sabato 28 gennaio 2017

Una favola finita

Da: The Social Post.it  26 Gennaio 2017
Di 
Romina stronca le voci sul nascere: "Non farò un film con 
Al Bano"

L'ex moglie del Leone di Puglia lo ha dichiarato ai microfoni 

di Radio Free Station: "Non hanno la nostra collaborazione"

La smentita arriva sonora, e a tuonarla è proprio Romina, l’ex moglie di Al Bano. Circolava qualche tempo fa la notizia di un probabile soggetto cinematografico che raccontasse la love story tra i due. Ma quelle voci oggi vengono prontamente messe a tacere da uno dei due elementi della coppia artistica.

La Power: “Non ci sarà nessun film”

Il cantante aveva lasciato aperto qualche spiraglio di speranza nei fan della coppia. In molti, infatti, si erano entusiasmati nel sentire alcune dichiarazioni del signor Carrisi a proposito della possibilità di girare un film con la sua ex partner. “Dovrei incontrare a breve il produttore russo Andrej Agapov per capire e definire quali sono gli obiettivi del progetto” aveva detto Albano a tal riguardo. Sulla scia delle sue parole si è riaccesa immediatamente un’ondata di nostalgia tra gli appassionati della storica coppia. Vederli insieme sul grande schermo, ancora una volta, è dopotutto un desiderio di tantissimi.

Un entusiasmo velocemente smorzato dalla replica di Romina Power. L’ex moglie di Al Bano, recentemente, ai microfoni di Radio Free Station, ha troncato ogni sogno. “Per ora non c’è nessun film. Non hanno la collaborazione né mia né di Albano“. Poi ha aggiunto: “Sono qui per stare accanto a mia figlia Romina Junior, impegnata con un importante spettacolo teatrale“.

Nel futuro di Romina

Nessun film, ma tanto altro bolle in pentola per Romina. Nel futuro della Power non il cinema, ma la tv. La cantante, infatti, si appresta a cominciare una nuova avventura, e a ricoprire il ruolo di giudice.

Romina, appunto, sarà presenza fissa al nuovo show diretto da Antonella ClericiStandig Ovation, prossimamente in onda su Rai1. Lo spettacolo, che si presenta come talent per piccoli, vedrà protagonisti bambini, pronti a salire sul palco con genitori e parenti. Compagni di viaggio della Power in questa avventura, Nek e Ambra Angiolini.

Ho deciso di partecipare perché mi sembra una cosa carina” ha detto Romina. “Saranno cinque puntate. Ho fatto questa scelta per rimanere anche un po’ di più in Italia in modo da seguire mia figlia Romina Junior, che adesso sta lavorando a teatro“.

Romina Power e Albano Carrisi sempre belli, anche se invecchiati e ingrassati, come accade a molti.


Peccato, ma la favola vera è finita e Romina Power ed Albano Carrisi ormai sono uniti solo dall'amore per i tre figli rimasti loro e i risvolti economici derivanti dal loro lavoro artistico in coppia.
La gente, di fronte ad un mondo in cui la fragilità umana mostra divorzi e separazioni, quando non addirittura violenza ed uccisioni, aveva goduto del sogno d'amore di queste due belle persone e vorrebbe che non finisse mai... C'è voluta una figlia che ha compiuto un gesto folle per distruggerlo, come ricordo in questi post di qualche tempo fa:

Rita Coltellese *** Scrivere: Albano forte, Romina fragile

Rita Coltellese *** Scrivere: Romina ed Albano

Muri di confine

Da: La Repubblica.it  Di Francesca De Benedetti

Trump, scontro con il Messico: per finanziare il muro pronta una tassa del 20% sui loro prodotti 



Trump, scontro con il Messico: per finanziare il muro pronta una tassa del 20% sui loro prodotti
Il presidente messicano Enrique Peña Nieto (ansa)

Il presidente Peña Nieto: "Vogliamo rispetto". Salta il bilaterale previsto per martedì prossimo a Washington. Costretto alle dimissioni il capo dell'Agenzia Usa che controlla le frontiere. Su Twitter è boom dell'hashtag #FuckingWall lanciato dall'ex presidente Fox Quesada. 
Il muro tra Usa e Messico (afp)

"Pretendiamo rispetto, e comunque non saremo noi a pagare": è il volto duro del presidente messicano Enrique Peña Nieto, offerto in favore di telecamera poche ore dopo il via libera del suo omologo statunitense al muro con il Messico. O meglio, ai muri con il Messico: non c'è solo la barriera fisica che Trump vuole estendere al confine con l'America latina. C'è anche il muro politico ed economico che tra i due Paesi sembra diventare sempre più consistente, con la svolta protezionista degli Usa, con la guerra dichiarata dall'inquilino della Casa Bianca all'accordo di libero scambio Nafta, il "North American Free Trade Agreement" e con la possibilità di una tassa del 20% sulle importazioni dal Messico che servirebbero a coprire i costi della costruzione del muro. Secondo il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, l'imposta permetterebbe di raccogliere 10 miliardi di dollari l'anno.




Il Muro che vuole Trump personalmente non lo ritengo sbagliato. E' giusto che un Paese non sia "Terra di Tutti" e che si dia delle regole. Un Paese è di chi lo mantiene con le proprie tasse: questo non è contestabile, a meno che non si sia dei parassiti che ritengono giusto usufruire della roba degli altri. L'idea comunista delle cose messe in comune e della "proprietà privata che è un furto" non mi è mai piaciuta né l'ho mai trovata giusta. Perché se è vero che tanti hanno conquistato ricchezze in modo fraudolento quando non delinquenziale, è anche vero che la proprietà privata è anche frutto di sacrifici e di rinunce di ciò che si valuta come superfluo da parte di tanti uomini. Dunque ad ogni piccolo uomo è giusto preservare con le Leggi i suoi sacrifici, garantendo la sua piccola proprietà privata da intrusioni di parassiti quali ladri, delinquenti e truffatori, e allo stesso modo è giusto preservare i confini di una più vasta proprietà che è la Nazione, lo Stato, mantenuto in piedi con le tasse di tutti i cittadini. 
Mi viene dunque da fare un parallelo fra la nostra piccola vita quotidiana e le Grandi Scelte dei Governi. Non appaia strano: le Grandi Cose sono fatte dai piccoli uomini, dunque sempre la psicologia umana c'è di mezzo.
Il fatto che il Presidente messicano non voglia pagare per il muro che vuole fare Trump mi fa sorridere: è come se dichiarasse apertamente "A me non me ne fotte niente, non mi fa comodo, non lo pago." Cosa sommamente ingiusta e unilateralmente incivile, giacché sono i cittadini del Paese che lui rappresenta che scappano da esso per introdursi in un altro Paese. Gli sta bene così evidentemente, e questa è una dichiarazione non espressa, ma nei fatti, che a lui di quei cittadini non gliene importa un bel nulla: che se ne andassero pure, non importa se nel farlo violano le Leggi di un altro Stato, mantenuto dalle tasse di un altro popolo. 
Mi si perdoni il paragone della privata vita quotidiana, ma io ho sperimentato la follia, la protervia, il non riconoscimento del diritto altrui, quando non addirittura la prepotenza degli altri, nelle due proprietà private che posseggo e sono per l'assoluta difesa dei confini: come dei terreni che circondano le mie case, così dei confini degli Stati.
Le Società che vogliono dirsi civili debbono rispettare quello che non gli appartiene, altrimenti possiamo regredire all'epoca delle caverne in cui il più prepotente calava la clava in testa a chi già occupava un rifugio per installarcisi.
Pretendere di entrare in un Paese per forza è una regressione delle regole di Civiltà. E non va sottovalutato, giacché la Storia insegna che tutti i disastri dei popoli sono stati, di sovente, dovuti a sottovalutazione di anomalie striscianti
Oggi (27 gennaio 2017, data in cui ho scritto questo post) ricorre la Memoria di una di queste sottovalutazioni: la volontà nazista di sopraffare il popolo ebreo.

Da: Wikipedia  
Per volume di prodotto interno lordo (PIL) nominale, il Messico è considerata la quattordicesima economia mondiale.[3] Tuttavia, la distribuzione della ricchezza è così diseguale che gli indici di sviluppo umano possono variare da valori paragonabili a quelli di nazioni sviluppate come la Germania[7] ad altri vicini a quelli del Burundi.[8] 
Dunque il Presidente dello Stato Federale, denominato Stati Uniti Messicani, dovrebbe farsi una analisi del perché fra il suo popolo c'è tanta disuguaglianza e tanta miseria da indurre molti ad invadere, sia pure pacificamente, gli Stati Uniti d'America. Sono ricchi di materie prime che l'Italia se le sogna, dunque amministrasse meglio il territorio che rappresenta e non facesse pagare agli Stati limitrofi la sua ingiusta distribuzione della ricchezza.


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Muri privati
Accennavo sopra a quanto la vita mi ha insegnato sulla unilaterale visione dei confini da parte di chi, in modo protervo, non riconosce il tuo diritto.
In una casa, su quattro confinanti, ho due muri di confine costruiti totalmente dal filo del confine dentro la mia proprietà per tutto lo spessore di tali muri. Nessuno dei due confinanti ha partecipato alla spesa, per questo la parte esterna di essi l'abbiamo costruita sul filo del confine. Eppure, in un caso, il rozzo confinante, dopo averci rimproverato per aver pagato un trasporto affinché portasse via la rete esistente su quel confine, accartocciata e arrugginita, dichiarando che era sua e non della Società Costruttrice che ci aveva venduto la casa, non volle partecipare in alcun modo alla spesa di un muro che sostituiva l'orrenda rete da lui rivendicata, salvo poi piantarci dei chiodi per fissare altra rete di sua proprietà che delimitava un altro lato del suo terreno!

E che dire di altri che pretendevano essere giusto potare una siepe, piantata erroneamente troppo a ridosso del nostro muro, gettandone rami dentro il nostro cortile, non bastando l'invasione dei medesimi tutto l'anno, i quali ricoprivano il muro sporcando il nostro impiantito perennemente con foglie caduche... 

Ed un terzo, con l'aggravante di appartenere ad un Corpo di Polizia, che ha costruito un muro di confine alto 2 metri, pur essendo zona sismica, appoggiandolo ad una nostra tettoia già esistente, condonata con regolare legge di condono accettato e concluso, dicendo "che è un lavoro che dobbiamo fare insieme", quasi a volerci coinvolgere nell'abuso, ripreso con la nostra telecamera con, doverosamente dispiegata sopra il tetto della nostra tettoia, una copia del quotidiano "La Repubblica", a testimonianza del giorno in cui il poliziotto, con il suo muratore, stava tirando su il muro oltre ogni data di scadenza dell'ultimo condono.

Fortunatamente non tutti i confinanti sono così, ma per non avere sorprese da chi non si conosce e non si sa chi è finché non si manifesta, con molta sagacia mio marito, d'accordo con una quarta confinante che aveva messo in vendita la sua casa, ha fatto rifare, pagandolo a metà, il muretto di confine ormai vetusto. Sagacia previdente, perché poi la casa è stata venduta ad altri di incerto pensiero.