La violenza inizia là dove non si può più esprimere il dissenso da ciò che sta facendo il tuo governo senza essere insultati con termini dispregiativi: che sia populismo o fascismo non fa differenza. E' comunque una intimidazione psicologica.
Sono sempre dalla parte del popolo, che può anche sbagliare, ma penso sempre meno dei politici.
Quindi si, sono populista e non pro-Casta: castista.
Se la maggior parte della gente sente un andazzo come errato quella è la strada della verità.
Siamo tutti differenti, ma ciascuno di noi nella propria vita quotidiana avverte la fatica che ci impone un governo ingiusto e la constatazione quotidiana di questa ingiustizia ci irrita e ci offende.
Dobbiamo pagarci tutto e pagare tasse su tutto.
Come può andarci bene che la TV di Stato si occupi prevalentemente degli zingari, di dove hanno le loro abitazioni, mostrandoci il loro stile di vita di sempre: mucchi di rifiuti che producono senza pagare Tassa sui rifiuti, senza differenziare nemmeno, quando gli stessi politici, che di costoro si preoccupano, si riempiono la bocca di progetti ecologici del sistema smaltimento rifiuti!
E' tutta una contraddizione! Mentre l'ingiustizia sull'italiano medio impera!
L'ho scritto e lo ripeto, quando a Roma di neri se ne vedevano pochi, 1951, io giocavo con un'amichetta nera di pelle, tipo somalo, sorvegliate dall'occhio affettuoso di suo padre e di mia madre che ci accompagnavano a giocare nello stesso luogo. Per me non esisteva e non esiste distinzione di aspetto fisico fra esseri umani... Dunque se ieri ho provato forte fastidio a sentire la voce gutturale di un giovane nerissimo che urlava e rideva smodatamente nel suo cellulare, mentre stazionava davanti al supermercato per farsi dare soldi per mettere a posto i carrelli da chi glieli vuol dare, nelle ore in cui non dorme e mangia nel centro di accoglienza pagato da tutti noi, il motivo non è razzismo, no, il colore della pelle non c'entra niente, c'entra che non mi sta bene che lui sia qui, senza nessun titolo e che io con gli altri che pagano le tasse lo debba mantenere. La sua smodata felicità nasce dal fatto che non gli pare vero di stare in un Paese che lo ha ripulito, anche se lui è entrato senza alcun permesso, che gli ha dato i bei vestiti che indossa, forse il cellulare e la scheda pagata con cui parla, che ha gente gentile che gli da l'equivalente di 2.000 lire per mettere a posto un carrello, e pensa a quando rientrerà per la cena e troverà tutto apparecchiato, tutto ripulito... Non è razzismo: è rabbia.
Rabbia verso chi consente tutto questo e tanto altro.
Verso chi mi costringe a vedere i culi nudi sbattuti in faccia ai passanti da nigeriane ammiccanti e facenti gesti osceni a bordo strada, in pieno giorno, perché il mio Stato gli ha dato il tesserino di rifugiate!
Verso chi ha legato le mani ai miei Carabinieri, alle mie Forze dell'Ordine, preoccupandosi anche di approvare, non la legge contro la prostituzione in strada quale reato penale, la legge contro la tortura! Nemmeno fossimo in Egitto!
E tutto questo mentre si calpestano gli italiani, i migliori, quelli che hanno studiato, si sono sacrificati, hanno accettato lavori di ogni tipo pur di lavorare e hanno pagato le tasse, mentre il governo ci impone i parassiti da mantenere, ci parla di dare le case ai parassiti, ci dice che gli stranieri hanno diritto al ricongiungimento familiare... E fa questo mentre ad insegnanti gestiti da un Ministero dato in mano a incompetenti, ignoranti e forse anche di peggio, viene tolta la possibilità del ricongiungimento familiare, essi vengono sbattuti lontano dalle loro abitazioni, non date dallo Stato, ma comprate con risparmi e sacrifici, e costretti a pagare affitti per case vicine al loro luogo di lavoro deciso da un sistema opaco, arrogante perché non da spiegazioni dei criteri usati, ingiusto e forse corrotto per avere, nel silenzio e nel non rendere conto di ciò che fa, favorito "chi nell'apparato ha conoscenze"!
E il ragazzo nero e ben pasciuto ride nel cellulare pagato, lui ha tutto pagato, e urla nella sua lingua la sua felicità in un Paese che ha smarrito la sua identità.
L'italiano che ha studiato, che si è sacrificato, che paga il mutuo della sua casa, a cui mai nessuno ha pensato di regalare nulla, vive facendo il pendolare a centinaia di Km. dalla sua famiglia, dorme solo, si prepara i pasti tristemente da solo, lava la sua biancheria, paga l'affitto, il carburante e il consumo della sua utilitaria su e giù per questa Italia così malgovernata, che se ne frega se lo stipendio che gli da non può bastare per condurre la vita che il suo Stato gli ha imposto, senza rendergli conto del come e perché glielo ha imposto...
Il governo deve occuparsi di dare il tesserino di rifugiate politiche alle oscene nigeriane che se ne fregano dei bambini costretti a vederle mentre passano. Le madri non li possono bendare.
Il governo deve preoccuparsi di dove trovare una casa per i rom e di come dar da mangiare a tanti ben nutriti ragazzi africani, come anche di far partorire negli ospedali, ben assistite, le ennesime donne incinte arrivate dall'Africa, alle quali sembrerà davvero di aver trovato l'Eldorado, visto che in Africa partorivano al massimo sdraiate su una stuoia per terra assistite da una donna anziana...
Al governo, che non rispetta nemmeno più i diritti umani dei suoi insegnanti, gli italiani non interessano. Il Ministro del Lavoro l'ha detto: che se ne andassero all'estero questi rompiscatole di laureati, addottorati, con i loro master di I e II livello.
La sostituzione etnica con neri prima mantenuti e dopo sistemati a paghe bassissime è in atto. Diamo lo jus soli ai negretti scodellati qui, tanto il SSN ci è costato poco a noi italiani...
Potrei continuare, ci si potrebbe scrivere un libro... Ma la follia di quello che sta accadendo in Italia, l'ingiustizia che sentiamo in tanti sulla nostra pelle non è razzismo, non siamo stupidi limitati nell'intelletto, è la netta sensazione che stiamo vivendo un momento storico grave, insopportabile, come quello vissuto dai miei genitori al tempo del fascismo.. Anche lì, dalla dichiarazione di guerra in poi, ma anche prima con la limitazione della libertà, gli italiani vivevano male.
Ora per ogni cosa che subiamo giornalmente dovremmo ricorrere alla giustizia, pagando avvocati... e senza speranza di ottenerla nemmeno così. Questo è il segnale di un rapporto anomalo fra cittadino e Stato. Il cittadino dovrebbe sentire lo Stato vicino, amico, invece esso non rispetta nemmeno i nostri più elementari diritti.
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