Sabaudia: moria di pesci circoscritta al canale romano, ancora ignote le cause
di Ebe Pierini
Di nuovo una moria di pesci a Sabaudia. Questa mattina il fenomeno si è verificato all'interno del canale romano e lì è rimasto circoscritto. Episodi simili non si sono verificati nè all'interno del lago, nè sul litorale, nè tantomeno negli altri canali che congiungono il lago di Paola al mare. Nel canale che congiunge il bacino alla foce di Torre Paola è possibile notare la presenza di cernie, anguille, meduse e pesci morti. Quelli che sono ancora vivi nuotano a fatica come fossero disorientati. Dell'accaduto sono state informate le autorità competenti. Sul posto si è recato il personale della Capitaneria di Porto di Sabaudia. Nel pomeriggio giungeranno anche i tecnici dell'Arpa per effettuare i prelievi necessari a compiere delle analisi per risalire alle cause della moria.
Domenica 7 Maggio 2017 - Ultimo aggiornamento: 15:11
Le cause non possono che essere sostanze nocive gettate o immesse con scoli dentro il canale.
Prima la schiuma, ora la fauna acquatica uccisa da chissà quali veleni. Si continua a far finta di niente come se fosse un giallo difficile da risolvere... In uno spazio ambientale così ristretto non dovrebbe essere difficile scoprire chi inquina. E' un reato criminale.
Foto da: h24 Notizie - 2015: Pulizia del Canale Romano con una draga. |
La ASL e il Comune dovrebbero controllare, inoltre, gli scarichi fognari, ma anche quelli delle cosiddette acque chiare (cucine, lavanderie ecc.), delle case costruite in zone prospicienti il Lago di Paola. La legge mi pare che sia chiara in proposito: o ti colleghi alla fognatura pubblica con regolare contratto con Acqua Latina o hai un pozzo a norma svuotabile periodicamente. ASL e Comune li fanno questi controlli?
Da: Radio Colonna
Un biologo esperto delle dinamiche lacustri, Armando Macali, sostiene che la fonte inquinante sia arrivata dal mare. «Osservando le lesioni – dice Macali – è fuori dubbio che i pesci siano stati investiti dall’ondata di un agente chimico estremamente aggressivo. I pesci avevano le mucose arrossate, l’epidermide lesionata. Altri erano agonizzanti. Penso possa trattarsi dell’azione di un rifiuto presente in elevatissima concentrazione. Una vicenda non scaturita per ragioni naturali: nel lago non vi erano infatti esemplari morti, che invece sono stati rinvenuti nel canale. I pesci, travolti dall’agente inquinante, non si sono potuti rifugiare nelle acque interne poiché bloccati dalle paratie». Toma alla ribalta la questione ambientale del lago di Paola. «Come si può pensare a sviluppare l’economia turistica, agricola e sportiva – si chiede Anna Scalfati – se non si arriva a punire chi inquina?»
Se è arrivata "un'ondata" dal mare, come ipotizza questo esperto, dato che l'imbocco del canale a mare è piuttosto stretto e a sud riparato dalla sporgenza del Monte Circeo vuol dire che la sostanza nociva è stata riversata in mare in un luogo molto vicino allo sbocco del canale, sia per entrare sia per essere così concentrata.
L'imbocco del Canale Romano a Torre Paola |