Ma questi giornalisti che pretendono di fare informazione dove erano poco tempo fa quando Macron non era dove è ma il governo francese respingeva i "migranti" a Ventimiglia?
La gente si fa infinocchiare da questa improvvisa propaganda che grida alla "situazione insostenibile" della pressione africana, e non solo, dimenticando che non c'era Macron quando la Francia ha ritenuto carta straccia il "passi" rilasciato dall'Italia quale Paese Europeo ai neri che volevano passare il confine a Ventimiglia. Un vero sputo in faccia all'Italia e, ripeto, Macron non c'era.
Macron ora dice con specchiata sincerità una cosa che avremmo dovuto fare anche noi, invece di bombardare gli Italiani di balle tipo: "ci servono per pagarci le pensioni", "sono risorse", "non possiamo non accoglierli perché fuggono da fame e malattie", "sono siriani" e così via. Dimostrando con dette palesi frottole che l'invasione NON era inevitabile come il governo italiano voleva far apparire al popolo ritenuto bue, giacché, se veramente l'Italia non fosse stata complice di questa "ACCOGLIENZA", NON SI SAREBBE DATA TANTO DA FARE A FAR DIRE AI MEDIA LE FROTTOLE GIUSTIFICATIVE PER FARGLIELA DIGERIRE.
La ragione meschina di questa improvvisa "presa di coscienza" è dovuta solo ed esclusivamente alla batosta elettorale alle amministrative e in previsione di quella finale alle politiche!
Fino ad ora, coadiuvati dall'ipocrisia del Vaticano, i nostri governanti parlavano di accoglienza e di cattivoni, razzisti e fascisti coloro che non trovavano normale che un Paese con una superficie di appena 300.000 Kmq. e poco più incamerasse flussi inarrestabili di robusti giovanotti africani senza arte né parte, grasse donne, molte incinte (la fame e le guerre invocate evidentemente non farebbero da freno alla copula), minori furbescamente non accompagnati ecc. ecc..
Macron, una delle prime cose che ha fatto, da Presidente dei Francesi, è stata volare in Mali. Ecco perché:
IL MALI CONTA PER LO 0,002% DELL'IMPORT FRANCESE. La Francia, ovviamente, intrattiene relazioni commerciali privilegiate e di lunga data con la sua ex colonia, diventata indipendente nel 1960, ma queste relazioni non sono particolarmente importanti, né equilibrate. Secondo il Ministro francese degli affari esteri, il Mali è l’87° cliente della Francia e il suo 165° fornitore. Le esportazioni del Mali verso la Francia sono circoscritte principalmente all’oro, al cotone e al bestiame e non oltrepassano i 10 milioni di euro all’anno, ovvero appena lo 0,002% del totale delle importazioni francesi. NEL PAESE SONO PRESENTI CIRCA 50 AZIENDE D'OLTRALPE. Anche gli investimenti francesi non sono particolarmente importanti nel Paese africano. Si contano quasi cinquanta filiali e società a capitali francesi, in maggioranza basate a Bamako, che contano 2000 dipendenti. Dietro ogni intervento militare occidentale in un paese in guerra, si nasconde generalmente la volontà di renderlo più sicuro, specialmente per quanto riguarda le risorse strategiche, come il petrolio in Libia. Anche se il sottosuolo del Mali è ancora parzialmente inesplorato, i geologi sanno che contiene dell’uranio.
Però tempo fa gli Italiani hanno potuto assistere ad un TG in cui un ragazzo del Mali era stato respinto a Ventimiglia: per intervistarlo hanno dovuto usare un interprete, egli parlava solo francese oltre alla sua lingua locale.
Nessuno sui media italiani però parla di "francesi colonialisti" che respingono chi proviene dai Paesi loro ex-colonie, mentre sentiamo spesso esperti dello sputo in alto che ti ricade in faccia dire che è tutta colpa nostra, dell'Italia colonialista...
Così, grazie a questi ottusi italiani chiusi alla visione oggettiva della realtà, siamo ridotti malissimo, con un governo che ha congelato la democrazia per sbrigarsi ad approvare una legge sullo jus soli, che è l'ultima cosa che ci serve in questa situazione, per non parlare di quella sul reato di tortura in un Paese in cui le Forze dell'Ordine finiscono sotto inchiesta solo per aver applicato le procedure protocollari di mettere le manette e fermare a terra gli esagitati sotto droga o meno. Chi tortura chi in questa Italia per sentire la necessità di una simile legge? Un governo che non ha saputo risolvere un vero caso di TORTURA perpetrato su un giovane italiano che era in Egitto per ufficialissimi motivi di studio e ricerca!
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La famiglia Regeni senza più Giulio sequestrato, torturato e morto sotto tortura della polizia egiziana |
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