Toscana e Piemonte. Il costo del progetto è tutto a carico delle parti firmatarie. “All’Italia – sottolinea Impagliazzo – non costa nulla”. Ed Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, precisa che da parte valdese si è preventivato un costo di un milione di euro in parte finanziato con l’8xmille (valdese) e in parte dalle donazioni. Sant’Egidio, invece, prenderà i fondi dalla Colletta di Natale.
L'unica perplessità che ho è sulla base posta in Marocco. Se è una base logistica, visto che in quel Paese non c'è nessuna guerra, va bene. E' come per i siriani il Libano. Ma spero che non diventi un passaggio per migranti marocchini economici ed altro. Stessa cosa per l'Etiopia che riceverà i flussi dall'Eritrea e dal Sud Sudan. Che non diventi un corridoio per far sbarcare qui ragazzoni ben piantati, neri come l'ebano e provvisti di cellulare.