Exomars, Schiaparelli si è schiantata atterrando su Marte: retrorazzi attivi solo 3 secondi
di Enzo Vitale Giovedì 20 Ottobre 2016 - Ultimo aggiornamento: 14:46
Il dialogo non ha funzionato. I contatti tra il computer di bordo e i sensori della sonda Schiaparelli non sono andati come dovevano e quindi la sonda dell'Esa si è rovinosamente schiantata sulla superficie di Marte. Sotto accusa i motori per l'atterraggio o il malfunzionamento dei paracadute. E per ora l'unica cosa certa è il silenzio che arriva da oltre 80 milioni di chilometri da noi che non lascia certo ben sperare sulla sorte del lander Schiaparelli. Probabilmente, vista la velocità (circa 70 metri al secondo, ovvero cioè 254 Km/h), il lander è malamente caduto sulla superficie del Pianeta Rossso. Ad ogni modo la mole dei dati è talmente ridondante che per avere una risposta certa sul destino della sonda Esa potrebbero volerci settimane. «Schiaparelli è su Marte, ma per capire se è integro è in corso un'analisi dei dati raccolti». Lo aveva detto Davide Parker, direttore delle Esplorazioni robotiche dell'Agenzia spaziale europea alla conferenza stampa svoltasi al centro di controllo di Darmastadt, in Germania, alla quale avevano partecipato anche Jan Woerner, direttore generale, e l'italiano Andrea Accomazzo, capo delle Operazioni Planetarie dell'Esa. «I propulsori per rallentare la discesa su Marte -ha detto proprio quest'ultimo- hanno funzionato per almeno 3 o 4 secondi, meno del previsto. Comunque è troppo presto per sapere cosa non è andato bene perché potrebbe essere stata colpa del paracadute, o qualcosa sui propulsori, o qualcos'altro ancora che non conosciamo. Abbiamo da analizzare 600 megabyte di dati ottenuti da analizzare in questi giorni per capire cos'è successo in dettaglio». Ma, a questo punto, il destino della sonda Esa appare segnato e il De Profundis è già stato intonato.
LE PAROLE DEL CAPO DELLE OPERAZIONI ESA
L'ipotesi peggiore sulla sorte del lander Schiaparelli riguarda proprio l'esito dell'atterraggio su Marte: il mancato funzionamento dei motori di atterraggio o di uno dei paracadute potrebbero aver contribuito ad un impatto violento con la superficie del Pianeta Rosso danneggiando così irrimediabilmente la sonda Esa. «Lo scudo termico ha funzionato perfettamente come tutta la fase dell'ingresso nell'atmosfera di Marte -ha detto ancora Andrea Accomazzo, capo delle Operazioni Planetarie dell'Esa-, si è comportato come ci aspettavamo. Dopo questa prima fase è stato dispiegato il paracadute sotto i dieci chilometri di quota, però dopo questa fase la sonda si è comportata in una maniera diversa da ciò che ci aspettavamo. Il distacco del paracadute dalla sonda è avvenuto in un tempo diverso da quello che noi avevamo programmato, circa 50 secondi prima. Ciò potrebbe significare che il paracadute potrebbe essere stato rilasciato a una quota più alta di quanto programmato, ma questo ancora non lo sappiamo per certo. Dopo questa operazone -continua Accomazzo-, Schiaparelli doveva accendere i retrorazzi per affrontare l'ultimo chilometro e rallentare la discesa sul suolo marziano. I retrorazzi sono stati accesi solo per tre secondi, un tempo troppo breve. Questi due elementi: il rilascio del paracadute e il tempo breve dell'accensione dei retrorazzi potrebbero spiegare cosa è successo e noi siamo in possesso di tutti i dati ingegneristici per capire il caso. Tra un paio di giorni saremo in grado di ricostruire le decisioni del computer di bordo. Per capire invece il perchè il computer ha preso queste decisioni -conclude lo scienziato italiano- o perchè i sensori di Schiaparelli hanno fornito delle informazioni non corrette al computer di bordo ci vorrà molto più tempo».
I RISULTATI DELLA SONDA NASA
Anche i passaggi sulla zona di atterraggio di Schiaparelli effettuati dalla sonda della Nasa Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) non hanno svelato l'arcano e nella sede operativa dell'Esa si stanno ancora analizzando pure gli altri dati, quelli inviati dalla sonda madre, Tgo (Trace Gas Orbiter), che «funziona perfettamente e ha registrato tutto», è stato il commento di Paolo Ferri, responsabile delle operazioni di volo delle missioni dell'Agenzia Spaziale Europea. «In queste ore ha aggiunto -è in corso l'analisi della telemetria, ossia di tutti i parametri relativi alla posizione e alle condizioni del veicolo. La conclusione dell'analisi è attesa in mattinata e al momento i dati portano a stabilire che non è stato un problema di comunicazioni».
ESA E NASA, LE DIFFERENZE
La speranza delle prossime ore è quella di riuscire a spiegare cos'è successo. La missione Exomars rappresenta un test fondamentale per imparare ad atterrare su Marte. Del resto il miliardo e mezzo speso per la missione ha permeso all'Esa di avvalersi della sua tecnologia, molto diversa da quella usata dagli Usa, punta a sviluppare la sua industria aerospaziale. A ciò va anche aggiunto che Marte non è mai stato un pianeta facile: i russi hanno fallito gli otto tentativi di “ammartaggio” e solamente la Nasa è riuscita a centrare l'obiettivo sette volte su otto.
Mentre la missione di Schiaparelli sembra essere naufragata sul suolo marziano, quella di TGO prosegue e la sua orbita intorno al Pianeta Rosso e durerà ancora per altri anni. Un mezzo successo, inutile affermare il contrario.
NEI GUAI ANCHE JUNO, LA SONDA DELLA NASA
Se all'Esa i musi lunghi abbondano, alla Nasa la situazione non appare molto diversa. Per l'Agenzia spaziale americana i crucci arrivano da Juno, la sonda che sta sorvolando il pianeta Giove. Sembra che la cattiva sorte da Marte abbia raggunto anche il gigante gassoso in quanto il mezzo della Nasa è andato in avaria costringendo il computer ad una operazione di reset e quindi ad entrare in modalità di emergenza. Gli ingegneri Usa, però, sono riusciti a risolvere il problema ma la raccolta dati è procrastinatata all'11 dicembre prossimo, quando Juno inizierà ufficialmente la sua campagna scientifica.
enzo.vitale@ilmessaggero.it
LE PAROLE DEL CAPO DELLE OPERAZIONI ESA
L'ipotesi peggiore sulla sorte del lander Schiaparelli riguarda proprio l'esito dell'atterraggio su Marte: il mancato funzionamento dei motori di atterraggio o di uno dei paracadute potrebbero aver contribuito ad un impatto violento con la superficie del Pianeta Rosso danneggiando così irrimediabilmente la sonda Esa. «Lo scudo termico ha funzionato perfettamente come tutta la fase dell'ingresso nell'atmosfera di Marte -ha detto ancora Andrea Accomazzo, capo delle Operazioni Planetarie dell'Esa-, si è comportato come ci aspettavamo. Dopo questa prima fase è stato dispiegato il paracadute sotto i dieci chilometri di quota, però dopo questa fase la sonda si è comportata in una maniera diversa da ciò che ci aspettavamo. Il distacco del paracadute dalla sonda è avvenuto in un tempo diverso da quello che noi avevamo programmato, circa 50 secondi prima. Ciò potrebbe significare che il paracadute potrebbe essere stato rilasciato a una quota più alta di quanto programmato, ma questo ancora non lo sappiamo per certo. Dopo questa operazone -continua Accomazzo-, Schiaparelli doveva accendere i retrorazzi per affrontare l'ultimo chilometro e rallentare la discesa sul suolo marziano. I retrorazzi sono stati accesi solo per tre secondi, un tempo troppo breve. Questi due elementi: il rilascio del paracadute e il tempo breve dell'accensione dei retrorazzi potrebbero spiegare cosa è successo e noi siamo in possesso di tutti i dati ingegneristici per capire il caso. Tra un paio di giorni saremo in grado di ricostruire le decisioni del computer di bordo. Per capire invece il perchè il computer ha preso queste decisioni -conclude lo scienziato italiano- o perchè i sensori di Schiaparelli hanno fornito delle informazioni non corrette al computer di bordo ci vorrà molto più tempo».
I RISULTATI DELLA SONDA NASA
Anche i passaggi sulla zona di atterraggio di Schiaparelli effettuati dalla sonda della Nasa Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) non hanno svelato l'arcano e nella sede operativa dell'Esa si stanno ancora analizzando pure gli altri dati, quelli inviati dalla sonda madre, Tgo (Trace Gas Orbiter), che «funziona perfettamente e ha registrato tutto», è stato il commento di Paolo Ferri, responsabile delle operazioni di volo delle missioni dell'Agenzia Spaziale Europea. «In queste ore ha aggiunto -è in corso l'analisi della telemetria, ossia di tutti i parametri relativi alla posizione e alle condizioni del veicolo. La conclusione dell'analisi è attesa in mattinata e al momento i dati portano a stabilire che non è stato un problema di comunicazioni».
ESA E NASA, LE DIFFERENZE
La speranza delle prossime ore è quella di riuscire a spiegare cos'è successo. La missione Exomars rappresenta un test fondamentale per imparare ad atterrare su Marte. Del resto il miliardo e mezzo speso per la missione ha permeso all'Esa di avvalersi della sua tecnologia, molto diversa da quella usata dagli Usa, punta a sviluppare la sua industria aerospaziale. A ciò va anche aggiunto che Marte non è mai stato un pianeta facile: i russi hanno fallito gli otto tentativi di “ammartaggio” e solamente la Nasa è riuscita a centrare l'obiettivo sette volte su otto.
Mentre la missione di Schiaparelli sembra essere naufragata sul suolo marziano, quella di TGO prosegue e la sua orbita intorno al Pianeta Rosso e durerà ancora per altri anni. Un mezzo successo, inutile affermare il contrario.
NEI GUAI ANCHE JUNO, LA SONDA DELLA NASA
Se all'Esa i musi lunghi abbondano, alla Nasa la situazione non appare molto diversa. Per l'Agenzia spaziale americana i crucci arrivano da Juno, la sonda che sta sorvolando il pianeta Giove. Sembra che la cattiva sorte da Marte abbia raggunto anche il gigante gassoso in quanto il mezzo della Nasa è andato in avaria costringendo il computer ad una operazione di reset e quindi ad entrare in modalità di emergenza. Gli ingegneri Usa, però, sono riusciti a risolvere il problema ma la raccolta dati è procrastinatata all'11 dicembre prossimo, quando Juno inizierà ufficialmente la sua campagna scientifica.
enzo.vitale@ilmessaggero.it
Da: Secolo d'Italia
Schiaparelli e l’esultanza del ministro Giannini
Ieri, nell’attesa di avere i dati definitivi sull’arrivo del lander Schiaparelli sulla superficie di Marte, il ministro dell’Istruzione e della Ricerca, Stefania Giannini, aveva cantato vittoria, con sorrisi e foto di gruppo all’evento organizzato a Roma per seguire l’arrivo su Marte della missione dalle agenzia spaziali europea (Esa) e russa (Roscomos). «Nell’attesa di avere ulteriori informazioni sul lander della missione ExoMars – ha detto il ministro – dobbiamo essere orgogliosi per la missione».
Viene da sfotterla e dirle: "Batti, batti le manine che stasera la sonda atterrerà!" Parafrasando una filastrocca che si cantava ai bambini quando ero piccola io...
Certi Ministri vengono scelti per accordi politici necessari a tenere in piedi il governo, e questa ne è l'esempio lampante. Batteva le manine senza capire un tubo...
Che la sonda si sia molto probabilmente schiantata al suolo con tutte le sue sofisticatissime apparecchiature scientifiche di rilevamento dati, non mi suscita critiche. Penso che sono tali e tante le cose che debbono funzionare, e al limite delle umane tecnologie, che non mi sento di riderne malignamente.
Ricordo ancora Umberto Guidoni quando venne a cena a casa mia dopo il primo lancio nello spazio e relativo esperimento scientifico a cui aveva partecipato: recava con sé una valigetta con il famoso filo che non aveva funzionato lassù nello spazio intorno alla Terra (ovviamente un campione). Lo mostrò a mio marito e ne parlarono insieme. Ebbi l'impressione che fosse per un confronto di idee sul perché non fosse riuscito a srotolare quel lungo materiale nel vuoto.
L'uomo è una creatura che è frutto della Terra, e già all'interno di essa nello sperimentare i suoi limiti incontra immani difficoltà.
Nello spazio vuoto (un atomo al cm.3) o nel campo di attrazione di un altro pianeta va in un luogo tutto da sperimentare. Dovrà sbagliare molte volte per imparare... e chissà se riuscirà a superare sé stesso.