lunedì 20 febbraio 2017

Basta dispendiose scelte demagogiche!

Da: TGCOM 24
Dopo l'ultima puntata delle "Iene" è finito nella bufera l'Unar, l'Ufficio anti discriminazioni razziali che fa parte del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. Un servizio di Filippo Roma ha acceso i riflettori su un giro di prostituzione gay finanziato con fondi pubblici. L'Unar dovrebbe promuovere la parità tra i sessi e le razze e per realizzare questo obiettivo elargisce contributi anche ad associazioni no profit terze. Su segnalazione di un informatore, la redazione di Italia1 ha scoperto come una di queste associazioni abbia ricevuto 55mila euro statali pur essendo la copertura a un circolo per la prostituzione gay, con tanto di dark room, giochi erotici spinti e altre prestazioni sessuali a pagamento.





Auspica la chiusura dell'ente erogatore dei fondi anche la presidente di Fratelli d'ItaliaGiorgia Meloni: "Chiediamo che il sedicente 'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali' della Presidenza del Consiglio dei Ministri venga chiuso oggi stesso. L'Italia non ha alcun bisogno di un 'ufficio' che con una mano finanzia un'associazione gay nei cui circoli si consumerebbero rapporti sessuali a pagamento e con l'altra scrive lettere ai parlamentari per censurare il loro pensiero. Non un euro in più delle tasse degli italiani deve essere buttato per pagare lo stipendio a dei signori, come il direttore dell'Unar Spano, che in evidente conflitto d'interessi assegnano decine di migliaia di euro di soldi pubblici ad associazioni di cui sono soci. Fratelli d'Italia presenterà oggi stesso un'interrogazione urgente al Governo per chiedere la chiusura immediata dell'UNAR e le dimissioni del suo direttore Spano".



E ne scopriamo un'altra di dispendiosa elargizione di denaro pubblico fatta dal governo Renzi ad un Ufficio creato su un'onda prettamente demagogica.
Che bisogno c'era di creare questo nuovo buco attraverso il quale fuoriesce denaro che potrebbe essere speso per miglior causa?
La solita vuota ed ipocrita demagogia che crea apparati che altro non sono che scuse per lo sperpero di denaro pubblico!
Le discriminazioni razziali sono già abbondantemente tutelate dal Codice Penale mi pare! Siamo al ridicolo su questo punto, tanto che non si può più usare la parola negro, usata da sempre senza pensiero discriminante, ma ora diventata reato! Bisogna usare la parola nero, allora sì che va bene: è legalmente permesso!
Dunque Matteo Renzi, non contento di un numero enorme di Associazioni no profit per l'accoglienza delle centinaia di migliaia di rifugiati che da ogni parte della Terra ormai si sono passati la voce e vengono tutti qui, ha pensato bene di creare questo Ufficio che elargisce ad altri tipi di Associazioni no profit, dedite a ben altri tipi di "accoglienza".
Trovo ridicola anche la scelta della "promozione della parità fra i sessi e le razze". Esiste già in Costituzione, dunque ogni azione volta a "promuovere" sa di fumo velleitario, di scusa per buttare soldi in iniziative volatili ed inutili. Come donna-persona trovo ridicola anche l'idea delle "quote rosa", che mi appare invece discriminante, facendomi l'effetto contrario di quello che apparentemente vorrebbe essere.
Ma quando cresceremo e la finiremo di baloccarci con queste scemenze? Pari opportunità! Le garantisce la Costituzione e le Leggi che da essa discendono! 
AGGIORNAMENTO
Insieme alle dimissioni del Direttore dell'UNAR, di cui apprendiamo in serata, dal quotidiano La Repubblica veniamo a sapere che:
 l'Unar, istituito con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, in recepimento alla direttiva comunitaria n. 2000/43 CE contro ogni forma di discriminazione
e ne deduciamo che per molte cose l'UE è nociva e demagogica come e peggio della nostra malmessa Nazione.

RAI1 generosa!

Oggi al TG1 delle h.13:30, dopo aver annunciato il servizio sulle brutte palme piazzate nel bel piazzale davanti al Duomo di Milano, i distratti in regia hanno rimandato per la seconda volta e per intero il servizio appena trasmesso su un'altra notizia: permessi di soggiorno falsi per persone presenti nel nostro Paese senza alcun titolo per starci.
Alla ripresa il giornalista non si è scusato: non se ne era nemmeno accorto! Dopo il servizio sulle brutte palme, di cui una data giustamente alle fiamme, si è finalmente scusato dicendo che era perché entrambi i servizi erano su Milano...
Peggio di una TV locale, sicuramente più professionale.