martedì 20 giugno 2017

Amatrice e Accumoli: dove sono i soldi per il terremoto?

Da: Il Fatto Quotidiano
Justin Trudeau ha ufficializzato una donazione al comune di Amatrice di 2 milioni di dollari canadesi, da parte del governo di Ottawa, e di altrettanti da parte della comunità italo-canadese. Una somma totale di circa 2,6 milioni di euro, che il sindaco vorrebbe utilizzare per ricostruire la sede del Municipio, interamente crollata la notte del 24 agosto.
2,6 milioni di euro

Dal sito della Protezione Civile
Come disposto dal decreto legge 189/2016, convertito dalla legge 229/2016, le donazioni al numero solidale 45500 e i versamenti sul conto corrente bancario attivato dal Dipartimento della Protezione Civile confluiranno nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione e saranno gestite secondo le modalità previste dal Protocollo d’intesa per l’attivazione e la diffusione di numeri solidali.
Le donazioni possono essere effettuate tramite bonifico sia dall'Italia sia dall'Estero usando le seguenti coordinate:
Banca: Monte dei Paschi di Siena - Filiale di Roma Via del Corso 232
Iban: IT 44 P 01030 03200 000006366341
Beneficiario: PRES.CONS.MINISTRI DIP.PROT.CIVILE - VIA ULPIANO 11 - 00193 - ROMA RM 
Causale: “Emergenza Terremoto Centro Italia”
Per i bonifici dall'estero va riportato il seguente codice BIC/SWIFT: PASCITMMROM
Al 12 maggio, tramite bonifici su conto corrente intestato al Dipartimento, sono stati raccolti 
9.396.537,80 euro

La prima raccolta fondi, promossa in seguito al terremoto del 24 agosto e chiusa il 9 ottobre, ha permesso di raccogliere oltre 
15 milioni di euro
Con la seconda attivazione del numero solidale, a seguito alle scosse del 26 e del 30 ottobre, sono stati raccolti, fino al 30 novembre
4.415.294,00 euro.
Al 14 febbraio, data di chiusura della terza raccolta fondi tramite il numero solidale 45500 riattivato il 31 dicembre, sono stati raccolti 
3.473.710,00 euro.

Da: Caritas Ambrosiana.it
N POSTA:
C.C.P.
 n. 000013576228 intestato Caritas Ambrosiana Onlus - Via S.Bernardino 4 - 20122 Milano.

CON BONIFICO:
C/C 
presso il Credito Valtellinese, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT17Y0521601631000000000578 - BIC BPCVIT2S
C/C presso la Banca Popolare di Milano, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT51S0558401600000000064700
C/C presso Banca Prossima, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT97Q0335901600100000000348
C/C presso Banca Popolare Etica, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT86E0501801600000000101545
C/C presso Banca Mediolanum intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT93T0306234210000001740731

CAUSALE OFFERTA: TERREMOTO CENTRO ITALIA
Oppure puoi donare: 
- presso l'Ufficio Raccolta Fondi in Via S. Bernardino, 4 - Milano
con carta di credito telefonando al numero 02.76.037.324

2 mesi dalla prima scossa i fedeli ambrosiani hanno donato 
2.567.313 euro 

Da: Varesenews.it

I soldi del Pork ‘n Roll arrivano ad Amatrice

I fondi raccolti durante l'evento estivo sono stati consegnati dal presidente dell'associazione Arcipicchia al sindaco Pirozzi

€ 3.905
donate al Comune di Amatrice ; il resto è stato speso per l’acquisto di beni vari consegnati alle famiglie
Il Sindaco di Amatrice con i rappresentanti dell'Associazione Arcipicchia di Arcisate
Da: TVPRATO.it

La Pubblica Assistenza “L’Avvenire” dona 4.268 euro al Comune di Accumoli

Il Sindaco di Accumoli con i rappresentanti dell'Associazione Pubblica Assistenza “L’Avvenire” Prato
Impossibile trovare sul WEB un elenco preciso dei soldi che, in nome del terremoto, sono stati raccolti, giacché, a parte il nome delle banche specificate nei dati che ho raccolto e qui pubblico, di tante altre piccole e medie donazioni non so, e neppure le persone terremotate che sono ancora senza casa sanno, in quali c/c siano.  
Apprendo da chi in Amatrice viveva e lavorava che la situazione per loro è ancora non risolta. Inevitabile, dunque, che abbiano molti dubbi e molta sfiducia di fronte ad una TV che mostra una realtà che non è quella che quotidianamente vivono i terremotati a 10 mesi dalla prima devastante scossa.
Qualcosa è stato mostrato nei TG, qualche persona che umiliata diceva che stare in una roulotte d'inverno fa molto freddo ed ora, d'estate, fa molto caldo. Da testimonianze dirette che mi arrivano da persone di quei luoghi i disagi sono immensi: per lavarsi e fare il bucato, per chi è in roulotte, per fare la spesa giacché non ci sono più esercizi commerciali e la mensa è lontana per molti che non hanno un'auto a disposizione. Il servizio di navetta è sporadico.. mi dicono. Palazzine costruite una quarantina di anni fa, in parte ancora in piedi anche se con i muri sventrati, non sono state demolite, né i proprietari che l'abitavano sanno quando cominceranno la demolizione in modo da ricostruirle con il contributo dello Stato. La sfiducia serpeggia anche se la gente ha paura di parlare temendo che facendolo possa pregiudicare la propria situazione già tragica. Urge un elenco preciso delle donazioni con un preciso totale. Urge un elenco preciso delle cifre messe a disposizione dal Governo, qualsiasi sia la provenienza: se è l'UE sempre soldi dello Stato Italiano sono, visto quanto versiamo all'Europa ogni anno.
A 10 mesi dall'inizio della fine di questi luoghi i cittadini hanno il diritto di sapere, non di commenti o chiacchiere come scriveva Antonello Caporale a febbraio di quest'anno:


pirozziChe fa un terremotato tutto il giorno? Non ha un lavoro, non ha più un letto ma una branda, non il bagno né il tetto. “L’unico rito quotidiano è la mensa. L’unico luogo in cui resiste la comunità è il tavolo della mensa. L’unico momento per parlare o sparlare resta quello. In fila a ricevere il pasto di mezzogiorno, seduti ad attendere la cena”, dice Roberto. Lui no, giocava a calcio e conserva il fisico sportivo. “Io ce la faccio a resistere, a non pensarci sempre, a tentare di cambiare vita e guardare in faccia alla realtà. A ottobre dissi a mia moglie Marina che forse saremmo dovuti andare anche noi via da qui. Ci mettemmo a cercare, a prendere in mano la cartina geografica. Un posto vicino ad Amatrice ma lontano dal terremoto. Vicino ai nostri monti ma al sicuro. Facemmo un giro a Norcia, poi a Cascia. Sette giorni dopo successe la fine del mondo e noi siamo ancora qui in roulotte, ma noi ci salviamo, qualcosa mi invento, così non resto. Qui l’aria è brutta, non mi piace”.
AMATRICE da capitale del dolore sta divenendo centro di smistamento delle polemiche, area di parcheggio delle malelingue e, purtroppo, anche località eletta dalla liturgia dell’arraffo. Pensate solo alla “robba”, vi interessa solo il vostro destino e non quello della comunità. Basta con gli “arraffa”, basta con la “robba”. Così il 29 gennaio il sindaco Sergio Pirozzi ha aperto la crisi dell’onestà e della solidarietà nel suo Comune. Ai microfoni di radio Amatrice che trasmette (“ce pare radio Londra”, sorride un avventore all’unico bar in esercizio) ogni sera un suo pensiero, è sbottato. Ha detto basta e poi basta, così non gli piace. E il sindaco della felpa si è autosospeso: “Tre giorni per pensare, anch’io voglio prendermi un po’ di relax”.
La crisi è poi rientrata, i giorni del “lutto”, come li ha chiamati, sono terminati ma resta la questione. Non capita spesso che un sindaco liberi i cattivi pensieri nei confronti del suo popolo. Pirozzi l’ha fatto ed è già una notizia. Di chi è la colpa? Tua, caro elettore. Pirozzi forse avrà anche reagito con quelle parole ad azioni o supposizioni, suggestioni o già certezze che circolano sul suo conto: “Sarà candidato ed eletto al Parlamento, ha già la testa a Roma”, giura Giulio, studente universitario fuori corso. Plausibile. Del resto l’uomo ha personalità, sa tenere testa in tv, chiama per nome il presidente del Consiglio, indossa la felpa come fosse la bandiera italiana, bacia, abbraccia, invoca alla fratellanza permanente. Dice: “Io non mollo”, oppure: “Guai ai vinti”. Viene da destra, vicino ad Alemanno (prima Forza Italia, forse anche Udeur) ma guarda a sinistra, a Matteo Renzi garba un sacco: “Mister Pirozzi ha ragione”, ha detto il segretario del Pd qualche settimana fa. Quando Sergio ha polemizzato con Di Maio e i Cinque stelle che hanno sostenuto la protesta di piazza romana della settimana scorsa. I terremotati a Roma. Tutti presenti, tranne Pirozzi, il sindaco dei terremotati.
A MENSA di questo si parla. Si parla e si mangia. Il primo effetto collaterale del terremoto ad Amatrice è infatti l’obesità. Obesi per necessità, grassi per avvilimento, immobilità o astenia. I medici locali sono allarmati. Ma se la pinguedine di massa è il risultato d i questi primi cinque mesi disperati, la catastrofe ha portato con sé altri doni avvelenati. Sono nate mille associazioni, mille conti bancari, iban, movimenti, club, opere pie. I morti, le centinaia di morti che hanno avvilito l’Italia, si sono via via trasformati per i superstiti in “ganci” per parlare al cuore dei connazionali e, purtroppo, anche per riscuotere. La questione si è fatta seria quando si è giunti al portafogli. “Alcuni di noi hanno racimolato soldi ovunque, tanti danari da vivere cinque generazioni. I soldi sulla pelle dei propri morti”, sospetta una signora.
In effetti la comunità ha organizzato, via via che passava il tempo e le case non si vedevano, le scosse continuavano, i problemi resistevano, un sistema di pubbliche relazioni piuttosto atomizzato e caotico. E nel traffico di donazioni da parte di singoli benefattori anonimi, qualcosa è affluito in qualche mano di troppo. La “robba” come dice Pirozzi è giunta ad alcuni più che di altri. Si è formato un canale parallelo degli aiuti e una parte di Amatrice, purtroppo, non ha saputo resistere all’“arraffa”. Una parte dei suoi abitanti ha chiesto e ottenuto. E via via che passava il tempo l’accumulo di soldi, o di altri beni materiali (un frigorifero, due, poi un lavasciuga poi un altro) hanno invelenito un clima già disperato. Maria Pia, pensionata da poco: “Ognuno crede di avere più diritti degli altri”. Rita, ottantenne: “Se non c’è altro da fare, allora ciascuno s’industria per sé. E arraffa”.
Da: Il Fatto Quotidiano, 6 febbraio 2017