Marisa Ferrari Occhionero: "I miei figli ricchi e spioni? Gli pagavo ancora la pizza"
La madre dei fratelli Occhionero - Giulio e Francesca Maria sono stati arrestati con l'accusa di cyberspionaggio ai danni di personaggi delle istituzioni, tra cui Matteo Renzi e Mario Draghi - difende a spada tratta i suoi ragazzi. Li chiama proprio ragazzi in un colloquio con il Corriere della sera, nonostante i due siano già adulti da un pezzo. Secondo lei se i suoi figli sono così abili con il computer lo Stato li dovrebbe assumere.
«Ma quali spioni? Se fossero così bravi, i miei figli, Giulio e Francesca Maria, così abili con i computer, allora lo Stato non li dovrebbe prendere a lavorare? Potrebbero dare una mano ai nostri servizi, no? La verità, purtroppo, è solo un’altra e ben più amara: con questa storia me li hanno proprio fatti a pezzi i miei ragazzi. Tri-tu-ra-ti». La professoressa Marisa Ferrari Occhionero, sociologa di fama internazionale, ex docente della Sapienza, editor della International review of Sociology, con libri tradotti in tante lingue (quello a cui è più affezionata s’intitola «Disagio sociale e malessere generazionale») ora non fa che rispondere al telefono nel salotto di casa, a Vigna Clara, con il gatto rosso Lancillotto che le si strofina sulle gambe. «Anch’io sto malissimo, ho avuto problemi di cuore e questa cosa certo non mi giova...», dice senza perdere il suo aplomb di donna fascinosa.
I miei figli più grandi mi hanno telefonato dopo un giorno o due che il cognome Occhionero era sbattuto sulle pagine dei giornali e nei TG per chiedermi se si trattava proprio degli Occhionero che conoscevamo e che abbiamo frequentato molti anni fa per affettuosa amicizia, essendo Franco Occhionero, uno dei Fisici più prestigiosi che abbiamo avuto in Italia fino alla sua prematura morte, amico e collega di mio marito.
Ho detto subito di no ad entrambe le telefonate, sicura che così non poteva essere. Mia figlia però ricordava che il figlio maschio si chiamava proprio Giulio, mentre io, forse per la vecchiaia, ricordavo Lorenzo, dunque per me non era possibile.. Anche mio marito era perplesso e avevamo pensato che, al massimo, poteva trattarsi di parenti con lo stesso cognome, se non addirittura, come spesso accade, con il medesimo cognome ma senza alcuna parentela.
Ma quando il TG ha fatto il nome della madre purtroppo non vi sono stati più dubbi che non fossero proprio loro.
Marisa, bellissima donna, colta e di garbatissimi modi, amica generosa che, tanti anni fa, sapendo che cercavo lavoro, mi offrì di fare dei rilievi statistici per la sua Cattedra, allora facente parte della Facoltà di Statistica dell'Università "Sapienza" di Roma. Lavoro che non feci, ma di cui le fui grata comunque per la sua sensibilità e comprensione per la difficoltà che stavo attraversando e che poi risolsi accettando altri lavori...
Come sia potuto accadere tutto questo non so: sono sbalordita ed addolorata.
Di Giulio ricordo un episodio che mi raccontarono i suoi genitori a cena nella mia casa di Roma di allora: aveva messo le sue inconsapevoli manine sul vetro del forno acceso il quale, evidentemente non abbastanza isolato, era caldo al punto che il bimbo vi rimase attaccato con le manine e quando i genitori, costernati, gliele avevano staccate, sul vetro era rimasta la pelle in un'impronta impressionante ma fortunatamente superficiale e senza gravi conseguenze: Giulio aveva allora forse 5 anni!
L'ultima volta che stemmo insieme fu qui, nella mia villetta dei Castelli Romani, vennero Franco e Marisa con la loro figlia Francesca, allora tredicenne...
Ne è passato del tempo.. La vita, gli impegni diversi, a volte fanno sì che non ci si veda più per tanto tempo, senza strappi o cattiva volontà... Poi apprendemmo che Franco si era ammalato e mio marito lo rincontrò all'Università che già era stato operato, forse era il 1999... Sembrava stare meglio. Poi, forse due o tre anni dopo, apprendemmo da comuni conoscenze universitarie che era morto...
Voci dicevano che fosse morto solo.. Sapendo che bella coppia fossero lui e Marisa non potetti crederci. La cercai per dirle il nostro dispiacere, la nostra partecipazione.. Ma a causa di un mio errore la cercai con il cognome del suo patrigno, essendo la madre vedova di guerra e risposata con un valoroso generale dei Carabinieri.. Invece all'Università ella era la Prof.ssa Ferrari.. Non potei dunque sapere se quelle voci che giravano in Ateneo fossero vere. Ora so che non erano vere affatto: Franco quando si è ammalato ha avuto accanto tutta la sua famiglia e anche i parenti di Marisa.
Spero che per i due figli di Franco e Marisa tutto si chiarisca al meglio e al più presto.
La stanno chiamando da almeno 48 ore ex colleghi, allievi, amici, parenti, per esprimerle tutti solidarietà. Il suo, con loro, è uno sfogo lungo e doloroso: «Ho letto sui giornali che Giulio e Francesca Maria sarebbero super ricchi e condurrebbero una vita da nababbi. Ma allora perché stanno con le pezze al sedere? Sono almeno 5 anni che non li pagano. Da quando la loro società, la Westlands, sta ancora aspettando di ricevere soldi non so da chi, non di sicuro dal governo americano, credo piuttosto da Taranto, dove sapevo che dovevano partecipare a qualche lavoro per il porto».
Già, la vita da ricchi. Marisa Ferrari Occhionero sorride e alza le spalle alle obiezioni degli amici che hanno letto delle feste mondane. «Lusso? Giulio è in affitto a 800 euro al mese in periferia. Io pure sono in affitto. A mia figlia Francesca Maria ho pagato il mutuo per comprare l’abitazione. Ho dovuto vendere per 50 mila euro una casetta a Santa Marinella». E le cene di lusso e i salotti? «Francesca Maria è sposata da vent’anni con il professor Gabriele Favero, professore di chimica, conosciuto trent’anni fa sui banchi dell’università e sono io a invitarli fuori a mangiarci una pizza di tanto in tanto. Tutte balle. Hanno scritto persino di supercar. Ne vogliamo parlare? Giulio guida la mia vecchia Yaris del 2001 e così io non ho più neanche la macchina, Francesca ha una Fiat 500 e un’altra auto è stata proprio rottamata...».
Francesca e Giulio Occhionero |
I miei figli più grandi mi hanno telefonato dopo un giorno o due che il cognome Occhionero era sbattuto sulle pagine dei giornali e nei TG per chiedermi se si trattava proprio degli Occhionero che conoscevamo e che abbiamo frequentato molti anni fa per affettuosa amicizia, essendo Franco Occhionero, uno dei Fisici più prestigiosi che abbiamo avuto in Italia fino alla sua prematura morte, amico e collega di mio marito.
Ho detto subito di no ad entrambe le telefonate, sicura che così non poteva essere. Mia figlia però ricordava che il figlio maschio si chiamava proprio Giulio, mentre io, forse per la vecchiaia, ricordavo Lorenzo, dunque per me non era possibile.. Anche mio marito era perplesso e avevamo pensato che, al massimo, poteva trattarsi di parenti con lo stesso cognome, se non addirittura, come spesso accade, con il medesimo cognome ma senza alcuna parentela.
Ma quando il TG ha fatto il nome della madre purtroppo non vi sono stati più dubbi che non fossero proprio loro.
Marisa, bellissima donna, colta e di garbatissimi modi, amica generosa che, tanti anni fa, sapendo che cercavo lavoro, mi offrì di fare dei rilievi statistici per la sua Cattedra, allora facente parte della Facoltà di Statistica dell'Università "Sapienza" di Roma. Lavoro che non feci, ma di cui le fui grata comunque per la sua sensibilità e comprensione per la difficoltà che stavo attraversando e che poi risolsi accettando altri lavori...
Come sia potuto accadere tutto questo non so: sono sbalordita ed addolorata.
Di Giulio ricordo un episodio che mi raccontarono i suoi genitori a cena nella mia casa di Roma di allora: aveva messo le sue inconsapevoli manine sul vetro del forno acceso il quale, evidentemente non abbastanza isolato, era caldo al punto che il bimbo vi rimase attaccato con le manine e quando i genitori, costernati, gliele avevano staccate, sul vetro era rimasta la pelle in un'impronta impressionante ma fortunatamente superficiale e senza gravi conseguenze: Giulio aveva allora forse 5 anni!
L'ultima volta che stemmo insieme fu qui, nella mia villetta dei Castelli Romani, vennero Franco e Marisa con la loro figlia Francesca, allora tredicenne...
Ne è passato del tempo.. La vita, gli impegni diversi, a volte fanno sì che non ci si veda più per tanto tempo, senza strappi o cattiva volontà... Poi apprendemmo che Franco si era ammalato e mio marito lo rincontrò all'Università che già era stato operato, forse era il 1999... Sembrava stare meglio. Poi, forse due o tre anni dopo, apprendemmo da comuni conoscenze universitarie che era morto...
Voci dicevano che fosse morto solo.. Sapendo che bella coppia fossero lui e Marisa non potetti crederci. La cercai per dirle il nostro dispiacere, la nostra partecipazione.. Ma a causa di un mio errore la cercai con il cognome del suo patrigno, essendo la madre vedova di guerra e risposata con un valoroso generale dei Carabinieri.. Invece all'Università ella era la Prof.ssa Ferrari.. Non potei dunque sapere se quelle voci che giravano in Ateneo fossero vere. Ora so che non erano vere affatto: Franco quando si è ammalato ha avuto accanto tutta la sua famiglia e anche i parenti di Marisa.
Spero che per i due figli di Franco e Marisa tutto si chiarisca al meglio e al più presto.
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