domenica 24 settembre 2017

I Racconti di una cattivissima vecchia 1° - Racchie e racchi


Racchie e racchi

No, da giovane non ero cattiva, da piccola si, ma poi con l'educazione religiosa cristiano-cattolica ero diventata buona.
Da piccola menavo, si menavo. Anche ai maschi. Una volta tirai così tanto i capelli ad un bambino di nome Giovanni che mi rimase una ciocca dei suoi capelli biondi in mano.
Ero così intimamente buona da aver introiettato il messaggio cristiano totalmente.
Non pensavo mai male di nessuno, per me erano tutti puliti, onesti e buoni. Mi riusciva difficile accettare che così non fosse di fronte a palesi dimostrazioni del contrario.
Se qualcuno mi derideva, mi insultava, pensava male di me o mi calunniava ero serena, mi dispiaceva, però pensavo che Dio avrebbe provveduto a ristabilire la Verità e non mi preoccupavo.

Poi cominciai a notare che questo mio non reagire, lungi dal far smettere l'insulto, la derisione, la critica o la calunnia, rafforzava in chi si comportava male verso di me la convinzione di avere ragione.
Notai anche che, mentre io evitavo di toccare argomenti che potessero ferire le persone nei loro punti deboli, queste stesse persone mi criticavano e mi deridevano proprio su quei punti che in loro erano macroscopici .
All'inizio me ne stupivo, chiedendomi come non potessero rendersi conto che quel difetto era proprio il loro, ed era un vero problema, molto evidente. Ma non glielo facevo notare perché, essendo vero, mi sembrava cattiveria pura il farlo, mentre la loro critica o la derisione su un mio difetto inventato o su una mia pecca inesistente mi apparivano inimportanti... Tanto la Verità e la Giustizia avrebbero prevalso ed io ero nel giusto, dunque dalla parte vincente.
Ci sono voluti più di 40 anni e un accumulo di fatti a farmi capire che l'educazione religiosa cristiano-cattolica era stata una fregatura per me e un vantaggio per il mio prossimo che io avevo veramente "amato come me stessa", ma che non aveva applicato lo stesso precetto nei miei riguardi, se non in rarissimi casi.
Una sequenza di piccole e grandi carogne aveva attraversato la mia esistenza approfittandosi largamente di questa mia cristiana disposizione interiore.
Poi il vaso è travasato, non all'improvviso, ma goccia a goccia e il cambiamento in me è stato irreversibile!
Intanto ho cominciato a pensare spietatamente a quanto erano brutti, mentre prima compassionevolmente cercavo di vedere qualcosa di accettabile anche nel più orribile degli individui della specie umana. Non sembrandomi cristiano pensare con cattiveria: "Ammazza che mostro!"
Adesso non ne salvo uno! Inoltre la moda di questi anni, non dettando regole rigide, fa si che la gente si combini nei modi più orribili, esaltando i propri difetti, piuttosto che attenuarli con abbigliamenti adeguati...
Osservo donne giovani, con figli in età scolare, fasciarsi l'enorme culo in jeans o pantaloni elasticizzati che mostrano la mostruosità deforme che si trascinano dietro... E penso che sono meglio io pur con i miei anni: non ho deformità, sono proporzionata, non ho cellulite né smagliature e, soprattutto, mi so vestire con sobrietà pur non rinunciando agli accessori e ad un moderato trucco..
Quante racchie! Ma non hanno uno specchio per guardarsi prima di uscire?
E che dire degli uomini! Giovani o vecchi si vestono in prevalenza con calzoni tagliati al ginocchio! La figura, spesso grassa quando non anche tozza, ne esce spezzata: la capoccetta, il toracione, quando non anche la panza, poi spuntano le gambe troncate al ginocchio dal calzone orribile, da cui rispuntano le gambette, spesso stortignaccole, che finiscono in brutte scarpe da ginnastica con para enorme per sembrare più alti, il tutto condito qua e là, tanto per completare la bruttezza della figura caricaturale che ne deriva, da orridi tatuaggi: sulle gambe, sulle braccione, quando non sul collo!  

Somigliano ai bantù di una tribù africana, con i loro tatuaggi, le loro collanine... Uguali! Poi dice perché gli africani vengono qua: avranno visto qualche foto di questi bori e avranno pensato: "Lì siamo a casa! Sono come noi." 

22 dicembre 2016 Il Sindaco della Capitale d'Italia timida scolaretta fra palloni gonfiati

Quirinale: in mezzo alla quintessenza dei resti della storia d’Italia si aggira il sindaco di Roma capitale. In “mezzo” a pacche sulle spalle, discorsini di sottocchio, puntini sulle i vietati oppure troppi, pancette tonde al mercato nel tempio della democrazia.
Dove, pacatamente svenduta la sovranità, restano espressioni sempre più vuote e disorientanti.
Virginia Raggi non è ignorata complottisticamente, ma invisibile: come i cittadini a questo potere sempre più inconsapevole delle sue responsabilità.
Un potere irresponsabile non può organizzare dei veri complotti ma sopravvivere soltanto a se stesso. Come tanti pezzi di un grosso verme che non si vede il culo da una vita intera, un verme solitario, che abita la pancia di questo Paese sempre con gli stessi segmenti: Napolitano & Sons, pallidi -sebbene straviziati nel resort di Montecitorio- e ciechi ai cittadini che neppure si sognano di rappresentare o sognare.
Un nugolo di parassiti che aspetta un treno di regalie prenatalizie, lei sembra quello che immagino nei miei incubi peggiori: non essere visto. Non puoi mica andare tutti i giorni dal concessionario travestito da cliente della Lamborghini per avere l’impressione di essere ascoltato! Ma cosa deve fare un cittadino al di sotto di ogni sovranità?!?!
Lasciarsi deridere da dei deretani? No Olimpiadi No Happy Hours? Come funziona questa democrazia di soffitta? Funziona così, come la vedete, se ti ci ha mandato il popolo sei Truman: ti guardano sperando che ti faccia male.
I Malagò sono i filosofi di quella nebbia umana nella quale si sentirebbe disperso pure Cristoforo Colombo. Virginia sta lì… in mezzo a quei monelli invecchiati male che la fissano per un attimo, come un barbone alla prima della scala: “oh poverina… meglio a lei che a me“. Fosse soltanto per lei mi limiterei a considerarlo un episodio di maleducazione collettiva: purtroppo è la fotografia esatta di come la casta vede i cittadini. (Fonte: www.beppegrillo.it)
FATE VEDERE QUESTO VIDEO A TUTTA LA POPOLAZIONE, E’ UNA VERGOGNA ASSOLUTA!!


Ha fatto degli errori: dare fiducia a Marra che si vantava di avere in mano tutta l'Amministrazione del Campidoglio e permettere che promuovesse il fratello favorendolo. Stessa cosa con il funzionario reso Dirigente contro ogni regola di Legge triplicandogli lo stipendio. Ma questo non è sufficiente per snobbarla, soprattutto gente che ha molte cose da guardarsi... Una corte di leccaculi, come minimo. Onore a Brunetta e ad Orlando che si sono comportati con un minimo di stile.