Racchie e racchi
Da piccola menavo, si menavo. Anche ai maschi. Una volta tirai così tanto i capelli ad un bambino di nome Giovanni che mi rimase una ciocca dei suoi capelli biondi in mano.
Ero così intimamente buona da aver introiettato il messaggio cristiano totalmente.
Non pensavo mai male di nessuno, per me erano tutti puliti, onesti e buoni. Mi riusciva difficile accettare che così non fosse di fronte a palesi dimostrazioni del contrario.
Se qualcuno mi derideva, mi insultava, pensava male di me o mi calunniava ero serena, mi dispiaceva, però pensavo che Dio avrebbe provveduto a ristabilire la Verità e non mi preoccupavo.
Poi cominciai a notare che questo mio non reagire, lungi dal far smettere l'insulto, la derisione, la critica o la calunnia, rafforzava in chi si comportava male verso di me la convinzione di avere ragione.
Notai anche che, mentre io evitavo di toccare argomenti che potessero ferire le persone nei loro punti deboli, queste stesse persone mi criticavano e mi deridevano proprio su quei punti che in loro erano macroscopici .
All'inizio me ne stupivo, chiedendomi come non potessero rendersi conto che quel difetto era proprio il loro, ed era un vero problema, molto evidente. Ma non glielo facevo notare perché, essendo vero, mi sembrava cattiveria pura il farlo, mentre la loro critica o la derisione su un mio difetto inventato o su una mia pecca inesistente mi apparivano inimportanti... Tanto la Verità e la Giustizia avrebbero prevalso ed io ero nel giusto, dunque dalla parte vincente.
Ci sono voluti più di 40 anni e un accumulo di fatti a farmi capire che l'educazione religiosa cristiano-cattolica era stata una fregatura per me e un vantaggio per il mio prossimo che io avevo veramente "amato come me stessa", ma che non aveva applicato lo stesso precetto nei miei riguardi, se non in rarissimi casi.
Una sequenza di piccole e grandi carogne aveva attraversato la mia esistenza approfittandosi largamente di questa mia cristiana disposizione interiore.
Poi il vaso è travasato, non all'improvviso, ma goccia a goccia e il cambiamento in me è stato irreversibile!
Intanto ho cominciato a pensare spietatamente a quanto erano brutti, mentre prima compassionevolmente cercavo di vedere qualcosa di accettabile anche nel più orribile degli individui della specie umana. Non sembrandomi cristiano pensare con cattiveria: "Ammazza che mostro!"
Adesso non ne salvo uno! Inoltre la moda di questi anni, non dettando regole rigide, fa si che la gente si combini nei modi più orribili, esaltando i propri difetti, piuttosto che attenuarli con abbigliamenti adeguati...
Osservo donne giovani, con figli in età scolare, fasciarsi l'enorme culo in jeans o pantaloni elasticizzati che mostrano la mostruosità deforme che si trascinano dietro... E penso che sono meglio io pur con i miei anni: non ho deformità, sono proporzionata, non ho cellulite né smagliature e, soprattutto, mi so vestire con sobrietà pur non rinunciando agli accessori e ad un moderato trucco..
Quante racchie! Ma non hanno uno specchio per guardarsi prima di uscire?
E che dire degli uomini! Giovani o vecchi si vestono in prevalenza con calzoni tagliati al ginocchio! La figura, spesso grassa quando non anche tozza, ne esce spezzata: la capoccetta, il toracione, quando non anche la panza, poi spuntano le gambe troncate al ginocchio dal calzone orribile, da cui rispuntano le gambette, spesso stortignaccole, che finiscono in brutte scarpe da ginnastica con para enorme per sembrare più alti, il tutto condito qua e là, tanto per completare la bruttezza della figura caricaturale che ne deriva, da orridi tatuaggi: sulle gambe, sulle braccione, quando non sul collo!
Somigliano ai bantù di una tribù africana, con i loro tatuaggi, le loro collanine... Uguali! Poi dice perché gli africani vengono qua: avranno visto qualche foto di questi bori e avranno pensato: "Lì siamo a casa! Sono come noi."