Inquirenti italiani: documentazione lacunosa
Gli inquirenti italiani non hanno ricevuto, anzitutto, i tabulati delle utenze riconducibili a soggetti egiziani presenti al Cairo nel 25 gennaio scorso, quando Giulio Regeni è sparito in circostanze mai chiarite, e neppure i filmati delle telecamere della metro e del quartiere dove viveva il 28enne ricercatore italiano, trovato morto il 3 febbraio ai bordi dell’autostrada Il Cairo-Alessandria con evidenti segni di tortura.
Gli inquirenti italiani non hanno ricevuto, anzitutto, i tabulati delle utenze riconducibili a soggetti egiziani presenti al Cairo nel 25 gennaio scorso, quando Giulio Regeni è sparito in circostanze mai chiarite, e neppure i filmati delle telecamere della metro e del quartiere dove viveva il 28enne ricercatore italiano, trovato morto il 3 febbraio ai bordi dell’autostrada Il Cairo-Alessandria con evidenti segni di tortura.
Un dossier “di pochissime pagine”, un pacco di documenti che, in parte, erano già noti o erano già stati consegnati all'Italia, nessun atto giudiziario che potesse soddisfare le richieste fondamentali avanzate dagli investigatori e dagli inquirenti. Sono questi i motivi, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, alla base del fallimento del vertice tra gli investigatori e gli inquirenti di Roma e del Cairo. Già ieri l'Italia aveva fatto trapelare tutta la sua delusione di fronte ai primi documenti portati dalla delegazione egiziana, ma prima di chiudere ogni tipo di dialogo si è voluto attendere la seconda giornata, con la speranza che l'Egitto cambiasse atteggiamento. «Ci sono state differenze molto forti - racconta una fonte che ha partecipato al vertice - siamo arrivati con diversi traduttori per poter metterci subito al lavoro sui documenti, ma non c'è stato bisogno. Nel dossier c'erano pochissime carte, molte delle quali già conosciute, altro che duemila pagine»
Da: RAI NEWS 8 aprile 2016
GLI INVESTIGATORI ARRIVATI DAL CAIRO CHIEDONO NOTIZIE DI ADEL MEAWWAD HEIKAL, IL "REGENI EGIZIANO" La mossa potrebbe essere un ulteriore ostacolo sulla strada dell'accertamento della verità. Fino a domani gli incontri tra la delegazione egiziana e i magistrati di Roma sull'omicidio del ricercatore italiano -
Con qualche esagerazione la stampa del Cairo lo definisce il 'Regeni egiziano'. Adel Meawwad Heikal è scomparso in Italia nell'ottobre scorso e ora il suo caso potrebbe giocare un ruolo nell'indagine sul ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto. La delegazione di investigatori egiziani da ieri a Roma ha chiesto infatti di indagare in fretta sul caso", dato che "le autorita' egiziane hanno promesso alla sua famiglia di giungere alla verita' in collaborazione con la parte italiana". Lo scrive il sito egiziano Youm 7 sempre citando proprie fonti informate sull'andamento del vertice fra inquirenti a Roma. Dal canto suo il sito di un altro quotidiano egiziano, Al Masry Al Youm, ha scritto che Meawwad Adel Meawwad, il figlio dell'uomo di cui si sono perse le tracce, "ha accusato la polizia italiana di non occuparsi della ricerca del padre sparito ad ottobre dopo una disputa con il proprietario del ristorante in cui lavorava e ha detto che hanno cominciato ad agire solo 15 giorni dopo l'incidente".
Come noto, il caso e' stato evocato piu' volte da parte egiziana, e anche dal presidente Abdel Fatta Al Sisi. A meta' marzo si era appreso che la Procura di Roma sta indagando fin dallo scorso ottobre sulla scomparsa dell'uomo di 49 anni avvenuta nella capitale. Dagli accertamenti non erano emersi elementi per collegare la scomparsa a fatti criminali. Heikal, con moglie e figlio residenti in Egitto, scomparve la notte tra il 4 ed il 5 ottobre 2015 dopo aver disdetto il contratto di affitto della stanza che occupava e prelevato 1.100 euro da un bancomat. Prima di sparire, l'uomo aveva trascorso la serata in compagnia di un connazionale: sia quest'ultimo, sia il figlio di Heikal, sentiti in Procura, non hanno fornito alcun elemento utile per fare luce sul caso.
ADEL MEAWWAD HEIKAL |
Il nostro Governo richiama l'Ambasciatore al Cairo.
Ora è chiaro che nessuna potenza straniera occulta ha voluto mettere zizzania fra l'Italia e l'Egitto per oscuri interessi economici: l'Egitto non fa che comportarsi in modo chiarissimamente omertoso e quindi il governo è coinvolto nella terribile morte di Giulio Regeni. Per contro reclama per la sparizione di un egiziano che lavorava in Italia.
Alcune fonti parlano di un autolavaggio che l'uomo avrebbe gestito nel quartiere Aurelio a Roma, dismesso l'estate scorsa, altre che avrebbe lavorato in un ristorante e che aveva avuto una lite con il suo datore di lavoro prima di sparire.