Ragazzo suicida a Lavagna, è stata la madre a chiamare la Finanza
«Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano» ha detto la donna durante le esequie
I commenti a caldo, non avendo tutti i particolari che fanno la differenza, sono stati, per molti, contro la Guardia di Finanza che "se la prende con i piccoli consumatori di droghe" e non con i grandi trafficanti.
Prima stupidaggine: giacché chi scrive questo non tiene conto delle notizie di continui sequestri di grandi quantitativi di droga che opera la GdF alla fine di lunghe e laboriose indagini di cui noi vediamo solo l'atto finale.
Altra convinzione errata, comprensibile dovendo nell'immediato riportare la notizia senza conoscerne necessariamente tutti gli aspetti, era che la GdF avesse fatto un controllo a macchia di leopardo davanti alle scuole e avesse beccato a caso il ragazzo, che poi si è gettato dal balcone per sfuggire ad una realtà immanente che non è riuscito a sopportare.
Invece, leggendo l'articolo de La Stampa, di cui riporto solo il titolo, rimandandone a chi vuole la lettura sul sito di detto giornale, si apprende che la mamma, che ora gli chiede un perdono che lui non può sentire, non è colei che l'ha partorito, ma colei che, insieme al marito, che ora dichiara di non essere stato un buon padre, l'ha adottato. I due sono separati e, per chi si assume la responsabilità enorme dell'adozione, per me ancora più colpevoli, giacché l'adozione è una scelta necessariamente lunga e ragionata.
«Voglio immaginare che lassù ad accoglierti ci sia la tua prima mamma e come in una staffetta vi passiate il testimone affinché il tuo cuore possa essere colmato in un abbraccio che ti riempia per sempre il cuore»: sono le parole dette dalla madre adottiva durante il funerale. E ancora si dispiace di: "non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano".
Ecco che con questa frase la donna prende le distanze con il vuoto che il povero ragazzo aveva dentro, dicendo con quel "da lontano" che non glielo aveva messo dentro lei, tuttalpiù "lei aveva tentato di colmarlo, senza riuscirci". Ed ecco che si comprende un poco di più il vuoto affettivo del giovane suicida.
Poi "le colpe" che tanti avevano addebitato alla "cattiva" GdF: in realtà era la madre che si era rivolta a loro perché sapeva che suo figlio usava l'hascish! Dunque nessuna perquisizione davanti alla scuola per un controllo random, nessuna invasione della casa e dolorosa scoperta dei genitori con conseguente vergogna e giù dal balcone... Forse, invece, il ragazzo ha pensato, ha avvertito dentro di sé che nessun vero amore c'era per lui, solo, con una madre che sapeva e che l'aveva abbandonato al giudizio frenante della Legge.
Molti anni fa mia figlia ebbe amicizia con un compagno di università, figlio di una donna che collaborava strettamente con l'allora Presidente della Repubblica, abitando nel medesimo palazzo romano dove costui aveva la sua abitazione familiare, mentre il padre dirigeva un grande giornale in un'altra città, vedendo i figli a Roma nei fine settimana. Mia figlia si accorse che il suo amico fumava grani di hascisc e, con la confidenza che le consentiva l'amicizia (era stata più volte invitata anche a pranzo a casa del suo amico e aveva conosciuta l'intera sua famiglia padre compreso) gli disse con discrezione che faceva male e che quella pratica non gli avrebbe portato mai del bene. Insistette come un amico vero deve fare. Nulla sapevano i suoi genitori e mia figlia, quando il ragazzo si trasferì presso il padre nella città dove era la sede del giornale che lui dirigeva, sperò solo che seguisse i suoi saggi suggerimenti. Sicuramente egli è vivo, senza interventi di GdF. Un amico di un altro mio figlio "si faceva le canne", come diceva ridendo mio figlio. L'ho conosciuto, è stato a casa mia, ho solo vigilato che i miei figli non seguissero i cattivi ed inutili esempi di questi loro amici, poi l'amico che "si faceva le canne" per fortuna ha smesso, si è tagliato i capelli, si è laureato, sposato e oggi è un padre di famiglia con i capelli corti...
Forse la madre non doveva arrivare a chiamare la GdF solo per l'hascisc... Forse doveva tentare ancora di rompergli le scatole con i rimproveri, i suggerimenti, i consigli... Forse gli sarebbe passata come all'amico di mio figlio oggi ingegnere, marito e padre...
Sempre dall'articolo: Di tutto questo ha immediatamente approfittato Roberto Saviano, strumentalizzando un angoscioso problema di vulnerabilità degli adolescenti per rilanciare la liberalizzazione dell’uso degli stupefacenti anche ai minorenni, che aggraverebbe ancora di più la situazione della fragilità giovanile».
Non solo il solito Saviano, ma tanti come lui, nei commenti sotto gli articoli di giornale che riportavano questo tragico caso, proponevano la soluzione della liberalizzazione delle droghe, cosiddette "leggere", accusando chi non vuole questo libero mercato di essere la causa di questa morte, secondo loro, dovuta alla repressione.
Prima stupidaggine: giacché chi scrive questo non tiene conto delle notizie di continui sequestri di grandi quantitativi di droga che opera la GdF alla fine di lunghe e laboriose indagini di cui noi vediamo solo l'atto finale.
Altra convinzione errata, comprensibile dovendo nell'immediato riportare la notizia senza conoscerne necessariamente tutti gli aspetti, era che la GdF avesse fatto un controllo a macchia di leopardo davanti alle scuole e avesse beccato a caso il ragazzo, che poi si è gettato dal balcone per sfuggire ad una realtà immanente che non è riuscito a sopportare.
Invece, leggendo l'articolo de La Stampa, di cui riporto solo il titolo, rimandandone a chi vuole la lettura sul sito di detto giornale, si apprende che la mamma, che ora gli chiede un perdono che lui non può sentire, non è colei che l'ha partorito, ma colei che, insieme al marito, che ora dichiara di non essere stato un buon padre, l'ha adottato. I due sono separati e, per chi si assume la responsabilità enorme dell'adozione, per me ancora più colpevoli, giacché l'adozione è una scelta necessariamente lunga e ragionata.
«Voglio immaginare che lassù ad accoglierti ci sia la tua prima mamma e come in una staffetta vi passiate il testimone affinché il tuo cuore possa essere colmato in un abbraccio che ti riempia per sempre il cuore»: sono le parole dette dalla madre adottiva durante il funerale. E ancora si dispiace di: "non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano".
Ecco che con questa frase la donna prende le distanze con il vuoto che il povero ragazzo aveva dentro, dicendo con quel "da lontano" che non glielo aveva messo dentro lei, tuttalpiù "lei aveva tentato di colmarlo, senza riuscirci". Ed ecco che si comprende un poco di più il vuoto affettivo del giovane suicida.
Poi "le colpe" che tanti avevano addebitato alla "cattiva" GdF: in realtà era la madre che si era rivolta a loro perché sapeva che suo figlio usava l'hascish! Dunque nessuna perquisizione davanti alla scuola per un controllo random, nessuna invasione della casa e dolorosa scoperta dei genitori con conseguente vergogna e giù dal balcone... Forse, invece, il ragazzo ha pensato, ha avvertito dentro di sé che nessun vero amore c'era per lui, solo, con una madre che sapeva e che l'aveva abbandonato al giudizio frenante della Legge.
Molti anni fa mia figlia ebbe amicizia con un compagno di università, figlio di una donna che collaborava strettamente con l'allora Presidente della Repubblica, abitando nel medesimo palazzo romano dove costui aveva la sua abitazione familiare, mentre il padre dirigeva un grande giornale in un'altra città, vedendo i figli a Roma nei fine settimana. Mia figlia si accorse che il suo amico fumava grani di hascisc e, con la confidenza che le consentiva l'amicizia (era stata più volte invitata anche a pranzo a casa del suo amico e aveva conosciuta l'intera sua famiglia padre compreso) gli disse con discrezione che faceva male e che quella pratica non gli avrebbe portato mai del bene. Insistette come un amico vero deve fare. Nulla sapevano i suoi genitori e mia figlia, quando il ragazzo si trasferì presso il padre nella città dove era la sede del giornale che lui dirigeva, sperò solo che seguisse i suoi saggi suggerimenti. Sicuramente egli è vivo, senza interventi di GdF. Un amico di un altro mio figlio "si faceva le canne", come diceva ridendo mio figlio. L'ho conosciuto, è stato a casa mia, ho solo vigilato che i miei figli non seguissero i cattivi ed inutili esempi di questi loro amici, poi l'amico che "si faceva le canne" per fortuna ha smesso, si è tagliato i capelli, si è laureato, sposato e oggi è un padre di famiglia con i capelli corti...
Forse la madre non doveva arrivare a chiamare la GdF solo per l'hascisc... Forse doveva tentare ancora di rompergli le scatole con i rimproveri, i suggerimenti, i consigli... Forse gli sarebbe passata come all'amico di mio figlio oggi ingegnere, marito e padre...
Sempre dall'articolo: Di tutto questo ha immediatamente approfittato Roberto Saviano, strumentalizzando un angoscioso problema di vulnerabilità degli adolescenti per rilanciare la liberalizzazione dell’uso degli stupefacenti anche ai minorenni, che aggraverebbe ancora di più la situazione della fragilità giovanile».
Non solo il solito Saviano, ma tanti come lui, nei commenti sotto gli articoli di giornale che riportavano questo tragico caso, proponevano la soluzione della liberalizzazione delle droghe, cosiddette "leggere", accusando chi non vuole questo libero mercato di essere la causa di questa morte, secondo loro, dovuta alla repressione.
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