lunedì 29 maggio 2017

Coppie celebri

A margine, ma non tanto, del G7 2017, si è scatenato il gossip su due coppie in particolare: Donald Trump e la sua terza moglie Melania, naturalizzata statunitense ma slovena di nascita e formazione, essendo emigrata negli USA solo da adulta per il suo lavoro di modella in campo internazionale, e la coppia Brigitte Trogneux ed Emmanuel Macron.
La caratteristica che accomuna queste due coppie è la differenza di età fra i coniugi: 24 anni fra Donald e Melania, 24 anni fra Emmanuel e Brigitte.
Ma mentre i tanti anni che Donald ha più di Melania non fanno scandalo ma vengono ritenuti più o meno normali, gli anni di differenza nella coppia Emmanuel e Brigitte suscitano sconcerto e critiche feroci, giacché ad averne di più è la donna.
Sicuramente è più inusuale, ma il motivo profondo delle critiche nasce dal concetto del fascino femminile, sempre legato alla fisicità e poco all'intelletto e alla personalità.
Dunque, nonostante le innumerevoli foto, prese in momenti diversi, che mostrano una coppia innamorata i cui gesti fanno intuire un'intesa totale e profonda, le malignità si sprecano.
Eppure non ci sono appigli di interesse: Emmanuel è figlio di due medici così ben messi da poter mandare il figlio in scuole prestigiose, prima nel liceo retto da gesuiti di Amiens, dove ha conosciuto la sua amata professoressa, poi nel liceo parigino ancora più prestigioso dove i suoi genitori lo mandarono a finire il liceo sperando di staccarlo dall'infatuazione per la sua insegnante.
Brigitte è una donna appartenente alla ricca borghesia imprenditoriale di Amiens. Dunque sicuramente il legame fra i due si regge su una fortissima intesa mentale e la sessualità, soprattutto fra le persone più evolute, parte dal cervello, l'organo sessuale sicuramente più eccitante di qualsiasi altra parte del corpo.
Certo Brigitte è molto carina, fine e chic, porta benissimo i suoi anni, è più accettabile di certe 40-cinquantenni sformate e piene di cellulite e non è vero, come qualche maligno ha insinuato, che ha fatto ritocchi al botulino, in quanto il suo viso mostra un'espressività che il botulino paralizza distendendo i muscoli facciali, però ha le sue rughe.


Comunque non è che fosse una bellezza neppure da giovane, come mostrano foto dell'epoca in cui era l'insegnante del suo futuro secondo marito.
Forse l'unica cosa che si nota sono i due incisivi dell'arcata superiore che ha fatto un poco aggiustare...
Ed ecco il bel Macron adolescente e la sua insegnante



Ancora un'immagine della coppia quando erano insegnante e discente.

Quello che, invece, personalmente mi riesce difficile capire è la scelta di lei, di Brigitte, non per l'età, qualora libera e sola di disporre di sé stessa, ma perché sposata e madre di ben tre figli. Questo scoglio non riesco psicologicamente a capire come possa averlo superato, per quanto travolgente fosse la corte di Emmanuel.
Troppi tabù, costituiti da sensi di colpa, mi avrebbero ostacolato, verso il marito e verso i tre figli. Il ferire i sentimenti degli altri per me sarebbe stato un ostacolo insormontabile.
Non lo è stato per questa donna che ha superato tutto, anche le critiche della sua famiglia di origine, fratelli e genitori, per non parlare della gente di Amiens. Ed eccola lì, vincitrice su tutti: circondata dall'affetto dei figli, dei sette nipotini e dall'amore del bell'Emmanuel Presidente della Repubblica di Francia.  
Brigitte in una foto fatta probabilmente a Scuola

domenica 28 maggio 2017

Stranezze de Il Fatto Quotidiano

Continuano le stranezze sul sito on-line del Fatto. Sotto un articolo dello scrittore Saviano che titola così:

Saviano: “Il patto Renzi-B. è nei fatti, ormai il Pd fa leggi di destra”

ho commentato dopo aver fatto la registrazione tramite facebook, ma non accetta il commento "perché anonimo"

Rita ColtelleseImpostazioni | Disconnetti
5 commenti

Non sono permessi commenti anonimi

?????

Ma se loro stessi mettono automaticamente il mio nome? 
Questo il commento:

Non comprendo questi interventi continui di questo scrittore che ha scritto sulla Camorra, e va bene, sul traffico di droga, e va bene... Ma cos'è? Per questo è diventato un oracolo? Un guru che tutti vanno a consultare? Chiamato in televisione dai vari Fazio.. De Filippi.. Fazio che però ha ospitato anche l'ex-capo di Lotta Continua, nonché, sancito da vari processi, mandante dell'assassinio del Commissario Calabresi. Non capisco, davvero non capisco certi miti creati dai media.


sabato 27 maggio 2017

Immobili abusivi: Demolizioni e intasamento dei Tribunali

DA: STUDIO CATALDI

Abusi edilizi: arriva il "condono"

Il Ddl in via di approvazione detta dei criteri di priorità per l'esecuzione delle demolizioni che, nei fatti, lascia illesi molti immobili
immobili abusivi
di Valeria Zeppilli – Dopo il passaggio in Senato, il Ddl sugli immobili abusivi (qui sotto allegato) ha subito alcune piccole modifiche che lo "rispediscono" alla Camera. Resta fermo il fatto che con esso si introduce una sorta di condono (sebbene tecnicamente non se ne possa parlare) per gli immobili abusivi adibiti a casa di abitazione.

Le priorità per le demolizioni

Il disegno di legge, infatti, fissa dei criteri di priorità da seguire per l'esecuzione delle demolizioni e la cui valutazione è affidata al pubblico ministero.
In particolare, nel determinare quali immobili demolire, il PM dovrà valutare innanzitutto se ci sono e quali sono gli immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o su area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico o storico artistico. Dovrà valutare, poi, se ci sono e quali sono gli immobili che, per qualsiasi motivo, rappresentano un pericolo per la pubblica o privata incolumità e gli immobili che sono nella disponibilità di soggetti che o hanno subito una condanna per i reati di associazione mafiosa o sono stati colpiti da misure prevenzione.
Tra questi, andranno demoliti prima gli immobili che non sono ancora stati ultimati (sia che siano in corso di costruzione, sia che i lavori siano fermi) e dopo tutti gli altri.
Gli immobili che non rientrano in tali categorie vengono lasciati dopo e nei fatti, verosimilmente, resteranno molto spesso "illesi".

Il ruolo del Prefetto

Gli ordini di demolizione, concretamente, saranno affidati al Prefetto, che si occuperà anche di disporre la rimozione delle macerie e gli interventi a tutela della pubblica incolumità.
Ad occuparsi dei lavori saranno delle imprese giudicate tecnicamente e finanziariamente idonee, anche a seguito di affidamento a trattativa privata ove ne sussistano i presupposti.
Al Prefetto viene poi concessa la possibilità di avvalersi anche delle strutture tecnico-operative del Ministero della difesa, per il tramite dei provveditorati alle opere pubbliche e previa convenzione stipulata tra il Ministero della difesa e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Fondo per le demolizioni

Alle demolizioni sarà dedicato un apposito fondo, per il quale si attende un apposito decreto attuativo affidato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che dovrà emanarlo di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e con il Ministro dell'economia e delle finanze.
Esso servirà a finanziare i Comuni per l'integrazione delle risorse che si rendono necessarie per gli interventi di demolizione delle opere abusive.

Banca dati sull'abusivismo edilizio

Il Ddl prevede, poi, l'istituzione di una Banca dati nazionale sull'abusivismo edilizio presso il Ministero delle infrastrutture. Essa sarà alimentata dagli enti, dalle amministrazioni e dagli altri organi competenti a qualsiasi titolo in materia di abusivismo, i quali dovranno condividere e trasmettere tutte le informazioni relative agli illeciti e ai provvedimenti che sono stati emessi in materia.
Ddl immobili abusivi 
Valeria Zeppilli
Consulenza Legale
Laureata a pieni voti in giurisprudenza presso la Luiss 'Guido Carli' di Roma con una tesi in Diritto comunitario del lavoro. Attualmente svolge la professione di Avvocato ed è dottoranda di ricerca in Scienze giuridiche – Diritto del lavoro presso l'Università 'G. D'Annunzio' di Chieti – Pescara                                                     



Il Decreto non è stato ancora approvato, dunque non sono da considerarsi definitive le sue scelte, si possono solo fare delle riflessioni ed io ne faccio prendendo a campione uno dei territori più devastati dall'abusivismo edilizio, almeno dal 1979, anno in cui ho comperato la mia villetta di Rocca Priora in provincia di Roma,
acquistata da costruttore in una piccola lottizzazione approvata dal Comune di Rocca Priora, tanto è vero che ho preteso ed ottenuto dalla Soc. CESI, venditrice, il certificato di abitabilità rilasciato dal Comune, con tanto di timbro anche dell'Ufficiale Sanitario per la messa a norma della fossa biologica.
Poi qualche tempo dopo mi suona al cancello un distinto e compito signore dichiarando di essere un tecnico del catasto che gira per la lottizzazione per completare la pratica, avviata dalla Ditta costruttrice, di richiesta di accatastamento. Sono molto contenta dato che la ricevuta di tale richiesta era allegata al rogito e dunque la mia casa verrà accatastata. Il signore mi mostra il tesserino su mia richiesta ed io lo faccio accomodare in casa. Con tono un po' avvilito l'onesto tecnico mi dice che già è stato in altre villette della lottizzazione e che "gli tremano i polsi". Non capisco e chiedo il perché, mi spiega: "Signora qui per costruire c'era bisogno della preventiva approvazione delle Belle Arti, perché c'è il vincolo paesaggistico. I disegni depositati alle Belle Arti sono diversi da quelli depositati in Comune. Questo vuol dire che l'Ufficio Tecnico del Comune, per avere l'approvazione delle Belle Arti, ha mandato ad esse un disegno diverso, fraudolentemente ne ha ottenuto il consenso, ma al posto della sua camera da letto con balcone nei disegni mandati alle Belle Arti c'è una terrazza con fioriera." 
Così tutti i proprietari delle dodici villette, io compresa, capirono che, quello che diceva in dialetto l'operaio rimasto a custodia dell'ultima villetta rimasta invenduta, era vero: "Qua pe' queste case il Sindaco e l'Ingegnere della Commissione Edilizia se so' presi tre giorni de' galera!"  E sono pure pochi, penso io, per l'inganno e i fastidi che ne sono seguiti. Io, come gli altri, dovemmo sanare un abuso edilizio di cui non eravamo autori ma vittime! 
La legge dovrebbe rifarsi sugli autori dell'abuso e non sulle vittime.
Ora, da qualche anno, sembra che nei rogiti sia stato messo il veto a farli se l'immobile presenta anche un minimo abuso edilizio, pena la nullità dell'atto e la perdita del sigillo notarile per il notaio. Ma sembra che ci siano notai che accettano di farlo omettendo di citare nell'atto le parti costruite o aggiunte in abuso. Lo fanno sperando nella mancanza di controlli o denunce sul loro operato.
Ora, se questo decreto rimane come è, Rocca Priora e le case che in questi anni ho visto venir su come funghi dopo la pioggia, qualora non sanate con i condoni del 1985 e 1994, resteranno per sempre non sanabili dato che il Ddl in approvazione recita che sono esclusi da ogni possibilità gli immobili: "costruiti su area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, sismico,", e il territorio di questo Comune, da mia diretta esperienza, è sottoposto a vincolo ambientale e, come si è visto per i recenti terremoti del Centro Italia, ma anche prima, è anche territorio sismico.

giovedì 25 maggio 2017

Il malessere dei Dirigenti Scolastici

Da: La Tecnica della Scuola

Duemila ds a Roma per protestare e ottenere risposte a molti problemi


Da: Repubblica.it sede di Bologna

La goccia, l’ultima almeno in ordine di tempo, è stato l’obbligo sui vaccini nelle scuole: saranno i presidi a controllare. "Ma certo, anche questa", sono sbottati i più. Prima c’era stato il fronte del panino libero in mensa, poi gli infiniti e contradditori adempimenti sull’anticorruzione e la trasparenza, la privacy e i contratti. Insomma, presidi sempre di corsa su più scuole, talvolta dalla città al “plesso” fin sull’Appennino, con segreterie al collasso e famiglie che assediano i loro uffici, travolti da un mare di burocrazia, responsabili di tutto e di tutti a stipendio che si aggira intorno ai 2.600 euro al mese. Non proprio una busta paga da dirigenti. Per questo oggi saranno a Roma a protestare, alla manifestazione indetta dall’associazione nazionale presidi (Anp). Non tutti, a partire coi pullman saranno un’ottantina di presidi emiliano romagnoli (una ventina da Bologna). Altri andranno all’assemblea indetta dai Confederali stamattina al liceo Sabin e poi al presidio sotto le finestre del direttore scolastico regionale Stefano Versari. Qualcuno sciopererà con l’Udir, nuova sigla.


 Nelle scuole bolognesi sta girando una raccolta di firme su un documento che rappresenta il malessere dei dirigenti, pronti per protesta a non compilare il “portfolio” introdotto dalla Buona scuola per valutarli o a non rendersi più disponibili a guidare più scuole. Quella di un solo preside su due istituti è un’altra emergenza: il prossimo anno su 533 istituti scolastici in regione le reggenze saranno 153, quasi un terzo, destinate a salire a 180 dopo i pensionamenti e i trasferimenti.

Sul piatto c’è anche il rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici. Cgil, Cisl, Uil e Snals, vogliono «aprire immediatamente il confronto». E chiedono di «escludere

 dalle responsabilità della dirigenza scolastica i compiti impropri ed estranei al servizio educativo». Lamberto Montanari, presidente regionale Anp, mette in fila i problemi: «Contestiamo la burocrazia inetta e inutile che ci travolge, abbiamo una retribuzione che è la metà di qualsiasi altro dirigente statale, con una media di 150 dipendenti da seguire, oltre agli studenti, per i quali siamo responsabili".

Dal sito dello SNALS Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori della Scuola

Nel corso della manifestazione, una delegazione rappresentativa delle provenienze territoriali dei manifestanti è stata ricevuta dai Capi Dipartimento dott.ssa Bono e dott. Chiappetta che hanno preso atto delle legittime richieste dei dirigenti, rispetto alle quali il MIUR ha espresso la sua valutazione positiva scontrandosi con il veto ostativo dell'organo di controllo del MEF.
Hanno ribadito che la decisione sulla questione è di competenza politica 

Gli articoli comparsi sui quotidiani sono necessariamente frammentari sui vari problemi che investono la figura del Dirigente Scolastico, dato che sono ormai un coacervo e per poter scriverne bisognerebbe fare un'inchiesta. Bisognerebbe vivere per alcuni giorni accanto ad un Dirigente Scolastico che illustri le problematiche, mentre il giornalista VEDE con i sui occhi e sente con le sue orecchie l'assurdità della situazione.
Pseudo giornalisti scrivono cavolate senza saperne nulla, da ciò che scrivono si capisce che vanno per sentito dire, portando pochi esempi di veri e propri "matti" come ce ne sono purtroppo in tutte le categorie... In particolare mi riferisco ad un articolo su Il Fatto Quotidiano scritto da un tizio due giorni fa in cui costui scrive di Dirigenti Scolastici che lavorano mezza giornata! Fantascienza!  
Gli adempimenti e le responsabilità non lo consentono, anche volendo.
Poi parla di selezione. Tanti in passato sono diventati Presidi provenendo dalla carica di Direttore Didattico, ma i nuovi Dirigenti Scolastici, coloro che hanno affrontato il Concorso quando già la Legge aveva definito la nuova figura dirigenziale, hanno superato delle prove concorsuali durissime. 
Mi dicono alcuni di costoro che fra i professori e, per chi dirige Istituti Comprensivi, fra i maestri, esiste una ignoranza totale delle leggi, delle normative e delle procedure che il loro Dirigente Scolastico ha sulle spalle. Mi sembra di aver letto che l'autore di quell'articolo si definisce "maestro"...
L'aspetto della retribuzione poi è importante, ma non quanto le responsabilità penali di cui ho parlato in un precedente post.
Non sono i 2600 euro netti al mese, che in alcuni casi sono anche meno giacché c'è una quota variabile, quanto il fatto che gli imbucati nelle sedi del Ministero, grazie alle raccomandazioni, prendono il doppio senza avere le responsabilità di chi dirige un Istituto con 1500 o 1200 persone sotto la propria responsabilità penale e civile: come ha detto a chiare lettere il Presidente dell'Associazione Nazionale Presidi. 

Riflessioni sulla Riforma Madia

Da: Il Sussidiario.net

da un articolo di Sergio Luciano

Prima di ogni valutazione di merito va detto che, come già a proposito dell’abolizione dell’articolo 18 con la sua storica protezione contro il licenziamento individuale economico e disciplinare, è all’inefficienza di una supercasta del pubblico impiego, quella dei magistrati, che dobbiamo dir grazie se adesso sembrano essere inevitabili regole più cattive. È all’inefficienza e infingardaggine delle toghe che si deve l’esistenza di una prassi giudiziaria lassista e scombinata, in base alla quale per decenni in Italia è stato impossibile licenziare perfino i ladri colti in flagrante, in base alla quale i detenuti in attesa di giudizio per reati contro lo Stato e scarcerati per scadenza termini non solo venivano riassunti e riammessi allo stipendio, ma ricollocati nelle funzioni statali violando le quali erano finiti in galera, senza che nessun giudice del lavoro riconoscesse mai le ragioni del datore di lavoro, amministrazione pubblica o azienda privata che fosse. Oltretutto, “l’esproprio” di giurisdizione che la magistratura ha subito con il Jobs Act non è stato oggetto della benchè minima protesta da parte della casta dei giudici perché era diventata materia ormai irrilevante per le cronache e per il prestigio e per il progresso delle loro carriere, quindi ben lieti di spogliarsene, proprio loro, così pronti alla mobilitazione appena gli si sfiora una prerogativa… Ma tant’è.
Nella riforma Madia qualche briciola di opportune “strette” disciplinari s’intravede. Ma proprio qualche briciola, mista a vari detriti che creeranno fatalmente pasticci e confusione. Innanzitutto salgono da sei a dieci i casi che possono condurre alla sanzione più grave, il licenziamento: false timbrature, assenze ingiustificate, false dichiarazioni per ottenere promozioni eccetera. C’è sempre il legalese che complica, quando si dice che la violazione dei codici dev’essere “grave e reiterata”, come se potesse essere “non grave” farsi timbrare il cartellino da un collega, magari a Carnevale. Ma fin qui ci sta.
Il nodo è e sarà, operativamente, la questione delle “costanti valutazioni negative”, quelle che annualmente ogni statale riceve da sempre dal suo superiore e che da sempre non sono mai servite a niente. Per licenziarne uno, con la riforma, basteranno tre anni consecutivi di valutazioni negative. Ma chi accerterà che il giudicante sia meritevole? E non sia mosso, magari, da astio, livore, rancore? O che non si accanisca, hai visto mai, contro un subordinato che lo contrasta su un proposito illecito?
Inoltre, ha precisato la ministra, per dare massimo vigore alle sanzioni, loro eventuali “vizi formali” non basteranno ad annullarle se un dipendente avrà sbagliato. E qui c’è un po’ da sorprendersi, perché un “vizio formale” in una procedura così delicata com’è un licenziamento discredita chi la conduce: non sanzionare una simile anomalia è come permettere al vigile urbano che ci mette la multa per divieto di sosta di parcheggiare davanti al passo carraio. Ma non si è sempre detto che la moglie di Cesare dev’essere al di sopra di ogni sospetto?
Inoltre, che succede se scatta il licenziamento? Come per i privati, succede che il giudice al quale il licenziato si appella potrà al massimo assegnargli un indennizzo ma non il reintegro, e questo indennizzo potrà essere al massimo di 24 mesi. Domandona: ma se un dirigente licenzia un dipendente che poi chiede e ottiene il reintegro, ovvero l’indennizzo, non dovrà - il dirigente - rispondere di danno erariale? Ma certo che dovrà, quindi - è sperabile - si guarderà bene dal licenziare chi non se lo strameriti…Ovvero, non licenzierà nessuno: per non rischiare.
Al di là delle materie contrattuali che la riforma regola, l’ulteriore elemento di moralizzazione potrebbe arrivare dalla concentrazione sull’Inps, e non più sulle Asl, delle visite fiscali: “Dal primo settembre ci sarà un polo unico per le visite fiscali, con le competenze sui controlli che passeranno dalle Asl all’Inps, omologando il settore pubblico a quello privato”. Questo è un bene, sempre ammesso e non concesso che l’Inps abbia le strutture per fronteggiare il nuovo onere operativo: il ministero ha emanato infatti una direttiva che prevede controlli a campione sulle assenze. E i controlli si fanno col personale.
Le riforme si fanno per raddrizzare il sistema che non va e ben dice l'articolo di Sergio Luciano: per anni l'ho pensato anch'io che il danno lo facevano i magistrati. E non era l'articolo 18 il problema, in quanto anche con esso si poteva licenziare chi truffava il datore di lavoro timbrando la presenza ma andando poi altrove a svolgere altre attività, che fossero ludiche o addirittura altro lavoro non importa.  

Programmi idioti

Torto o ragione? Il verdetto finale

Era da un po' che volevo scrivere un post su certi programmi che costano ai contribuenti e non danno NULLA.
Forse, negli intenti di chi li fabbrica e poi li manda in onda, servono a far passare solo il tempo davanti al televisore a qualche vecchietto rimbambito da tenere buono, perché non legge libri per via degli occhi o non ha mai avuto l'abitudine a leggere e non ce la fa più a muoversi tanto da dedicarsi ad altre e varie attività, dunque sta seduto inerme davanti ad una sequenza di immagini forse senza neppure capirne il senso...
Uno di questi inutili e fasulli programmi era "Torto o ragione? Il verdetto finale": un tribunale finto, contendenti finti, una storia mai accaduta, testimoni finti... Praticamente un "Forum" di Mediaset con qualche variante.
Ma mentre Mediaset mantiene codesti insulsi programmi con la pubblicità, RAI 1 è mantenuta dal canone (imposta) che la mia famiglia paga dal lontano 1970: 47 anni!!! A differenza di chi evadeva l'imposta che, con un sistema "ad accetta" e non "a bisturi", Renzi ha pensato bene di recuperare su ogni contratto di energia elettrica.
Ma anche per codesti insulsi programmi la RAI pretende di interrompere la trasmissione in continuazione per infilarci spot pubblicitari a raffica sempre più demenziali.
Prima di scrivere questo post sulla trasmissione condotta da Monica Leofreddi
sono andata a documentarmi su alcuni aspetti del programma ed ho scoperto che proprio ieri è stato dato l'annuncio che è stato soppresso dalla RAI.
Dunque come sempre i miei pensieri sono abbastanza nella media e la gente è meno stupida di come i dirigenti superpagati della RAI suppongono.
Gli ascolti erano bassissimi per l'insulsa, inutile sceneggiata che era "Torto o ragione? Il verdetto finale".
Forse le menti superpagate che siedono nelle privilegiate poltrone RAI capiranno finalmente che la gente, persino i vecchietti rimbambiti, vogliono AUTENTICITA'?
Se si manda uno sceneggiato (oggi all'inglese "fiction") la gente sa che è una finzione, ma sfugge il senso di fingere un tribunale con improbabili storie senza che sia una storia romanzata, ma un ibrido né carne né pesce.
Allora, se si vuole intrattenere gente inerme che non può fare altro che stare passivamente davanti ad un televisore, mandassero dei bei documentari, che costano molto meno di tutte quelle figure utilizzate per i finti tribunali, non ultimi i personaggi a vario titolo "famosi", la cui opinione non interessa a nessuno, ma usufruiscono del gettone di presenza con cui campano girando per gli studi televisivi a gettare aria dalla bocca; i documentari fanno vedere il mondo a chi non può viaggiare e istruiscono, cosa non da poco anche per chi è ormai vecchio. 

martedì 23 maggio 2017

Attentato a Manchester GB

Da: TGCOM 24


Manchester, attentato kamikaze al concerto di Ariana Grande: 22 morti e 59 feriti

Secondo la polizia, ad agire è stato un solo attentatore. La premier Theresa May: "Atto orribile". Tra le vittime ci sono anche bambini


Se la Gran Bretagna, uscendo dall'UE, pensava di tirarsi fuori dai guai delle quote migranti ovviamente si sbagliava, giacché il Cavallo di Troia l'ha già dentro le mura.
E non è l'unica, come ha dimostrato anche il Belgio.
Pagano il fio del loro sfrenato colonialismo? Può darsi. Noi, accusati del colonialismo fascista, abbiamo meno persone assorbite dal canale coloniale essendo stati in pochi Stati e per un periodo minore. Ora stiamo provvedendo portando il Cavallo di Troia coscientemente dentro le mura. Come i troiani, quelli che hanno fatto la marcia di Milano, si illudono che le masse che arrivano dall'Africa sono un dono degli Dei. L'Italia ne verrà distrutta e impoverita come Troia fu messa a ferro e fuoco.

Marcia di Milano  in favore dei migranti
Nel 1978, girando per Marsiglia, fui colpita dalla massiccia presenza araba. Anche mio marito era restio a girare oltre le dieci di sera. Dopo quell'ora si vedevano pochi francesi e molti arabi. Una volta assistemmo alle grida di una donna che litigava in mezzo alla strada semideserta con due uomini. Era un'atmosfera che allora non si viveva in nessuna città italiana. Certo qui avevamo il terrorismo rosso e le stragi nere, un male interno. Ma i francesi avevano la conseguenza del loro colonialismo in Algeria che aveva importato una grossa componente araba.
La Gran Bretagna ha importato di tutto con il suo Commonwealth e, come si è visto in Belgio e in Francia, non basta poi nascere lì, quando le radici culturali restano altrove.
Manchester è una città che ha problemi suoi, nel 2000 ho visto il vomito sui marciapiedi davanti ai Pub dove la gente già all'ora di pranzo beveva fino a star male; la sera, all'ora di cena, un collega di mio marito, con cui stavamo raggiungendo il ristorante in pieno centro della città, veniva abbordato da una prostituta, con evidenti segni del sarcoma di Kaposi sul viso, mentre la mattina avevo assistito, nel medesimo centro città, al degrado di una bella e giovane fanciulla sdraiata in terra, non so se ubriaca o altro, nell'assoluta indifferenza dei passanti. Immagini di pochi giorni di permanenza che mostravano un degrado che ancora nelle nostre città non si vedeva. Oggi, dopo 17 anni, ci siamo adeguati.

lunedì 22 maggio 2017

Dirigenti Scolastici e Buona Scuola

Nonostante la propaganda infondata del giornalismo corrente e nonostante le grida altrettanto infondate contro la Riforma del Governo Renzi sulla cosiddetta Buona Scuola da parte dei partiti e di certi sindacati, la Legge 107/2015 è una buona legge.
A furia di urlare contro l'insensata immagine del "Preside Sceriffo", nei decreti attuativi pare che abbiano subordinato le scelte del povero Dirigente Scolastico, non più Preside che faceva ben altra bella vita, a delibera approvativa del Collegio Docenti prima di chiamare questo o quel docente per chiamata diretta.
Al povero Dirigente Scolastico sai che gliene cale di chiamare questo o quello? Questo del dover riunire il Collegio Docenti per sottoporre il curriculum del chiamato alla sua approvazione è solo un altro adempimento in più fra le migliaia che la follia Ministeriale ha scaraventato sulle spalle di un'unica persona reggente uno o più Istituti Scolastici.
Se io fossi un Dirigente Scolastico, per legittima difesa, me ne strafregherei di scegliere un buon docente per tirare su l'immagine della Scuola, dovendo convocare all'uopo ogni volta un Collegio Docenti in più, oltre tutto il resto che mi obbligano a fare!
Ricordo che il mio Preside se ne stava seraficamente nel suo studio, con un bel tappeto persiano a circondare la sua scrivania e per entrare nella sua stanza i professori dovevano chiedere udienza.
Scordatevi un simile regale ruolo per il povero Dirigente Scolastico! Oggi tutti vogliono tutto, hanno diritto a tutto e il Dirigente Scolastico è colpevole di tutto a priori!
Non sono apocalittica, sono sarcastica, perché quel che avviene ai circa 7000 Dirigenti Scolastici italiani non rasenta la follia: è FOLLIA!
La Legge 107/2015 non ha regalato niente ai Dirigenti Scolastici ma non è neppure la causa della vigente FOLLIA.
La FOLLIA è dovuta ad una legge precedente: il Decreto Legislativo n. 81/2008, che costituisce il Testo Unico per la sicurezza sul Lavoro, che altro non è che la Legge 626/1994 aggiornata.
Va tutto bene, tranne che è applicata ai Dirigenti Scolastici come a qualsiasi altro datore di lavoro pubblico o privato.
Ora, non bisogna essere un esperto di Diritto per capire che, per dare una Responsabilità Penale ad una figura fisica, devi dare anche gli strumenti giuridicamente reali perché questa persona fisica possa discernere fra infrangere la legge a suo rischio e pericolo o se  adottare tutti i provvedimenti per non infrangerla.
La figura del Dirigente Scolastico, istituita con Art. 21 legge 15 marzo 1997 e n. 59 del regolamento emanato con DPR 8 marzo 1999 n. 275, ha di sbagliato che NON HA GLI STRUMENTI PER EVITARE DI FINIRE NEL PENALE PER QUEL CHE ATTIENE LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO, responsabilità che le leggi istitutive di questa figura dirigenziale mettono in capo ad essa.
Persino una banale e veloce ricerca su Wikipedia lo dice:
Il dirigente in materia di sicurezza, assume il ruolo e i compiti che la legge assegna al datore del lavoro. Tuttavia non può intervenire direttamente, con interventi strutturali, sugli edifici, in quanto questi rimangono di competenza degli Enti Locali.

Come è dunque possibile che di fronte ad un incidente causato da inadempienze degli Enti Locali preposti (Comuni e Province) la responsabilità penale ricada sulla figura del Dirigente Scolastico?
E' un orrore giuridico e, a mio modesto avviso, lede i Diritti Costituzionali del cittadino Dirigente Scolastico.
E' come dire, estremizzando, che se uno accoltella una persona ne risponde chi ha assistito impotente al gesto criminale senza poter intervenire, finendo in galera per omicidio, mentre l'accoltellatore ha una pena inferiore.
Non sembri esagerato il paragone perché nei fatti è così.
L'incapacità della Giustizia ha portato negli ultimi 20 anni, almeno, ad un rimedio che è peggio del male: per ogni piccola cosa è stata fatta una legge invece di leggere bene quelle esistenti e, soprattutto, applicarle. Da questa irresponsabilità collettiva ne scaturisce una Giustizia che NON E' PIU' TALE, questa è la netta sensazione percepita dal cittadino. E questo in tutti i campi.
Ma nel campo importantissimo della Scuola questo fenomeno di FOLLIA della giustizia ha raggiunto limiti insopportabili di cui chi governa DEVE farsi carico. Non si può, giacché sono solo 7000 circa, lasciare all'arbitrio di una magistratura che sentenzia in modo folle i Dirigenti Scolastici. Circa 7000 che votano sono pochi per la politica e per i sindacati poche tessere! Ma non siamo in una Repubblica Democratica che dovrebbe difendere le minoranze?
Il Dirigente Scolastico, dunque, è responsabile del luogo di lavoro Scuola essendo giuridicamente considerato Datore di Lavoro. In realtà egli non è il datore di lavoro dei circa, do' un numero necessariamente medio, 150 dipendenti, fra professori, maestri e bidelli, essendo il loro datore di lavoro il Ministero, dato che è il Tesoro che paga i loro stipendi.
Ed ecco le contraddizioni che rendono spuria tutta la faccenda: i Dirigenti Scolastici firmano i contratti per conto del MIUR.
Gli studenti sono considerati come i lavoratori della cui incolumità il Datore di Lavoro - Dirigente Scolastico è responsabile.
Quali strumenti ha a questo punto il Dirigente Scolastico per non finire in galera in caso di incidente all'interno o in prossimità dell'edificio scolastico che dirige?
Fra i suoi obblighi egli deve adottare entro 90 giorni dal suo insediamento il Piano di Emergenza:
  Che cos'è un piano di emergenza delle scuole e chi lo deve predisporre?
Il piano di emergenza è contenuto nel documento di valutazione dei rischi ed è uno strumento operativo che deve essere predisposto in ogni scuola ad opera del Dirigente Scolastico.
E' obbligatorio (D.M. 26/8/92) e ha lo scopo di informare tutto il personale docente e non docente e gli studenti, sul comportamento da tenere nel caso di un allontanamento rapido dall'edificio scolastico.
Attraverso questo documento si devono perseguire i seguenti obiettivi:
  • indicare le procedure da seguire per evitare l'insorgere di un'emergenza;
  • affrontare l'emergenza fin dal primo insorgere per contenerne gli effetti e riportare la situazione in condizione di normalità;
  • prevenire situazioni di confusione e di panico;
  • pianificare le azioni necessarie a proteggere le persone sia all'interno che all'esterno dell'edificio;
  • assicurare, se necessario, un'evacuazione facile, rapida e sicura.
E quali competenze ha un Dirigente Scolastico per poter predisporre tutto questo? Mettiamo che abbia una bella Laurea in Lettere? Niente paura, egli deve essere coadiuvato da un esperto che può scegliere lui stesso con apposito contratto: la figura professionale si chiama RSPP (responsabile prevenzione e sicurezza), ma legalmente se qualcosa non va il Responsabile Legale è sempre il Dirigente, anche se in caso di giudizio per gravi incidenti è coinvolto penalmente anche l'RSPP. 
A questo punto è il caso che io porti alcuni esempi pratici di questa allucinante situazione tutta italiana: l'ultimo in ordine di tempo, ma purtroppo non l'unico, riguarda la Prof.ssa Franca Principe, Dirigente Scolastico di un Istituto di Scuola Secondaria Superiore di Sapri, provincia di Salerno.  
Da: Il Mattino

Studente precipitò e si ferì al liceo
condannati preside e tecnico

di Antonietta Nicodemo Mercoledì 17 Maggio 2017, 07:45 
SAPRI - A cinque anni e dieci mesi dall’episodio in cui rischiò di perdere la vita Nicolò De Luca di Torre Orsaia, all’epoca studente liceale, arriva la sentenza di primo grado sui fatti che si consumarono nel polo liceale «Carlo Pisacane» di Sapri. Il Tribunale di Lagonegro ieri pomeriggio ha condannato ad un mese di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, e al risarcimento dei danni per lesioni colpose e gravi: il dirigente scolastico Franca Principe e l’allora responsabile della sicurezza scolastica, l’ingegnere Nicola Iannuzzi. Assolto da ogni accusa l’ingegnere Lorenzo Criscuolo, all’epoca dirigente del settore edilizia scolastica della Provincia. 
Il risarcimento dovrà essere quantificato davanti ad un tribunale civile, intanto i due imputati condannati dovranno liquidare immediatamente alla famiglia De Luca quindicimila euro come anticipo del risarcimento dei danni subiti da Nicolò, oggi studente di giurisprudenza a Roma. I giudici si sono riservati di depositare le motivazioni entro novanta giorni. L’episodio finito sotto processo risale al 7 luglio 2011 e si verificò mentre erano in corso gli esami di maturità. 
Questo il fatto e il suo esito giudiziale. Ma cosa NON HA FATTO la Prof.ssa Principe per meritare un simile pesante giudizio penale che ha dei risvolti di danno economico per lei e la sua famiglia non indifferenti?
I fatti, desunti da altri articoli di giornale, dicono che la Dirigente scrisse alla Provincia competente dell'edilizia scolastica che esisteva il pericolo del lucernario, scrisse una disposizione per tutto il personale dell'Istituto di tenere le finestre che davano sul lucernario chiuse, fece apporre ovunque tale avviso.
Quindi, in pratica, ella aveva fatto tutto quanto era nei suoi poteri. Il resto competeva alla Provincia che avrebbe dovuto intervenire su quel lucernario pericoloso.
Una bidella contravvenne alla disposizione del Dirigente lasciando aperta una finestra, il liceale contravvenne agli avvisi esposti, scavalcando la finestra e salendo sul lucernario che si sfondò definitivamente.
Al momento del fatto la Dirigente era a km. 150 dalla Scuola impegnata quale Presidente di commissione di esami in altro Istituto Statale.
L'apparente scappatoia da questa gogna architettata e predisposta da Leggi e Regolamenti folli che, per ora, nessuno ha pensato di correggere, è che basterebbe che il Dirigente scrivesse scrivesse scrivesse, quanto la Prof.ssa Principe ha fatto nel caso in specie, e se avviene l'incidente egli sarà sollevato da ogni responsabilità.
Perché dunque invece ella è stata condannata? Non è l'unico caso. Perché questi magistrati non tengono conto dell'unica cosa che il Dirigente può fare se lo ha fatto?
Posso tentare, assumendomi la responsabilità di ciò che scrivo, una risposta:
perché si cerca la via più breve per sanare lo stato tragico in cui versa l'edilizia scolastica in Italia, altrimenti lo Stato, rappresentato dagli Enti Locali, dovrebbe chiudere tutti gli edifici scolastici NON A NORMA.
Punendo il Dirigente e, al massimo, il suo RSPP, il capro espiatorio resta locale: di quella Scuola specificatamente e lo Stato non viene chiamato in causa.
Una scelta, quella della magistratura, che puzza di copertura di ben altre responsabilità che chiamano in causa figure istituzionali più importanti.
Si potrebbe obiettare allora perché non siano i Dirigenti a predisporre la chiusura, quando gli Enti Locali preposti non provvedono dopo che egli ha scritto: PERCHE' non possono farlo, altrimenti possono essere accusati di INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO!
Fra l'incudine e il martello dunque!
Solo il Prefetto e il Sindaco possono predisporre la chiusura di una Scuola.
E' vergognoso che nessuno del Governo ascolti la voce dei Dirigenti Scolastici che si è levata spesso e in varie sedi istituzionali.
Questo da conto del disinteresse per la Scuola, iniziando dalle figure apicali degli Istituti, lasciate nel più totale abbandono, scaricando su di esse una summa di adempimenti amministrativi asfissianti, di cui gli Uffici Scolastici Regionali si sono liberati e, nel contempo, rendendole responsabili di ciò di cui umanamente è impossibile che siano! Dalla bidella che contravviene alla disposizione scritta dal Dirigente, che non è chiamata a rispondere davanti al giudice del suo gesto, al dipendente della Provincia che non ha provveduto a quanto segnalato dal Dirigente!
Può una singola persona controllare i gesti di 150 dipendenti, minuto per minuto? E se non è in grado di farlo, girando come un vigilantes per l'edificio facendo la ronda visto che ha anche altri compiti, va condannato? Come è possibile questa concentrazione di Responsabilità su un'unica figura umana a cui si chiedono capacità disumane, come l'onnipresenza e l'onniscienza?
Dopo aver superato Concorsi duri in cui è stato chiesto loro quasi tutto lo scibile umano, molti di loro vorrebbero tornare a fare i professori di fronte a tale inaccettabile situazione ma, mentre prima i Presidi potevano farlo a semplice domanda, ora debbono dimettersi, poi fare domanda che, se non viene accettata, li lascerebbe senza lavoro, dopo tanti concorsi e sacrifici.
Una volta oltrepassata quella porta l'Amministrazione Pubblica ha pensato bene di chiuderla alle loro spalle: forse supponendo con coscienza sporca che altrimenti ci sarebbe uno svuotamento delle Dirigenze Scolastiche?
E tale caterva di mali non è affatto compensata da adeguata soddisfazione economica: nel Lazio, ad esempio, causa errori non so se del Tesoro o del MIUR, alcuni Dirigenti hanno firmato il contratto per una cifra che poi è stata decurtata, appunto per l'errore amministrativo di qualcuno! Dato che al momento della firma di un contratto si è scelto di firmare magari proprio anche per la retribuzione allettante, come può lo Stato cambiare le carte in tavola per un mero errore umano?
Nessuno paga? Solo i Dirigenti Scolastici per gli errori altrui?
Fare causa per inadempienza di quanto scritto sul contratto di lavoro? Perché no? Pagare un avvocato, attendere anni ed un esito incerto, vista la giustizia in Italia. 

Da: CGIL Scuola

Condannato il dirigente scolastico del Convitto dell’Aquila crollato nel terremoto del 2009

Non sono i soggetti che gestiscono le attività educative delle scuole che si devono occupare degli edifici; l’edilizia scolastica sia messa al primo posto negli investimenti pubblici; si ricostruisca un sistema efficace di responsabilità e di garanzia per la sicurezza delle scuole italiane.

16/11/2015

Il dirigente scolastico del Convitto ha pagato insieme al dirigente dell’amministrazione provinciale – condannato a due anni e sei mesi di reclusione – lo stato di incuria e di abbandono in cui si trovano le strutture che ospitano le scuole italiane.

È inaccettabile per un Paese civile e per il suo futuro, per la sicurezza e per l’incolumità di coloro che studiano e lavorano nelle scuole che ad essere condannato per le tragiche conseguenze dell’effetto del terremoto del 2009 sulle fatiscenti strutture della scuola sia il dirigente del Convitto


Il povero Prof. Bearzi colpevole secondo i giudici fino alla Cassazione di:
non aver previsto la scossa di terremoto che ha fatto crollare parte del Convitto uccidendo tre studenti;
non aver reso sicuro l'edificio, nonostante i Dirigenti Scolastici  non ne abbiano obbligo, facoltà e mezzi essendo questi deputati alle Province per tutti gli edifici della Scuola Media di Secondo Grado.
Alla Commissione Grandi Rischi assoluzioni e 2 anni solo ad un componente non apicale..
All'esterrefatto e distrutto Preside una pena pesantissima.
Misteri delle menti giudicanti. 
Aggiungo che ho appreso che il Prof. Bearzi aveva telefonato alla Protezione Civile chiedendo se, vista la situazione dell'Edificio, c'erano rischi:
la Protezione Civile rispose che la Commissione Grandi Rischi aveva detto che non c'erano rischi.
Tutti assolti e poche pene: la pena più alta in assoluto per il terremoto de L'Aquila l'ha avuta il Dirigente Scolastico del Convitto.
Una giustizia da Medioevo! Ma quale democrazia??!!! Qui si usano i capri espiatori!





venerdì 19 maggio 2017

Francesca Benedetti

Da: L'Indipendente.net


SABAUDIA Elezioni, Benedetti punta tutto sulla sanità




Francesca Benedetti
Francesca Benedetti, candidata al Consiglio comunale nella lista ‘Obiettivo in Comune’ per Pasquale Capriglione Sindaco

SABAUDIA, 19 MAGGIO 2017 – Francesca Benedetti, candidata al Consiglio comunale con la lista ‘Obiettivo in Comune’ per Pasquale Capriglione Sindaco, incentra il suo programma elettorale sull’importanza della Sanità a Sabaudia.
L’importanza per la cittadina di avere un Punto di Primo Soccorso efficiente e che possa stabilizzare i pazienti in condizioni critiche, è un aspetto sul quale un’amministrazione deve assolutamente fare il possibile per intervenire in maniera concreta. “Sabaudia è per dimensioni il terzo comune della provincia, ha una popolazione di circa 20000 abitanti tra cui molti anziani e stranieri, numero che aumenta in maniera esponenziale se si considera anche il flusso di turisti nei periodi estivi. È chiaro che un Pronto soccorso potenziato e in grado di accogliere un maggior numero di pazienti, potrebbe essere una valida risposta sociale alle necessità della nostra popolazione, considerando anche il fatto che gli Ospedali di Latina e Terracina sono distanti e comunque non riescono a far fronte all’elevato numero di utenze che si riversa da tutto il territorio pontinoha detto la Benedetti -. È proprio di questi giorni infatti la notizia dell’emergenza scattata al Pronto Soccorso del Santa Maria Goretti in cui vi erano moltissimi pazienti in lista d’attesa, a conferma che nella regione Lazio, siamo una delle province che più necessità di strutture adeguate. Ritengo che la salute del cittadino debba sempre essere al primo posto ed è per questo che sarà un punto assolutamente prioritario della nostra azione amministrativa – ha incalzato la Benedetti -. Sarà impegno della nostra coalizione, guidata dal candidato Sindaco Pasquale Capriglione, sollecitare tutte le istituzioni per la fornitura di materiali e strumentazioni mediche per consentire al personale di operare in maniera tempestiva e risolutiva sul paziente. Inoltre richiederemo alla Regione Lazio di poter usufruire degli spazi ex IPAI inutilizzati per inserire tutti quei servizi sanitari che ad oggi non sono presenti”.

Quello che mette in risalto Francesca Benedetti è una realtà importante che ho avuto modo di sperimentare anch'io.
Un mio familiare ha avuto un momentaneo problema pressorio e, avendo avuto pregressi problemi cardiaci, ha avuto bisogno di un intervento medico urgente, che ha trovato presso il Pronto Soccorso di Sabaudia. L'efficienza del Cardiologo di turno è stata importantissima e, nella sala d'aspetto, non eravamo gli unici. Segno che tale Presidio è indispensabile. Dunque va tenuto aperto e, come promette Francesca, potenziato di attrezzature e mezzi.