Roma, paziente morta: 24 indagati al Regina Elena
di Paolo Tripaldi Venerdì 24 giugno 2016
Sono stati tutti iscritti al registro degli indagati della procura di Roma i 24 sanitari dell'ospedale Regina Elena che avrebbero causato, a vario titolo, la morte della 68enne ascolana Maria Serena Cinatti, avvenuta il 29 maggio 2015 all'ospedale Mazzoni di Ascoli dopo un lungo ricovero presso la struttura romana. Il pm Gabriella Fazi, che li accusa tutti di omicidio colposo, ha inviato avvisi di garanzia a chirurghi, medici e personale paramedico che, a vario titolo, hanno avuto in cura la donna.Destinatari Giuseppe Cutillo, Emanuela Mancini, Enrico Vizza, Pasquale Perri, Marco D'Annibale, Luciano Mariani, Domenica Mazza, Roberto Sindaco, Cristina Vincenzoni, Giuseppe Vocaturo, Antonio Calamaro, Felice Centulio, Loriana Di Emidio, Ester Maria Alba Forastiere, Lamberto Laurenzi, Lorella Pelagalli, Francesco Rendina, Carmela Stigliano, Maurizio Cosimelli, Gian Luca Grazi, Andrea Oddi, Virna Cerasoli, Giovanni Cristalli, Luigi Toma.
LA VICENDA
Dopo un ricovero ad Ancona a fine 2014 per la rimozione di un polipo endometriale, il 9 marzo 2015 l'ascolana si ricoverò nel reparto di ginecologia del Regina Elena di Roma per sottoporsi a una isterectomia radicale a causa di una massa tumorale con sospetta invasione endometriale. Dopo l'intervento, la donna continuava a non stare bene e il 16 marzo fu operata di nuovo per una setticemia e una peritonite. L'ipotesi è che nel precedente intervento in laparoscopia fosse stata procurata una perforazione dell'intestino, del quale sarebbero effettivamente stati asportati 4 cm. Il decorso fu molto problematico, con una perdita di peso di 20 chili per la 68enne.
Dopo un ricovero ad Ancona a fine 2014 per la rimozione di un polipo endometriale, il 9 marzo 2015 l'ascolana si ricoverò nel reparto di ginecologia del Regina Elena di Roma per sottoporsi a una isterectomia radicale a causa di una massa tumorale con sospetta invasione endometriale. Dopo l'intervento, la donna continuava a non stare bene e il 16 marzo fu operata di nuovo per una setticemia e una peritonite. L'ipotesi è che nel precedente intervento in laparoscopia fosse stata procurata una perforazione dell'intestino, del quale sarebbero effettivamente stati asportati 4 cm. Il decorso fu molto problematico, con una perdita di peso di 20 chili per la 68enne.
Strano Paese il nostro: di un criminale appena uscito di galera che va a rapinare una farmacia a mano armata e spara all'alt di un Carabiniere ferendolo gravemente, si scrivono "pudicamente" e "rispettosamente" solo le iniziali, di onesti e bravi sanitari si scrivono nomi, cognomi, anche se non si sa bene quali possano essere le loro effettive responsabilità...
Strano Paese, strano giornalismo che rispetta i criminali e non rispetta chi ha passato e passa la vita a studiare e a praticare una delle professioni più difficili ma entusiasmanti.