Questo commento di un lettore di "La Repubblica" sotto un articolo intervista a Massimo D'Alema riassume il mio pensiero.
Il lettore si firma con uno pseudonimo, altrimenti ne avrei riportato nome e cognome.
Renzi è l'ennesima speranza perduta.
Va in giro con il treno per sentire i problemi della gente ma in realtà fa bagni di folla per la campagna elettorale. Giacché quello che pensa la gente, quella come me che l'ha votato, l'ha abbondantemente informato su alcune delle cose che non vanno e non ho visto il minimo interesse.
Ad esempio la sua Riforma della "Buona Scuola", nonostante chi legge per lui le e-mail che la gente gli scrive, a cui lui chiede di scrivere per sapere le cose che non vanno, gli farà sicuramente uno schema o un sunto delle problematiche, non si è visto nemmeno uno spiraglio di luce da parte sua, mentre tutto procede con l'Apparato sordo e cieco chiuso nella solita torre d'avorio, e i Dirigenti Scolastici e gli insegnanti nel tritacarne: per davvero e non per modo di dire.
Errori su errori nell'applicazione della sua Legge 107/2015 non vengono corretti, nemmeno dai Giudici del Lavoro per quel che attiene le mobilità sbagliate...
Non solo disagi esistenziali vivono tanti insegnanti, strappati alle famiglie per errori di algoritmo e non solo, ma danni economici pesanti tenendo conto degli stipendi vergognosi che prendono gli insegnanti italiani.
Siamo sempre "diversi" in Europa: gli eletti nei vari Consigli Regionali e Parlamento prendono retribuzioni le più alte di Europa rispetto agli equivalenti eletti in altri Paesi Europei, e gli insegnanti sono invece i peggio pagati rispetto ai loro equivalenti Europei.
Perché mai, Renzi, dovremmo votarla ancora?
Lei manda newsletter e chiede partecipazione, addirittura un contributo per il treno... Cos'è un'icona chiusa in sé stessa che elargisce parole?
E' come chi l'ha preceduta. Noi che stiamo in mezzo ai problemi quotidiani avvertiamo che lei parla parla ma non ce ne risolve alcuno. Noi siamo in balia di una burocrazia lenta, incapace, erronea, che non paga mai per i propri errori. Basta entrare in certi Uffici del MIUR per vedere gente che si trascina senza fare nulla, che guarda il cellulare, o delle carte tanto per far vedere che fa qualcosa, mentre le vite di chi la Scuola la vive in frontiera dipendono da questi bradipi.
L'importante è restare attaccato "all'albero MIUR" che paga lo stipendio. Lavorasse chi sta in frontiera. |
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