Terremoto, il sindaco di Accumoli:
«Ricevetti relazione della Curia
che attestava i lavori al campanile»
Stefano Petrucci, Sindaco di Accumoli, a sinistra nella foto, accanto il Capo Dipartimento della Protezione Civile Ing. Fabrizio Curcio |
RIETI - Non ha ancora ricevuto notifiche da parte della Procura della Repubblica di Rieti, ma si dice tranquillo. Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli, potenziale indagato per i crolli del campanile di San Francesco e della caserma dei carabinieri, ha spiegato ai microfoni di Rai3 la sua posizione.
«Eseguimmo dei lavori nel campanile della chiesa di San Francesco - dice Petrucci - poi, in seguito al terremoto del 2009, altri interventi furono iniziati nell'aprile del 2010. Ricevetti poi una relazione della Curia, firmata da un ingegnere, in cui si attestavano i lavori eseguiti e nella quale si chiedeva la riapertura della chiesa».
«Eseguimmo dei lavori nel campanile della chiesa di San Francesco - dice Petrucci - poi, in seguito al terremoto del 2009, altri interventi furono iniziati nell'aprile del 2010. Ricevetti poi una relazione della Curia, firmata da un ingegnere, in cui si attestavano i lavori eseguiti e nella quale si chiedeva la riapertura della chiesa».
Lunedì 27 Febbraio 2017 - Ultimo aggiornamento: 14:18
E' con amarezza e indignazione che ho appreso la notizia dell'avviso di garanzia all'onesto Sindaco di Accumoli Geom. Stefano Petrucci.
Si ripete sempre lo stesso copione in questo sciagurato Paese: ogni giorno scandali e ruberie e non si trova mai un Responsabile che paghi e poi "piove e governo ladro" sul più inerme e corretto della piazza: hanno trovato il capro espiatorio!
Nella mia vita ho trovato poche persone perbene e fra queste il geometra Petrucci: correttissimo nel suo lavoro, preciso, mai esoso nelle sue puntualissime fatturazioni! Una perla rara.
Chi meglio di questo tipo di persone da prendere come capro espiatorio?
In un Paese di gaglioffi di ogni risma quest'omino garbato e beneducato non merita di essere indagato; anche se è il solito "atto formale", intanto si dovrà pagare un avvocato e, nonostante si mostri fiducioso nella giustizia italiana (ahimé!), dentro di sé starà comunque in ansia anche se, con il suo modo di fare educato e controllato non lo farà vedere.
In Italia ormai si viaggia nella follia, in quanto alla cosiddetta "Giustizia". Da una parte si assiste alla più assoluta impunità nei riguardi di chi la fa più grossa, e dall'altra si acchiappano agnelli sacrificali che nulla hanno fatto per meritarlo e si perseguitano!
A parte gli esempi clamorosi come il recente caso del Prof. Stefano Rho, per fortuna risoltosi bene (ma quanto avrà sofferto?!), ne conosco di non clamorosi della vita di tutti i giorni in cui leggi del cavolo messe lì non per fare giustizia, ma per scaricare i veri Responsabili e gettare il carico su chi è inerme per ragioni varie, sono da cambiare, dato che creano situazioni ingiuste fino ad essere grottesche!
Un terremoto fortissimo, che in quelle zone a rischio sismico non si sentiva da un secolo, tirà giù una torre antica di un edificio religioso, soggetto alla Curia di Rieti, muore un'intera famigliola compresi bambini, e chi si indaga? Il Sindaco, che è ora chiamato a risponderne e che nulla poteva su quella torre, se non prendere atto che la Curia ne ha preteso la riapertura presentando una relazione firmata da un ingegnere! L'unica cosa che mi viene in mente è che forse doveva mandare un geometra del suo sparuto ufficio tecnico a controllare che l'ingegnere firmatario aveva scritto il vero!
I lavori erano stati eseguiti dopo il terremoto de L'Aquila, che ovviamente aveva interessato anche quei luoghi, non essendo un caso che Accumoli, prima che in epoca fascista si creasse la provincia di Rieti, era in provincia de L'Aquila.
E' tipico di questi tristi tempi, in Italia, di mettere sotto accusa per le cose più svariate persone che nel loro ruolo non hanno che poteri e mezzi limitati dallo Stato stesso. Poteri e mezzi frammentati fra varie Istituzioni per gestire una medesima struttura o territorio, in modo che i veri Responsabili non ne rispondano mai, preferendo, nella follia e nello smarrimento del Diritto, scaricare tutto sul capro espiatorio.
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