lunedì 23 aprile 2018

Massimo Giletti: l'innominato

Massimo Giletti: "l'innominato".
Ma non come quello dei "Promessi Sposi"!
.La trasmissione di intrattenimento politico di RAI 3 "Agorà" è diventata da tempo la trasmissione più comica della RAI.
Noi la vediamo per farci quattro risate. 
Nonostante gli sforzi di Gerardo Greco il PD ha perso a rotta di collo: segno che alla gente, di quello che diceva lui e che pensava di guidare a far dire a coloro che invitava, non gliene fotte né punto né poco, anzi...
Serena Bortone

Serena Bortone è ancora più esilarante. Ma diciamo che è la RAI che è esilarante, come lo è ogni apparato o persona che tenta di coprire la realtà con copertine troppo corte, quindi risibili.

Oggi siamo arrivati al punto che il comico (un poco noioso) Bertolino, nella sua lunga (e noiosa) rassegna stampa che dovrebbe far ridere, ma ci riesce poco, fa ridere di più la trasmissione come la conduce la Bortone, ha citato il brutto episodio dell'ex Ministro Landolfi che ha schiaffeggiato il dignitoso giornalista Lupo, collaboratore della trasmissione "Non è l'Arena" condotta dall'esiliato (dalla RAI) Massimo Giletti su La 7, cercando di farci della satira ma SENZA CITARE né Giletti né la sua interessante trasmissione, ma dicendo "una trasmissione di una rete"!
Siamo a questo punto! Che per paura di fargli pubblicità non lo si nomina!
Enrico Bertolino



Non si sa se l'iniziativa sia di qualche Dirigente RAI avvelenato verso un così bravo e gradevole giornalista per motivi suoi, oppure sia un eccesso di zelo di Bertolino o della conduttrice!
Fatto è che, nonostante la noia, questa voluta omissione ha fatto risvegliare la sonnacchiosa platea di casa mia facendoci molto ridere!

Che dire? Ormai la domenica, subito dopo pranzo, senza "L'Arena" penso che gli ascolti scendano, non solo di quantità, ma anche di qualità dell'ascolto, restando solo qualche persona anziana culturalmente inerme a sentire Cristina Parodi che annuncia tutta giuliva che ci sarà uno scoop: la nascita del terzogenito dell'erede al trono della Gran Bretagna! 
Camomilla domenicale: Cristina Parodi

domenica 22 aprile 2018

Per ridere un po': Le comiche: "Gita alla Landriana con squilibrata"



"Gita alla Landriana con squilibrata"










Defi Cent - "Dai, Schizzosa, vieni anche tu alla Landriana!"




Schizzosa Invidiosa - "Oh sì! Mi piacerebbe! Io amo così tanto le piante! Mica come "la matta" che non distingue la magnolia giapponese preziosa che ho da quella normale!  Ma Villana è d'accordo?"





Defi Cent - "Ma certo! Le piaci così tanto! E poi le dispiace che sei depressa a causa della  "matta" e che te ne stai a sentire quello che dice ... Tu sei laureata, dirigente, consulente, una donna importante! Che ti importa se quella non ci crede! Saresti matta tu se dicessi tutte queste cose e non lo fossi! Villana lo sa e lei ti crede perché è intelligente, mica come quella scema della "matta"!



Villana Analfabeti - "Venite, venite pure in giardino, sono quasi pronta!"








 







"Defi Cent "Ma qui, su questo muretto, non c'era un vasetto di begonie?"










Villana Husband -  "Ma nun me pare!"




 "Defi Cent "Ma si c'era, io mi ricordo! Non ve lo avrà rubato "la matta" per dispetto?"








Villana Husband -  "Ma no! E che mo' scavarca?! Mica è matta! L'avrà spostato Villana, prima c'era e mo' nun c'è più... Ah! ecco arriva Villana, semo pronti! Annamo!"





Moglie Boh?: "Te la immagini una povera anziana signora che scavalca un muretto sormontato da rete metallica per fare dispetti ai vicini?"
Marito Boh?: "Oppure che scavalca il cancello di questi sottosviluppati..."
Moglie Boh?: "Questa Defi Cent un giorno chiedeva insistentemente a Blue Guitar cosa volesse significare il titolo "Mostri e Ritratti", quello provava a spiegarglielo ma lei insisteva dicendo: "Si ma chi sono i Mostri, perché Mostri?"
Marito Boh?: "Quelli come lei? Scherzo, ma questa è deficiente di nome e di fatto! Non ha mai visto il vecchio film "I Mostri" oppure il successivo "I Nuovi Mostri?" Tutti capiscono cosa vuol dire: persone con aspetti mostruosi nel comportamento!"
Moglie Boh?: "L'unico da cui ancora non ho sentito dire scemenze o puttanate è Blue Guitar .
Blue Guitar 


Marito Boh?"Ma nemmeno il suono di una nota però!"

venerdì 20 aprile 2018

Trattativa Stato-Mafia: ATTENTI ALLE DATE!

Trattativa Stato Mafia | Che cos'è | Sentenza | Condanne

Trattativa Stato Mafia | Che cos'è | Sentenza | Condanne

20 aprile 2018 Lo Stato ha trattato con la Mafia per fermare le bombe: i protagonisti del "grande ricatto"

La sentenza della corte d’assise di Palermo dopo 5 anni di processo alla Trattativa Stato Mafia. Condannati a 12 anni l'ex generale dei Ros Mario Mori e l'ex senatore Marcello Dell'Utri, 8 anni anche al testimone chiave Massimo Ciancimino. Condannato a 28 anni Bagarella, assolto l'ex ministro Mancino

Potrebbe interessarti:http://www.today.it/cronaca/trattativa-stato-mafia-sentenza.html
Per i particolari leggete l'articolo o altri su altre testate giornalistiche che riportano questa conclusione della Corte d'Assise. Ci saranno, poi, l'Appello e la Cassazione: come sempre.
Ho letto vari articoli e debbo dire che nessuno ha chiarito alcune mie perplessità. 
Prima fra tutte il far risalire la responsabilità della trattativa Stato-Mafia a Berlusconi tramite Dell'Utri. Non ci siamo con le date e potete controllare dove volete ma le date sono queste:
Andreotti è Capo del Governo dal 13 aprile del 1991 al 24 aprile del 1992.
Lo era stato precedentemente dal 1989 al 1991.
Tutti sanno che la sua corrente era forte per i voti che gli garantiva Salvo Lima in Sicilia.
Erano voti veicolati dalla Mafia.
La Mafia chiedeva in cambio di poter agire tranquilla nei suoi sporchi affari. Il potere politico garantiva.
Una cosa orrenda, giacché lo Stato deve garantire gli onesti i quali, al contrario, erano lasciati in balìa del pizzo nelle loro attività produttive.
Ma torniamo al governo Andreotti 1991-1992.
Vice Presidente e Ministro della Giustizia era Claudio Martelli.
Le voci sulla connivenza di Andreotti con la Mafia sono sempre più pressanti. Egli è di nuovo al potere dal 1989 con due governi di seguito. Tira i remi in barca con le garanzie ai mafiosi e il risultato è: 12 marzo 1992 Omicidio di Salvo Lima Mondello (Palermo) 
24 aprile del 1992 Andreotti si dimette finisce il suo governo dunque anche le garanzie per la Mafia.
23 maggio 1992 Strage di Capaci (PA)  muore Falcone
Martelli aveva chiamato a Roma Falcone a dirigere la sezione Affari Penali del Ministero.
Subentra Amato il 28 giugno 1992
Martelli continuerà a fare il Ministro della Giustizia anche in questo governo. 19 luglio 1992 Strage di via D'Amelio Palermo muore Paolo Borsellino
17 settembre 1992 Omicidio di Ignazio Salvo Santa Flavia (PA). Ignazio Salvo era strettamente legato a Lima.
22 aprile 1993 termina il governo Amato.

29 aprile 1993 -13 gennio 1994 Governo Ciampi. Ministro dell'Interno Nicola Mancino, Ministro della Giustizia Giovanni Conso, che era subentrato in questa carica a Martelli durante il governo Amato il 12 febbraio 1993 e lo sarà ancora nel governo Ciampi, durante il quale avverranno i seguenti fatti:

14 maggio 1993 Fallito attentato di via Fauro Roma 
27 maggio 1993 Strage di via dei Georgofili Firenze 
27 luglio 1993 Strage di via Palestro Milano 
28 luglio 1993 Autobomba a San Giovanni in Laterano Roma 
28 luglio 1993 Autobomba a San Giorgio in Velabro Roma

La Mafia, rimasta senza coperture politiche ha ucciso Lima, poi Ignazio Salvo, anelli di congiunzione con chi governa, ed ora cerca con la sua voce feroce nuovi interlocutori: troverà una trattativa per far smettere le stragi.
E' credibile che Ufficiali dei Carabinieri prendessero una simile iniziativa da soli? Senza l'input di una figura politica istituzionale?
Con quali garanzie?
Oggi il Tribunale ha detto che non è stato il Ministro dell'Interno del Governo Ciampi, Nicola Mancino. Eppure le stragi hanno le date pubblicate sopra.
Perché Giovanni Conso allentò il 41bis in quel periodo?
Lo scrissero tutti i giornali in un'alea di dubbio.


Conso e la polemica sul 41 bis 3 agosto 2015 "Il Secolo D'Italia" sulla morte di Giovanni Conso.

Nel marzo ’93, a un anno dalla strage di Capaci, destò molto clamore la decisione di Conso, all’epoca Guardasigilli, di non rinnovare il 41 bis a circa 300 mafiosi sottoposti a carcere duro. In seguito, davanti alla Commissione parlamentare antimafia e alla procura di Palermo che lo interrogheranno, dirà che si trattò di una scelta assunta in totale autonomia e non concordata con nessuno per indurre Cosa Nostra a smettere con le stragi. Il 3 febbraio scorso, citato a deporre al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, Conso non si era presentato per motivi di salute.
Giovanni Conso con Ciampi

Rivediamo le date: nel marzo 1993 siamo sotto il governo Amato e Conso è subentrato a Martelli come Ministro della Giustizia il 12 febbraio 1993.
Ora come si possa addebitare tale trattativa a Berlusconi, che arriverà al governo soltanto l'11 maggio 1994,  proprio non lo capisco. Berlusconi durerà fino al 17 gennaio 1995!
Sembra quello che arriva a cose fatte e gli lasciano il cerino in mano!
Tornerà al governo soltanto nel 2001 e fino al 2005, poi 2005-2006, infine 2008-2011.
Che la Mafia abbia cercato contatti anche con lui quando subentrò a chi aveva vissuto quella stagione stragista 1992-1993 è sicuro. Tramite Dell'Utri, è possibile, ma per protezione futura, dato che il patto per le stragi era precedente.

STANDA NEL MIRINO, RAFFICA DI ATTENTATI

Luglio 1994 "La Repubblica"
ROMA - Una notte e un giorno di fuochi. Attentati incendiari a raffica in sei città, compresa proprio Milano: è stato un attacco in piena regola alla Standa, la catena di supermercati che appartiene al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. A Roma, Firenze, Modena, Brescia e Trento, con le stesse modalità e spesso negli stessi reparti, scatolette collegate a rudimentali ma efficaci congegni hanno portato il fuoco nei grandi magazzini. I danni sono contenuti, tranne che a Modena. A Milano, lo vedremo, cambia qualcosa. Ciò che brucia adesso è altro. E' il movente oscuro,

Il movente è invece chiarissimo. Berlusconi dovette soggiacere pure ad avere un mafioso in casa facendolo passare per stalliere: Mangano.

Vittorio Mangano (Palermo18 agosto 1940 – Palermo23 luglio 2000) è stato un mafioso italiano pluriomicida legato a Cosa Nostra conosciuto con il soprannome de «lo stalliere di Arcore», data l'attività che svolgeva presso la villa brianzola di Silvio Berlusconi. Fu definito da Paolo Borsellino una delle «teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia»

Berlusconi di certo non è un angelo, ma ognuno deve prendersi le sue responsabilità e non scaricare le proprie su colui che tanto di colpe ne ha già tante, quindi una più una meno è uguale. 
Le date smentiscono certe ricostruzioni di comodo e, anche se Mancino è stato scagionato, Di Matteo  dovrebbe ricordarsi molto bene quando chiese che non venissero cancellate le registrazioni con l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, invece, furono distrutte.

1 giugno 2016 www.antimafiaduemila.com
Il Corriere scrive dei controlli sull'esistenza di copie dei colloqui, già distrutti
di Aaron Pettinari
E' una storia senza fine quella delle intercettazioni tra l'ex ministro Nicola Mancino (all'epoca indagato ed oggi imputato al processo trattativa Stato-mafia) e l'ex capo dello Stato Giorgio Napolitano (all'epoca ancora al Quirinale). L'Ispettorato del ministero della Giustizia è tornato, per l'ennesima volta, a chiedere chiarimenti ai pm titolari dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia predisponendo anche verifiche tecniche. A dare la notizia, oggi, è stato il Corriere della Sera e ambienti del ministero
SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

AUDIZIONE DELL’AVVOCATO NICOLA MANCINO, SUI GRANDI DELITTI E LE STRAGI DI MAFIA DEGLI ANNI 1992-1993, IN QUALITA` DI MINISTRO DELL’INTERNO PRO TEMPORE 60ª seduta: lunedı` 8 novembre 2010

Senato della Repubblica Camera dei deputati –2– Commissione antimafia 58º Res. Sten. (8 novembre 2010)

l’onorevole Mancino viene  ascoltato in libera audizione nella sua qualita` di ministro dell’interno pro tempore, dal primo luglio del 1992 al 19 aprile del 1994.

Incontro tra Mancino e Borsellino. Faccio un passo indietro per parlare del presunto incontro, del quale ancora si discute, tra l’allora ministro dell’interno e il giudice Borsellino, il giorno del suo insediamento al Viminale, appunto il primo luglio 1992. Ho sempre sostenuto di non avere mai incontrato il predetto magistrato, ne´ quel giorno e neppure successivamente. Intanto, escludo perentoriamente di avere avuto con lui un colloquio; se presente nel lungo e largo corridoio antistante il mio ufficio al Viminale, fra le centinaia di persone presenti quel pomeriggio per salutarmi e augurarmi buon lavoro, avro` anche potuto stringergli la mano, come avvenne con molti a me ignoti dei non pochi presenti (c’era ressa nel corridoio). Era mai possibile che un magistrato dello spessore del dottor Borsellino, senza appuntamento, senza conoscermi – anch’io, fisicamente, non lo conoscevo –, con la ressa formatasi all’ingresso del mio ufficio, potesse essere venuto, proprio il giorno del mio insediamento, per comunicarmi che egli era dell’avviso di evitare trattative tra Stato e mafia? La domanda e`: antecedentemente al primo luglio 1992 c’erano trattative? Eppure si e` sostenuto, e ancora si sostiene, che nell’agenda rossa di quel magistrato fosse annotato l’appuntamento con il «ministro Mancino». Si da` il caso che nella mia agenda, alla pagina comprendente il giorno del primo luglio, non fosse contenuta nessuna annotazione di incontro con il dottor Borsellino (conservo le agende dal 1990 ad oggi e sono in grado, a richiesta, di esibirle all’onorevole Commissione, come del resto faccio adesso, mostrandovi quella riferita all’anno 1992). Onorevole Presidente, dall’agenda si evince che il giorno 30 giugno 1992, non avendo ancora preso possesso della funzione ministeriale, incontro alle ore 20,30 il professor Galloni e che il primo luglio non e` riportata nessuna annotazione in assoluto. E` un’agenda, fra le tante, che conservo.

Rita Coltellese *** Scrivere: Trattativa Stato Mafia


giovedì 19 aprile 2018

Come si vive a Rocca Priora

Quando nel 1979 facemmo la scelta di andare a vivere in campagna perché già avvertivamo il degrado civile di Roma, approdammo a Rocca Priora, non per scelta elettiva, ma perché i prezzi delle ville erano di molto inferiori a quelli di Frascati, dove mio marito lavorava, di Grottaferrata, di Monteporzio e perfino di Montecompatri. 
Eravamo comunque felici della nostra scelta e del Sindaco di allora, Eugenio Tisbi, un democristiano che d'estate portava compagnie teatrali con attori del calibro di Marina Malfatti per spettacoli gratuiti all'aperto di classici come "Elettra". Spendeva bene i soldi dei contribuenti curando anche la cultura dei suoi concittadini, semplici montanari che non scendevano certo a Roma per andare a Teatro.
C'erano certo cose da conquistare e il mio spirito civico mi spinse subito a raccogliere firme di cittadini per presentare poche legittime istanze:

La prima firma è la mia e ne seguono altre 160.
Non fu la mia l'unica iniziativa: altri raccolsero firme prima di me e dopo di me. 
Non arrivò tutto subito. I cacciatori smisero di entrare nei nostri giardini credendoli terreni di caccia, ma per eliminare gli allagamenti sulla via comunale ci sono voluti almeno 35 anni e una causa intentata dal mio condominio durata 10 anni. Le fognature le stiamo ancora aspettando ma qualcuno le paga anche se non esiste alcun contratto di allaccio... Cose che accadono solo in certe zone d'Italia... Non in tutte..
All'inizio della mia via, che incrocia la Via Tuscolana, c'era uno spartitraffico con sopra una colonnina segnaletica di forma conica a bande rosse e bianche, visibili anche di notte..
Ora che il traffico è grandemente aumentato, con l'arrivo di altri abitanti, l'isola spartitraffico non c'è più, né tanto meno la colonnina, e il rischio di entrate contromano da parte di automobilisti scorretti è quotidiano, insieme al fatto che a volte l'uscita dalla via è quasi chiusa da auto che usano l'imbocco sulla statale come un parcheggio.. L'attuale Sindaco, interpellato di persona da me e da mio marito, ha detto che lo spartitraffico, che eviterebbe sia le entrate contromano che l'uso della immissione della via come parcheggio, non si può fare, lui ha chiesto all'Ufficio Tecnico e gli hanno detto "che qualcuno potrebbe farsi male urtando sull'isoletta spartitraffico, infatti non si usano più"..
Peccato che basta andare altrove per vedere che si usano ancora ovunque; un esempio vicino: Via Domenico Seghetti a Frascati...
Ora alcune cose sono migliorate: non ci sono più i cassonetti, ma abbiamo la raccolta differenziata.. Il Comune ha fatto appello alla collaborazione dei cittadini e i civili collaborano; esistono ancora sacche di incivili purtroppo che gettano i loro rifiuti ovunque: di certo costoro non pagano la TARI, altrimenti vorrebbero usufruire del Servizio, a Rocca Priora particolarmente caro.
Ma c'è chi, pur pagando la TARI e tutte le altre tasse, il servizio di ritiro rifiuti non ce l'ha come dovrebbe essere scritto nell'appalto, che dovrebbe obbligare il Comune a richiami e sanzioni nei riguardi della Società appaltatrice Sarim.
Per giorni, in certe zone lontane dal centro e ai confini territoriali comunali, la Sarim non si vede e questo è il risultato:

Le intemperie e gli animali producono questo risultato sui rifiuti non ritirati


In giro sudiciume sparso vicino alle ville


Al degrado dei Servizi si aggiunge il degrado civile: 

Lumi esterni di una villa fatti oggetto di sassaiola


mercoledì 18 aprile 2018

Macron: che faccia tosta!

Da: La Repubblica.it

Macron: "Fermare egoismi, rischio guerra civile europea". Juncker: "Siamo 27, non solo francesi e tedeschi"



Macron: "Fermare egoismi, rischio guerra civile europea". Juncker: "Siamo 27, non solo francesi e tedeschi"
Il presidente francese Emmanuel Macron al Parlamento Europeo (afp)

Il presidente francese all'Europarlamento per rilanciare la Ue. Ottanta iniziative in vari ambiti, dalla zona Euro al programma Erasmus, fino alla tassazione dei giganti digitali. Ma deve incassare la frecciata del presidente della Commissione.
Suvvia! Un po' di autocritica non farebbe male prima di aprire bocca!
Parla di egoismi lui che rappresenta la Francia!
La Francia che ha negato all'Italia l'acquisto di una Società Elettrica francese: 27/02/2006
Prodi interviene sul caso Enel-Suez: «Quello che è successo in questi giorni dimostra mancanza di reciprocità»
ROMA - «Non è possibile avere in Europa mancanza di reciprocità e quello che è successo in questi giorni dimostra mancanza di reciprocità». Lo dice Romano Prodi parlando della vicenda che ha stoppato la scalata di Suez da parte di Enel. «Non è mica solo un problema di violazioni di legge - ha aggiunto il leader dell'Unione - reciprocità vuol dire leggi che siano rispettose dei diritti di tutti e comportamenti che siano rispettosi dei diritti di tutti i paesi. Non c'è mica solo al violazione di legge...». Anzi, su un eventuale violazione- puntualizza il leader dell'Unione- «non mi pronuncio perchè non è la mia funzione, ma non è possibile avere sempre una situazione in cui un paese sia oggetto di acquisizioni e l'altro invece protagonista di acquisizioni».
E vogliamo parlare del fatto recente dei Cantieri francesi?

La Francia ha deciso di nazionalizzare i cantieri di Saint-Nazaire

L'accordo con Fincantieri, che avrebbe dovuto acquistare due terzi delle azioni della società navale, è saltato. (La Repubblica.it)


E vogliamo ricordare i respingimenti a Ventimiglia di gente africana in gran parte proveniente da Paesi ex colonie francesi e attualmente alcuni ancora protettorati?

E Macron ci viene a parlare di egoismi?
Si guardasse allo specchio la mattina!






martedì 17 aprile 2018

Elisa Claps: fallimento di ogni Giustizia

Dal sito di "Chi l'ha Visto?" Trasmissione di RAI 3.

Prescritte le accuse al genetista che non trovò il Dna di Restivo su Elisa Claps

Potenza, 14/4/2018 - Si è concluso a Salerno "per intervenuta prescrizione" il processo al prof. Vincenzo Pascali, imputato del reato di falso in perizia, per quella genetica in cui escludeva la presenza di tracce di Dna di Danilo Restivo sugli abiti di Elisa Claps. In primo grado il genetista era stato condannato a un anno e sei mesi (pena sospesa). Lo ha reso noto il fratello di Elisa, Gildo Claps, che ha commentato:"Provo a cercare tra le pagine del codice i termini di prescrizione al nostro dolore, in 25 anni sarà ben prescritto, sfoglio ma non li trovo, sarà una disattenzione del nostro legislatore". Grazie a un’altra perizia, Restivo è stato condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione. Attualmente è detenuto in Gran Bretagna per aver ucciso la vicina Heather Barnett.


Giustizia non è stata fatta. Chi ha fatto una perizia falsa, chi ha nascosto il giubbetto sporco di sangue dell'assassino, tutta la gente che l'ha protetto, dal prete, all'avvocato, alla donna magistrato moglie di quell'avvocato... tutti costoro sono colpevoli del secondo omicidio commesso da questo soggetto, psicologicamente malato, ma lucido nell'uccidere: la povera sarta inglese e i suoi due orfani che, tornando da scuola e scoprendone il cadavere, hanno assistito all'orribile scempio che il mostro aveva compiuto sulla loro mamma.
Proteggendolo hanno consentito forse anche ad un altro omicidio, non sicuramente addebitabile all'assassino di Elisa, ma ci sono molti indizi che sia stato lui: una fanciulla che attraversava un parco nella zona dove l'assassino viveva in Gran Bretagna.

lunedì 16 aprile 2018

I Racconti di una cattivissima vecchia 6° - Gregari


Gregari

Come si diventa cattivissimi? Non so degli altri.. C’è chi ci nasce.. Io ci sono diventata a poco a poco.. di carognata in carognata, di schifezza in schifezza, di falsità in falsità, di miseria in miseria del cosiddetto prossimo!
L’ho scritto nei racconti precedenti: ero buona, amavo il mio prossimo anche più di me stessa, le cattiverie non le capivo e quando le capivo ne rimanevo ferita ma non reagivo.
Poi si va per accumulo e si comincia a ripensare a ciò che ha vissuto chi ti ha preceduto, che era anche più buono di te, e capisci che da lì viene quello che sei, capisci perché amavi il tuo prossimo. E se ti viene il dubbio di sbagliarti, ripensando a quelle due persone che ti hanno educato, scopri che ne facevano di tutti i colori anche a loro.. per egoismo o per pura malvagità. E allora non hai più dubbi: la genìa umana si ripete nei suoi pessimi aspetti e non dipende sempre da come sei fatta tu.
Una categoria di persone mi ha sempre meravigliato da giovane e schifato da vecchia ed è quella dei gregari.
Sono quelle persone che pur non avendo con te quasi nessun rapporto, né in bene né in male, si aggregano a chi ce l’ha con te per i più svariati motivi: perché li hai evitati essendo persone squallide e perniciose, per invidia cattiva e feroce, per antipatia o vera avversione… Insomma per le ragioni più varie purché non dipendenti da tue cattive azioni, altrimenti il discorso si fa diverso, sia nell’impostazione che nelle conclusioni, perché se il tuo comportamento merita riprovazione può anche starci che qualcuno si aggreghi ad altri che ce l’hanno con te.
Mi riferisco dunque a quelle persone che senza passione e personali coinvolgimenti si aggregano a soggetti che ce l’hanno con voi per loro personali non commendevoli motivi.
Sono soggetti di uno squallore totale. Quasi peggio di chi, per suoi personalissimi motivi, ha nei vostri riguardi rabbia, rancore, avversione o invidia.. scegliete voi fra uno di questi brutti sentimenti.
Il gregario si aggrega e compie azioni nefande nei vostri riguardi e, a volte, nemmeno lo conoscete né avete mai scambiato neppure una parola con lui.
Che figure umane miserabili!
Ho, come esempio, ricordi che riguardano chi mi ha preceduto e anche accadimenti miei personali.
Morì, investita da un’automobile, una tizia del paese di mio padre. Giovane e di puri sentimenti, commentai con dispiacere il ferale accadimento. Mio padre mi stupì per la sua reazione. Lo conoscevo come un uomo che amava molto il suo prossimo, generoso ed umano, ma disse: “Era una donna cattiva e, non voglio dire che se lo è meritato, ma sai cosa mi disse senza ragione alcuna? Passò qui davanti per andare nella casa di suo fratello, io stavo scavando per fare la cantinetta che poi ho ricavato, e lei mi disse con immotivata cattiveria “Scavi, scavi, che ti scavi? La fossa?” Ci rimasi malissimo. Perché farmi un simile augurio?”
Anche mio padre, di fronte a tanta stupida e gratuita cattiveria, si era incattivito dunque.
Riflettei. Quella donna non aveva particolari motivi per avercela con mio padre, sempre gentile anche con il fratello di colei, definito da tutti pazzo, fino al punto che nel nominare il suo nome lo facevano sempre precedere da “quel matto di …”
Il motivo era lo spirito gregario verso una vicina di casa del suo pazzo fratello: era costei la suocera di un fratello di mio padre e l’aveva rabbiosamente con lui, insieme a sua figlia, per avere mio padre appoggiato sua madre nel tentativo di dissuadere il rispettivo figlio e fratello dallo sposare la figlia di colei. Il motivo di questo appoggio, dato da mio padre a sua madre, discendeva dal fatto che le due donne, madre e figlia, avevano una cattiva fama per il loro carattere litigioso ed aggressivo tanto da avere, come si usa nei paesi, un soprannome: “la jena e la jenetta”. Inoltre in passato c’era stato un brutto episodio in cui le due avevano ricoperto di insulti la madre di mio padre, mia nonna, e la sua unica sorella, allora adolescente. Insulti immeritati ed estremamente volgari, tanto che mia nonna le voleva querelare e se non lo fece fu solo per questioni di costo dell’avvocato.
Ma cosa poteva mai entrarci in tutto questo la donna ora morta investita da un’automobile? Assolutamente nulla. Ma la “jena”, ormai diventata suocera del fratello di mio padre, covava un rancore perenne verso mio padre, misto ad invidia per alcune sue sudate conquiste nella vita, e sfogava questo suo rodimento parlando male con questo e con quello del mio genitore, compiacendosi di eventuali suoi dispiaceri e cercando di sminuire alcune sue qualità. Non tutti la seguivano in questi suoi non nobili sentimenti ma i gregari si, e la donna morta sotto un’auto era fra questi. Dissi a mio padre che quella frase di malaugurio gliel’aveva detta sicuramente per compiacere la “jena” in ascolto lì, a pochi passi, affacciata sul terrazzino prospiciente la sua casa.
E gli raccontai un episodio, meno grave nella sua stupidità, di un’altra gregaria, che mi aveva meravigliato per l’incongruenza di un suo commento, il quale voleva essere una presa in giro del tutto immotivata e fuori luogo a me, mentre stavo scambiando qualche banale frase di circostanza con la  “jena” e con lei, la gregaria. Faceva freddo e stando ferma in strada a parlare con le due donne, per pura cortesia, ad un certo punto incrociai le braccia sul petto e dissi: “Certo fa proprio freddino.” La gregaria fece un inopinato sorriso derisorio ammiccando verso la “jena” e dicendo: “Mettiti un termosifone addosso!” La guardai senza capire, ma avvertendo l’intenzione malevola, mentre la “jena” le aveva posato una mano sull’avambraccio sorridendole malignamente compiaciuta e l’altra ricambiava lo sguardo di colei senza guardare me, a cui la frase era stata rivolta. Ecco, la miseria di quella donna trovava fiancheggiatori che nulla c’entravano con le vicende che avevano creato in lei un inestinguibile odio, appena velato da un minimo di ipocrita necessità di rapporti normali, che si riversava anche sulla inconsapevole discendenza di mio padre.
Queste figure squallide che si adattano alla maldicenza, allo sfottò, al malaugurio, quando non addirittura allo spargimento di calunnie in favore di qualcuno che l’ha con voi, sono quanto di più grigiamente vile.

giovedì 12 aprile 2018

Morire di discoteca



Nicola Marra con il padre Antonio

Nico è solo stato un estratto a sorte di quella maledetta domenica, come ce ne sono stati tanti e come purtroppo tanti, molti, ce ne saranno ancora. Mio figlio era un ragazzo pazzesco, con un cuore e una mente enorme, con una vita a disposizione ma che gli andava stretta per le tantissime cose che programmava e del quale era il primo realizzatore. La sua giornata non era formata da 24 ore, ma era indefinita, infinita. Il giorno e la notte erano solo un susseguirsi di eventi temporali nei quali cercava a malapena di adattarsi, tanto era preso dagli amici, dallo sport, dal divertimento, dallo studio, dalla famiglia e da tutti coloro che vedevano in lui un riferimento in tutto, forse in troppe cose. La vita voleva viverla, dominarla, controllarla, possederla. Adesso non c'è più, e sto a chiedermi il perché con una domanda che non avrà mai risposte o forse tante. L'ho cercato dappertutto in quelle maledette ore, ma in cuor nostro sapevamo che non l'avremmo mai più rivisto. Avvertiva dei suoi ritardi. Sempre. Ho passato l’intera giornata e anche la notte seguente alla scomparsa di Nico girovagando, da anima dannata, per le stradine di Positano, nell'assurda speranza di incontrarlo, magari smemorato o stordito, ma di stringerlo e portarmelo a casa. E ho assistito a scene che mai avrei immaginato. È una mattanza impunita ciò che si verifica all'uscita dei locali notturni dove tutti, e dico "tutti" i nostri ragazzi si riversano. Sembrava un campo di battaglia con decine di ragazzi e ragazze che vagavano semincoscienti, vestiti a malapena con camicie sudate e abiti leggeri nel freddo della tarda notte, chiazze di vomito dappertutto. E si accasciavano esanimi su panchine, gradini, a terra. In un’atmosfera di irreale consuetudine. Maledetto e spaventoso alcol!
Ma perché tutto questo…? Nico ha voluto inconsapevolmente, casualmente ma purtroppo tragicamente manifestare che si è arrivati a un punto di non ritorno. E adesso sto a piangerlo con un dolore che mi fa morire giorno dopo giorno, ma che mi fa rabbia e costringe ad urlare che non può e non deve succedere. Abbracciate i vostri figli, coccolateli, fate loro leggere queste parole, la vita è preziosissima, non può essere ceduta in cambio di uno sballo. Il ritorno a casa dopo il divertimento deve essere qualcosa di normale e scontato. Non si può pregare e sperare ogni volta nel miracolo ordinario di rivedere il proprio figlio riposare, al sicuro, nel proprio letto. A me non è più consentito…
Ciao Nico, a presto. Papà ti ama.

Da Chi l'ha visto
A Chi l'ha visto gli ultimi drammatici minuti di vita di Nicola Marra
Con Nicola, in discoteca, c'era Federica"Siamo usciti insieme alle 3:30", racconta la ragazza. "Correva, senza motivo, diceva di voler andare ad aprire la macchina ma non aveva le chiavi. Abbiamo provato a fermarlo ma avevamo i tacchi. Così l'abbiamo chiamato ma aveva perso anche il cellulare". In effetti Nicola (ripreso dalle telecamere di videosorveglianza mentre sale in paese) aveva preso per errore il cellulare di Federica. Questo telefonino è stato ritrovato sul sentiero da cui è precipitato. I Carabinieri che indagano si stanno concentrando sulle immagini interne alla discoteca. Perché Nicola ha preso a correre su quel sentiero così impervio, difficile anche per i residenti di Positano? "Qualcuno potrebbe avergli dato delle droghe nel locale?", si chiede l'inviata. Il padre di Nicola chiude il servizio di Chi l'ha visto con uno straziante appello: "Nicola è stato estratto a sorte in quella serata disperata. Mentre cercavo mio figlio ho visto ragazzi in uno stato pietoso: perché ridursi così? La vita è preziosa".
Ho visto il video dell'accorato messaggio del padre di Nico ieri sera su "Chi l'ha visto".
Straziante perdere un figlio comunque, ancora più straziante in un modo così assurdo.
Gli esami tossicologici diranno se nel bicchiere di Nico qualcuno ha versato qualcosa che possa averne alterato le capacità mentali frammisto all'alcool. Di certo il ragazzo non faceva uso abituale di alcool né tantomeno di droghe. Però, il costume corrente di andare in discoteche, espone anche ad esagerare con l'alcool, sia pure per una sola volta: ma quella volta può essere fatale, come è accaduto a Nico.
Se si accerterà che gli hanno propinato qualcosa di certo sarà difficile dimostrare chi è stato, ma quel qualcuno ha provocato la sua morte.
Non c'è altro che la prevenzione per evitare tutte queste morti causate dall'uso di andare per discoteche a cercare un divertimento che non è tale, ma uno stordirsi insensato che di divertente non ha nulla ma crea malesseri, risse, incidenti stradali al ritorno per mancanza di sonno e per effetto dell'alcool e, peggio, di sostanze che alterano la psiche.
Se Nico si fosse messo al volante in quelle condizioni in cui ha perso l'orientamento fino a finire sulla scogliera, avrebbe potuto morire ugualmente in uno scontro con altre auto o finendo fuori strada, coinvolgendo altre persone... Dunque l'unico modo per non morire era non bere, limitarsi... Ma la vita si deve imparare ogni giorno e Nico è stato sfortunato: non ha potuto fare questa esperienza in modo da non ripeterla, questa unica esperienza gli è stata fatale...
Capisco sempre più che la vita è anche fortuna.. E che l'unica arma che abbiamo è la prevenzione... Evitare quello che può costituire pericolo, rinunciare ad un divertimento che troppo frequentemente porta ad eccessi e alla morte. Come può un divertimento portare alla morte? Non è accettabile: giovani, cercate altri mille modi che esistono per divertirvi.

6 settembre 2017 La Stampa: Morto fuori dalla discoteca a Roma, i buttafuori dopo il pestaggio: “Sono affari suoi” (la vittima era un uomo di 50 anni).


19 luglio 2015 La StampaMuore a 16 anni dopo l’ecstasy in discotecaTragedia al locale Cocoricò di Riccione. La vittima è un ragazzo della provincia di Perugia, aveva assunto mdma


13 agosto 2017 Corriere,.itSpagna, Niccolò ucciso in discoteca

«Pugni e calci al viso. Nessuno li fermava» Pestaggio a Lloret de Mar, arrestati tre giovani. L’amico: «C’è stato un piccolo diverbio, ma Nicco non era un attaccabrighe. Soccorsi in ritardo». Il comune chiuderà la discoteca

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