Cornuda, il giallo di Sofiya ruota attorno a tre uomini
Giallo di Cornuda. A “Chi l’ha visto?” parla un geologo che la conosceva: «Sto con lei da nove anni ma ora si era innamorata di un medico»di Giorgio Barbieri 21 dicembre 2017
CORNUDA. Sofiya è sparita da due giorni quando lo scorso 17 novembre si incontrano, all’interno di una caserma dei carabinieri, i tre uomini che, in quel momento, stanno frequentando l’interprete ucraina. Oltre a Pascal Daniel Albanese, il 50enne trovato morto domenica 26 novembre nella sua villetta di via Jona a Cornuda, ci sono anche un geologo emiliano di 70 anni e un medico di Treviso, conosciuto poche settimane prima della scomparsa. I tre sono stati convocati dai militari dell’Arma per ricostruire le ultime giornate in cui hanno visto e frequentato Sofiya.A presentare la denuncia di scomparsa dell’ucraina, le cui ricerche sono state momentaneamente interrotte, era stato il geologo settantenne che, intervistato da“Chi l’ha visto?”, ha ricostruito quanto accaduto. Racconta che Sofiya gli aveva anticipato che avrebbe lasciato sia lui sia Pascal perché si era innamorata di un medico di Treviso. L’aveva conosciuto qualche settimana prima perché si era fatta medicare il ginocchio destro che le faceva male.I tre si conoscono la sera del 17 novembre, due giorni dopo la scomparsa di Sofiya, all’interno della caserma dei carabinieri. Ed è il settantenne geologo a raccontarlo: «Il medico si presenta dicendo: piacere, sono il fidanzato di Sofiya, son stato con lei le ultime settimane». «Piacere, io sono il compagno di Sofiya da 9 anni», gli risponde il geologo. E Pascal? Pascal, aggiunge sempre il geologo, «l’ho solo incrociato perché stava per andare a deporre in un’altra stanza. E quando mi ha visto aveva due occhi sbarrati perché tutto si aspettava fuorché di trovarmi lì».A presentare la denuncia di scomparsa dell’ucraina, le cui ricerche sono state momentaneamente interrotte, era stato il geologo settantenne che, intervistato da“Chi l’ha visto?”, ha ricostruito quanto accaduto. Racconta che Sofiya gli aveva anticipato che avrebbe lasciato sia lui sia Pascal perché si era innamorata di un medico di Treviso. L’aveva conosciuto qualche settimana prima perché si era fatta medicare il ginocchio destro che le faceva male.
CORNUDA. Sofiya è sparita da due giorni quando lo scorso 17 novembre si incontrano, all’interno di una caserma dei carabinieri, i tre uomini che, in quel momento, stanno frequentando l’interprete ucraina. Oltre a Pascal Daniel Albanese, il 50enne trovato morto domenica 26 novembre nella sua villetta di via Jona a Cornuda, ci sono anche un geologo emiliano di 70 anni e un medico di Treviso, conosciuto poche settimane prima della scomparsa. I tre sono stati convocati dai militari dell’Arma per ricostruire le ultime giornate in cui hanno visto e frequentato Sofiya.A presentare la denuncia di scomparsa dell’ucraina, le cui ricerche sono state momentaneamente interrotte, era stato il geologo settantenne che, intervistato da“Chi l’ha visto?”, ha ricostruito quanto accaduto. Racconta che Sofiya gli aveva anticipato che avrebbe lasciato sia lui sia Pascal perché si era innamorata di un medico di Treviso. L’aveva conosciuto qualche settimana prima perché si era fatta medicare il ginocchio destro che le faceva male.I tre si conoscono la sera del 17 novembre, due giorni dopo la scomparsa di Sofiya, all’interno della caserma dei carabinieri. Ed è il settantenne geologo a raccontarlo: «Il medico si presenta dicendo: piacere, sono il fidanzato di Sofiya, son stato con lei le ultime settimane». «Piacere, io sono il compagno di Sofiya da 9 anni», gli risponde il geologo. E Pascal? Pascal, aggiunge sempre il geologo, «l’ho solo incrociato perché stava per andare a deporre in un’altra stanza. E quando mi ha visto aveva due occhi sbarrati perché tutto si aspettava fuorché di trovarmi lì».A presentare la denuncia di scomparsa dell’ucraina, le cui ricerche sono state momentaneamente interrotte, era stato il geologo settantenne che, intervistato da“Chi l’ha visto?”, ha ricostruito quanto accaduto. Racconta che Sofiya gli aveva anticipato che avrebbe lasciato sia lui sia Pascal perché si era innamorata di un medico di Treviso. L’aveva conosciuto qualche settimana prima perché si era fatta medicare il ginocchio destro che le faceva male.
La donna ritrovata morta stamane, 24 dicembre 2017, scomparsa il 15 novembre scorso, giorno in cui presumibilmente è stata uccisa. Accanto a lei il convivente Pascal che si è ucciso il 26 novembre scorso. |
Ai tre viene anche fatto leggere un breve scambio di sms tra la donna e il medico: «Vieni a cena?», le aveva chiesto il professionista alle 18.25 del 15 novembre. La risposta gli è però arrivata due ore dopo: «Non posso più, una delle mie amiche è andata in grave crisi». Una risposta che non convince gli inquirenti e i tre uomini, concordi nell’affermare che non era in quel modo che la donna solitamente rispondeva ai messaggi. Quello è stato forse l’ultimo cenno di vita di Sofiya.
Intanto la Procura sta attendendo l’esito delle analisi effettuate sui computer sequestrati all’interno dell’appartamento di Pascal dai carabinieri del Reparto di Investigazioni Scientifiche (Ris) di Parma, che hanno setacciato palmo a palmo la villetta al civico 15 di via Jona. La speranza degli investigatori che stanno cercando di fare un po’ di luce sulla vicenda è quella di trovare delle tracce all’interno dei computer, tra le mail o le gallerie fotografiche. Qualche appunto che possa aiutare a chiarire cosa sia accaduto all’interno di quell’appartamento e che possa fornire un indizio per scoprire dove possa essere finita la donna.
Giallo di Cornuda, il cadavere di Sofiya trovato sul Grappa
La vigilia di Natale ritrovato un cadavere di donna sulla strada che porta da Romano d'Ezzelino al Grappa. E' quasi certamente il corpo di Sofiya Melnyk, l'ucraina scomparsa a Cornuda a metà novembredi Enzo Favero
BORSO DEL GRAPPA. La vigilia di Natale il cadavere di una donna è stato trovato sulla strada che da Romano d'Ezzelino porta al Monte Grappa, all'altezza del terzo tornante.
Si tratta, quasi sicuramente (per l'ufficialità è necessaria l'autopsia, che sarà nei prossimi giorni) di Sofiya Melnyk, la 43enne ucraina scomparsa a novembre da Cornuda. La sua sparizione era un giallo che da oltre un mese stava tenendo con il fiato sospeso la Marca.
Gli inquirenti sono certi che si tratti di Sofiya Melnik, la donna di cui non si avevano più notizie dal 15 novembre e il cui convivente, Pascal Daniel Albanese, si era ucciso il 26 novembre.
Il Ris, nelle scorse settimane, aveva setacciato l'abitazione di Cornuda in cui viveva la coppia, alla ricerca di prove.
Il corpo era in posizione fetale, vestito, coperto da un sacchetto nero. Sulla dinamica delle ultime ore di vita di Sofiya, indagano gli inquirenti. Sul Grappa la polizia scientifica. A recuperare il corpo hanno provveduto i vigili del fuoco di Vicenza, dopodiché la salma è stata accompagnata all'obitorio di Treviso, dove resta a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Sul posto i carabinieri del nucleo operativo e della scientifica di Treviso e i carabinieri di Vicenza e di Romano d'Ezzelino.
Dopo il recupero del corpo, l'area dove è stato trovato il corpo senza vita della 43enne ucraina è stato passato al setaccio dagli uomini della scientifica.
La donna è stata al centro di un vero e proprio giallo. Tre uomini sono stati al centro della sua vita negli ultimi tempi, prima della scomparsa.
Il marito, Pascal, si è tolto la vita subito dopo la scomparsa della donna, ed è finito da subito al centro dei sospetti.
Oltre a Pascal Daniel Albanese, il 50enne trovato morto domenica 26 novembre nella sua villetta di via Jona a Cornuda, ci sono anche un geologo emiliano di 70 anni e un medico di Treviso, conosciuto poche settimane prima della scomparsa.
I tre sono stati convocati dai militari dell’Arma per ricostruire le ultime giornate in cui hanno visto e frequentato Sofiya. Il ritrovamento cambia la storia della vicenda.
Nelle prossime ore l'autopsia dirà come è morta Sofiya.
La bella ucraina di cui oggi si è ritrovato il cadavere in avanzato stato di decomposizione |
Nella sempre benemerita trasmissione di RAI 3 "Chi l'ha visto?" hanno trattato il caso e hanno trasmesso un filmato-intervista con il geologo 70enne, oscurandone il viso per comprensibili ragioni di privacy, immagino da lui richiesta. Egli ha dichiarato che da nove anni la bella, ora morta, lo andava a trovare nella sua città e che con lei aveva una relazione sentimental-sessuale che lui, uomo di esperienza, sapeva essere di un certo tipo, avendo egli ben presente la presenza di Pascal, il suo convivente, che lei dichiarava essere suo cugino, ma che lui capiva benissimo non essere vero, ma che accettava, arrivando a dire che egli aveva dato molto denaro alla bella per quello che lei gli dava, denaro che era servito all'acquisto della bella villetta in cui lei e "il cugino" vivevano e, ha aggiunto il geologo, metà della proprietà la donna l'aveva intestata a Pascal e questo non gli sembrava proprio giusto, visto che il denaro lo aveva fornito lui, l'amante che non viveva con lei...
Certo ci si chiede come abbia potuto il convivente Pascal, che qualche quotidiano definisce "marito", accettare di farsi intestare metà di una casa nella quale viveva pur essendo, scrivono diversi giornali, disoccupato da molto tempo.
Sembra che egli fosse a conoscenza della presenza del geologo. Inoltre la bella, ora morta, sembra che non facesse l'interprete come diceva a tutti, sembra che ai Carabinieri che indagano non risulti.. Sembra facesse l'accompagnatrice di uomini ricchi... L'inchiesta chiarirà tutto e si delineerà meglio la verità dei fatti. Da notare che la strada fra la bella villetta, dove l'avvenente ucraina viveva con Pascal, e il luogo dove è stato ritrovato il suo cadavere si percorre in solo mezz'ora di automobile.
La famiglia di Pascal non sapeva nulla di quanto sta emergendo.
Nel corso della mia vita mi è capitato due volte di conoscere, per vicinato in case dove ho abitato, persone che millantavano professioni inesistenti, stranamente in entrambi i casi erano donne con qualche problema psichico, non so se per la vita che conducevano o se per fatto genetico, e in entrambi i casi confidavano lamentele nei riguardi dei mariti che facevano da paravento a situazioni per me incomprensibili...
Non sempre tali storie evolvono in un delitto, in questo caso forse qualcosa si è rotto quando lei ha pensato di affrancarsi da una situazione in cui lei era il collettore del denaro che entrava in casa e che consentiva, scrivono i quotidiani, un elevato tenore di vita. Aveva conosciuto un medico 50enne che, forse, poteva mantenerla e voleva andare a vivere con lui rompendo uno stato di cose che avrebbe frantumato la vita di qualcuno e quel qualcuno l'ha uccisa.