Inizio con il rimando, tramite il link sopra pubblicato, al post che ho scritto il 30 agosto scorso sul terremoto della zona più orientale del Lazio, là dove esso confina con le Marche ad est, con l'Umbria a nord e con l'Abruzzo a sud.
E' zona ad alto rischio sismico e già nel 1978, quando chiesi una licenza edilizia al Comune di Accumoli per costruire un basamento in muratura dove poggiare una casetta prefabbricata in legno, dovetti applicare tutte le regole antisismiche stabilite per quei luoghi.
Non completai la costruzione in legno ma tutta la muratura si.
Persino per il muro di cinta che doveva circondare la proprietà dovetti pagare un progetto da presentare al comune che stese un geometra di Amatrice. Il muro non poteva essere alto più di cm. 50 per le Leggi antisimiche e il progetto doveva essere firmato e presentato da un geometra.
Poi feci scelte diverse e non completai la casetta prefabbricata. Pochi anni fa ho venduto quella costruzione non completata e le mie ultime proprietà in quei luoghi.
Dunque trovo giusto quello che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha detto sulla ricostruzione post-terremoto: verranno risarciti sia i proprietari di case residenti che non residenti. Trovo logico che egli pensi che per ricostruire un territorio debbano essere aiutate tutte le componenti di quel territorio.
Prima di tutto le attività produttive: coloro che vivono lì ed hanno attività agricole e/o di allevamento animali; poi certamente chi vi risiede anche se non ha attività produttive legate strettamente al territorio, poi anche chi ha case adibite solo a vacanza e non vi risiede stabilmente, giacché comunque costituisce una componente, sia pure stagionale, che fa vivere il territorio e vi paga tasse sulla casa.
Penso, però, che nel distribuire i risarcimenti NON si possa NON tener conto di eventuali lavori edilizi apportati alle abitazioni senza i dovuti permessi comunali.
Dico questo perché, pur nella disgrazia, non si può premiare l'uso diffuso di infischiarsene delle Leggi dell'edilizia e dei regolamenti, fatti per prevenire disastri. Non a caso alcune abitazioni sono rimaste in piedi.
Un conto sono le vecchie case, magari rimbiancate per abbellirle come case-vacanza, un conto, invece, sono le ristrutturazioni delle antiche case fatte senza i dovuti criteri antisismici, sfuggendo ai controlli del comune, in un fai-da-te incosciente e abusivo che sposta tramezzi, rifà tetti che poggiano su vecchie strutture, apre finestre dove non c'erano, costruisce balconi e terrazzini che poggiano su muri antichi, costruiti quando le Leggi antisismiche ancora non c'erano...
Ecco, in questi casi, non credo che si possa meritarsi il risarcimento per l'intera casa, se si è contribuito ad averla appesantita e resa instabile con lavori in abuso.
So di antiche stalle divenute abitazioni con lavori in muratura fai-da-te senza l'ombra di una richiesta di licenza edilizia, dunque senza alcun controllo dell'Ente Comune, che ignora la diversa destinazione d'uso... L'assenza di controlli da parte dei comuni ha consentito addirittura che su terreni o aie sorgessero intere case dal nulla, senza alcun progetto o disegno presentato al comune..
Insomma l'italico abusivismo sparso per tutta la nazione non risparmia le zone ad alto rischio sismico, e l'abuso NON va premiato.
Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella sua ultima visita presso i luoghi del terremoto |