Così la polizia scientifica analizza il Dna
Quando vengono trovati dei reperti ossei, come quelli ritrovati nella Nunziatura apostolica di via Po 27 a Roma, per identificare la persona è necessario estrapolare il Dna e poi compararlo. Ma se il dna delle ossa è "totalmente deteriorato" c'è il rischio di un "risultato zero", ovvero nessun Dna comparabile. Come si lavora per cercare di arrivare ad un risultato lo spiega Alessandra La Rosa, genetista forense della polizia scientifica, ad Askanews: "Su delega dell'autorità giudiziaria si procede prima alla pulitura delle ossa, poi all'estrapolazione di un profilo genetico, operazione non sempre possibile se il Dna è troppo deteriorato, poi alla comparazione con il profilo genetico della persona scomparsa, se è stato estrapolato da oggetti in uso esclusivo, o con il profilo genetico dei familiari, preferibilmente genitori ma anche fratelli".
http://www.today.it/cronaca/ossa-nunziatura-apostolica-esame-dna.html Da: Faro di Roma - Quotidiano di informazione A occuparsi delle analisi sulle ossa non è solo la Polizia scientifica ma anche il professor Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Università di Roma Tor Vergata. “Le ossa, proprio come il Dna, parlano e raccontano una storia. A patto però di trattarle con cura, altrimenti restano mute. So che c’è attesa su quello che potranno dirci le ossa della Nunziatura. Da parte nostra cercheremo di avere delle risposte da dare nei prossimi giorni. Inizieremo a impostare il lavoro: per prima cosa bisognerà pulire le ossa, che erano interrate“. In secondo luogo, ha proseguito, “dovremmo classificare tutto quello che abbiamo stabilendo quali ossa sono presenti e quali mancano. Quindi inizieremo l’analisi vera e propria: le caratteristiche delle ossa ci permetteranno di stabilire il sesso, l’età, l’altezza” dei soggetti a cui appartenevano. E, possibilmente, le probabili cause del decesso. “Si tratta di un processo che richiederà qualche giorno”, conclude Arcudi, ben consapevole dell’attesa che circonda il suo lavoro. “Ci sono risposte da dare. E le ossa parlano”. Da: ANSA.it le ossa, dicono due diverse e qualificate fonti, non sono state ritrovare nella giornata di lunedì 29 ottobre nel sottoscala dell'abitazione del custode della Nunziatura, quando in serata fu avvertita la polizia italiana, ma 72 ore prima, vale a dire nella giornata di venerdì 26 ottobre. Cosa sia successo in quei tre giorni solo il Vaticano può dirlo. Il Prof. Giovanni Arcudi è stato incaricato dal Vaticano quale consulente di parte. A parte la mia personale visione del professore come persona gentile che sempre mi salutava con un sorriso quando ci incrociavamo negli spazi comuni della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi Tor Vergata, dove ho lavorato per tanti anni, cosa non comune a tutti i professori, alcuni dei quali inalberano indifferenza, distrazione, oblìo, anche quando hai risolto loro dei problemi, egli ha un curriculum di tutto rispetto in cui si legge che ha conseguito una Laurea in Giurisprudenza prima di conseguire quella in Medicina e Chirurgia, specializzandosi poi in Medicina Legale e in specifiche branche di essa: nell'Annuario dell'Ateneo di Tor Vergata dell'A.A. 2001-2002 si legge che i suoi campi di attività sono Patologia forense, Antropologia ed odontoiatria forense, Criminalistica, Identificazione personale - impronte digitali - cronologia della morte. Non a caso il Prof. Arcudi appare di sovente in televisione e sui quotidiani quale esperto per risolvere problematiche legate a cruenti omicidi. Appare perché citato e ripreso dalle telecamere, ma egli è un uomo gentile ma schivo, tipico del vero uomo di Scienza. Nel sito dell'Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” nell'anno 2004 appare quale Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Sarà per questi suoi rapporti con il mondo universitario cattolico che il Vaticano ha voluto lui quale consulente in questa delicatissima faccenda? Certo, al di là di ciò che si scoprirà dalle analisi delle ossa, la faccenda è inquietante peggio di un giallo di Agata Christie, giacché non di sepoltura si tratta, come inizialmente ipotizzato dai media, non essendo né una cappella né una chiesa dove erano occultati i poveri resti sotto il pavimento, ma la costruzione all'interno della Nunziatura Apostolica che fungeva da casa del custode. Qualche TG ha detto che l'estrazione del DNA si presenta difficile perché le ossa sono state troppo tempo sotto il pavimento... Ho ripreso dalla mia libreria un libro che comperai molti anni fa quando, avendo pubblicato qualche libro di narrativa, frequentavo la mostra annuale della piccola e media editoria qui a Roma e allo stand della Casa Editrice EDIZIONI PLUS - Università di Pisa questo libro attirò la mia attenzione, il titolo è: "Il Conte Ugolino Della Gherardesca tra antropologia e storia" a cura di Francesco Mallegni e Maria Ceccarelli Lemut. La cosa interessante di questa lettura è come le analisi biologiche di antichi resti umani possano svelare o confermare la Storia. Dal titolo è evidente su quali resti siano state condotte dette analisi e nello specifico non ci interessa, quello che mi ha fatto andare a rivedere quanto avevo letto era come avviene l'estrazione del DNA, anche da resti così antichi e che, dunque, mi sembrava strana la notizia data dai TG sulla quasi impossibilità ad arrivare ad una estrazione dalle ossa ritrovate sotto il pavimento della Nunziatura. Nel libro si legge: "La natura dei costituenti del dente (smalto sulla corona, dentina nella corona e nella radice e cemento sulla radice) fa sì che a tutti gli effetti un dente sia uno scrigno chiuso che può non solo preservare residui di DNA ma anche proteggerli da eventuali inquinamenti dell'ambiente, durante la permanenza nel terreno dello scheletro e dai ricercatori, durante le manipolazioni che un dente può subire nella preparazione alle analisi". Ora sembra che fra le ossa rinvenute ci sia un teschio e relative parti di una mandibola e dei denti. Nel mio libro ci sono tantissime cose interessanti sul DNA e sulla sua conservazione nel tempo, sulle difficoltà di estrazione, sull'incidenza di vari fattori per la sua conservazione, ma alla fine lo studio di altissimo livello dimostra che non è impossibile, nemmeno andando molto indietro nel tempo... Confidiamo dunque sia nella Polizia Scientifica dello Stato Italiano sia nel Prof. Giovanni Arcudi che ci svelino con certezza scientifica di chi sono i poveri resti.
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