sabato 24 marzo 2018

Storie di orrore e contorno

Da: RETENEWS24
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Caso Roberta Ragusa: il figlio chiede di amministrare i beni della madre

Di Chiara Caminiti  7 giugno 2017

Si torna a parlare del caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 di cui si sono perse le tracce.

Sembrerebbe che il figlio maggiore della donna, Daniele Logli, nominato anche amministratore della sorella minore, abbia fatto richiesta per poter amministrare i beni della madre in base al principio di “assenza” della donna. Il tribunale di Pisa ha accolto la possibilità di tali richieste sostenendo che, essendo Roberta scomparsa da più di due anni, gli eredi possono ora presentare istanza per essere ammessi al possesso temporaneo dei beni, ovvero: l’autoscuola “Futura”, due immobili, un appartamento e tre appezzamenti di terreno all’isola d’Elba oltre ad una liquidità che ammonta a circa 1milione 700mila euro.

Il marito della donna, Antonio Logli, è stato condannato in primo grado ad una pena di 20 anni per l’omicidio della moglie.

Fra poco ci sarà il processo d'Appello. Sembra che il condannato in Assise, marito fedifrago della scomparsa in una notte gelida senza documenti, lasciando l'auto e i figli di cui una di soli 10 anni, non abbia mai risposto ai magistrati sottraendosi ad ogni interrogatorio e rimettendosi interamente ai suoi avvocati.
C'è chi dice che, non essendo mai stato ritrovato il cadavere di Roberta, non si possa condannare l'assassino. Ma la giurisprudenza ha invece condannato molte volte assassini che avevano fatto sparire il corpo dell'ucciso. Uno degli ultimi casi è quello del nero fattosi prete per vivere meglio, tale padre Gratien, che ha fatto sparire l'incauta donna insoddisfatta sposata e con un figlio disabile che aveva avuto con lui rapporti intimi e forse era incinta.
Quello che turba tanta gente è apprendere quanto riportato nell'articolo qui copiato, come su altri organi di stampa e TV, sull'agire di questo figlio della donna sparita, di cui da quella notte non v'è stato che silenzio di morte, che fa pensare necessariamente che egli sia guidato dagli avvocati del padre in questo suo agire per arrivare ai beni di sua madre. Come possono venire altrimenti in mente ad un ragazzo inesperto della vita tutti i passi legali per giungere a mettere le mani sui beni della madre? E come non pensare che sia manipolato, influenzato e teleguidato da suo padre, su consiglio dei suoi avvocati difensori, nel presentare una memoria difensiva nei riguardi del suo ormai unico genitore?
Lo smarrimento psicologico di questi due figli, coinvolti innocentemente in una immane tragedia, lo capiamo tutti, la forza di avere una reazione morale evidentemente è mancata ai due adolescenti smarriti e feriti da una mancanza affettiva traumatica e per loro non spiegabile. Isolati nella famiglia del padre, senza alcun contatto con quel che rimane dei parenti della madre, per volontà del padre medesimo, l'unico sostegno rimane per loro l'unico genitore rimasto e la figura certo non nobile di chi, amica della madre, l'ha tradita diventando l'amante del marito sotto i suoi stessi occhi.
Starà ai giudici valutare tutto questo e, in particolare, perché quest'uomo non ha voluto mai essere interrogato.
La storia è piena di orrori: ricordo un caso in cui un figlio fu costretto dal padre a portare sulle spalle il sacco con i resti di sua madre che suo padre aveva ucciso e fatto a pezzi... Egli non aveva osato ribellarsi subendo l'umiliante orrore di farsi complice di qualcosa di atroce, di cui egli stesso si vedeva vittima, ma non riuscendo a trovare in sé la forza di reagire essendo soggiogato dal padre.

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