Idoneo al servizio. Luigi Capasso, l'uomo che ieri ha ucciso le due figlie minorenni dopo aver sparato alla moglie e che poi si è suicidato a Cisterna di Latina, aveva ottenuto il via libera dell'abilitazione a svolgere le mansioni di carabiniere da una apposita commissione. E' uno dei dettagli che emergono in queste ore rispetto alla vicenda di Cisterna. Il 43enne carabiniere quando nei mesi scorsi chiese un alloggio presso la caserma di Velletri, dopo la separazione dalla moglie. In questi casi la prassi vuole che il soggetto sia sottoposto a consulto psicologico, ma Capasso rifiutò dicendo di usufruire già dell'aiuto di uno psicologo. A quel punto l'Arma lo ha obbligato a un consulto di natura medico-psicologica davanti ad una commissione la quale, al termine, lo dichiarò idoneo a svolgere il servizio nell'Arma.
Tutto è accaduto... Così scriveva Corrado Alvaro, lo scrittore di San Luca in Calabria...
Ed ora tutti, feriti da tanto orrore, si chiedono se si poteva evitare.
Via via vengono fuori particolari che delineano i contorni di questa tragica realtà e che avvicinano sempre più alla verità di questa famiglia.
Fra tante amare riflessioni a me viene da pensare alle Commissioni, ai giudici, a tutti coloro a cui lo Stato mette in mano la sorte e quindi la vita delle persone.
In questo caso la Commissione, che ha giudicato l'equilibrio di un uomo riconsegnandogli il suo ruolo di difensore della Società e dei cittadini e un'arma per questo scopo, è stata tragicamente smentita dai fatti.
Ma senza arrivare al caso estremo della tragedia, quante volte queste Commissioni, nei diversi ruoli e compiti, hanno inciso malamente nelle nostre vite?
Io, personalmente, ho riportato esperienze passate e presenti di ingiustizia e di abuso del diritto che Commissioni e giudici avevano nel giudicare.
Nei Pubblici Concorsi: ho constatato il calpestamento del merito, la mercificazione del giudizio e l'ho riportato nel mio libro "Il Romanzo dell'Università". Commissioni che si arrogano il diritto di alterare il giudizio delle prove concorsuali con un cinismo giustificato da un costume normalmente accettato.
Un modo di pensare che accetta l'alterazione del giudizio come ovvia, per favorire "il conosciuto", colui che "deve vincere" a discapito di chi ha fatto meglio la prova concorsuale ed ha più titoli.
Questo costume capillarmente diffuso da nord a sud del Paese ha un nome: corruzione.
Ma i protagonisti di questa lesione dell'etica e del diritto non si ritengono dei corrotti, essendo, la loro posizione di componenti di una qualsivoglia Commissione, un potere che ritengono spendere a loro vantaggio, gestendo il loro giudizio non secondo l'etica ma secondo la loro convenienza.
Il caso di Rosa, che descrivo nel libro, è tratto da una esperienza reale.
Ma poi mi sono imbattuta nel caso di un giovane e brillante medico che si è visto negare un contratto a termine, in un grande ospedale del nord Italia, ceduto ad un medico locale che non aveva conseguito la Specializzazione medica che lui invece aveva. Ottenutone successivamente un altro, sempre a tempo determinato, si è trovato a vivere in quell'Ospedale attendendo il risultato di un altro Concorso a cui aveva partecipato, questo a tempo indeterminato, quindi più importante. Essendo molto bravo uscì terzo nella graduatoria, essendo, i primi due, medici locali, per il primo dei quali il Primario si era portato a cena il Presidente della Commissione perorandone la vincita.
Il giovane medico, non autoctono, rimase a svolgere il suo servizio per la durata del suo contratto a termine, sperando di essere poi chiamato dalla graduatoria, dato che i primi due avevano intanto preso servizio per poi chiedere dopo sei mesi, alla conferma, il trasferimento ad altro Ospedale a loro più comodo. Con l'approssimarsi della scadenza della graduatoria e, con la sua decadenza, della perdita del posto a tempo indeterminato, il giovane chiese all'Ufficio del Personale perché non veniva chiamato in servizio come i primi due che, peraltro, se ne erano andati dopo aver intascato il posto a vita. La risposta fu sprezzante nei riguardi "dei terroni", essendo il medico del sud, con allusioni agli inghippi che si fanno nei concorsi in quella zona d'Italia. A questo punto l'intelligente clinico rispose che gli inghippi lui li aveva visti stando lì, a cominciare dal fatto che era stato scelto un medico non specializzato per il contratto a cui anche lui aveva partecipato avendo la Specializzazione richiesta nel bando. Nell'imbarazzo dell'addebito la risposta fu che loro la domanda del medico non l'avevano mai ricevuta, ma egli mostrò ben due ricevute di spedizione: l'aveva inviata sia per posta sia tramite DHL. E fu decisiva la firma di una persona di quell'Ospedale sulla bolletta di consegna della DHL che niente lascia senza firma. A questo punto, temendo una denuncia, i delinquenti, perché di questo si tratta, delinquenza, occultamento di una domanda per favorire altri, si affrettarono a chiamare il terzo in graduatoria a 15 giorni dalla scadenza della stessa.
Il giovane medico, non autoctono, rimase a svolgere il suo servizio per la durata del suo contratto a termine, sperando di essere poi chiamato dalla graduatoria, dato che i primi due avevano intanto preso servizio per poi chiedere dopo sei mesi, alla conferma, il trasferimento ad altro Ospedale a loro più comodo. Con l'approssimarsi della scadenza della graduatoria e, con la sua decadenza, della perdita del posto a tempo indeterminato, il giovane chiese all'Ufficio del Personale perché non veniva chiamato in servizio come i primi due che, peraltro, se ne erano andati dopo aver intascato il posto a vita. La risposta fu sprezzante nei riguardi "dei terroni", essendo il medico del sud, con allusioni agli inghippi che si fanno nei concorsi in quella zona d'Italia. A questo punto l'intelligente clinico rispose che gli inghippi lui li aveva visti stando lì, a cominciare dal fatto che era stato scelto un medico non specializzato per il contratto a cui anche lui aveva partecipato avendo la Specializzazione richiesta nel bando. Nell'imbarazzo dell'addebito la risposta fu che loro la domanda del medico non l'avevano mai ricevuta, ma egli mostrò ben due ricevute di spedizione: l'aveva inviata sia per posta sia tramite DHL. E fu decisiva la firma di una persona di quell'Ospedale sulla bolletta di consegna della DHL che niente lascia senza firma. A questo punto, temendo una denuncia, i delinquenti, perché di questo si tratta, delinquenza, occultamento di una domanda per favorire altri, si affrettarono a chiamare il terzo in graduatoria a 15 giorni dalla scadenza della stessa.
Ma non è il solo esempio di ordinaria corruzione da parte di chi ha avuto dallo Stato la delega a giudicare.
Una giovane ricercatrice, durante lo svolgimento del suo Dottorato di Ricerca, dà numerosi concorsi, con promessa che così "si farà conoscere" dall'ambiente scientifico. Finalmente viene bandito un concorso basato proprio sulle ricerche di cui si sta occupando. Ella intanto ha terminato il Dottorato e lavora da un anno gratis, essendo la borsa di Dottorato conclusa dopo la tesi. Dà l'ennesimo concorso. Fa uno scritto perfetto che la mette in cima alla graduatoria. L'orale viene rinviato a data lontana: si attende il ritorno della seconda in graduatoria che è all'estero per uno stage. La giovane e tutti nell'ambiente trovano questa attesa inusuale: la Commissione solitamente fissa il calendario dell'orale senza attendere i comodi di nessuno. Se è all'estero rientra e si presenta per la prova per quel giorno e a quell'ora. Con angoscia dunque la giovane prima in graduatoria ha un brutto presentimento.
Il giorno dell'orale la Commissione la tiene un'ora in piedi alla lavagna nonostante sia incinta di 5 mesi ponendole vari quesiti scientifici. Ella risponde a tutto. Alla prova assiste tutto l'Istituto di Ricerca essendo pubblica. La seconda in graduatoria viene fatta accomodare su una sedia davanti alla Commissione, le vengono poste poche domande: la prova dura 10 minuti.
Il giorno dopo esce la graduatoria: il bando non prevede idonei, la giovane è stata spostata al secondo posto: l'orale di 10 minuti ha convinto la Commissione che la seconda nel tema scientifico scritto può diventare la prima.
Il giorno dell'orale la Commissione la tiene un'ora in piedi alla lavagna nonostante sia incinta di 5 mesi ponendole vari quesiti scientifici. Ella risponde a tutto. Alla prova assiste tutto l'Istituto di Ricerca essendo pubblica. La seconda in graduatoria viene fatta accomodare su una sedia davanti alla Commissione, le vengono poste poche domande: la prova dura 10 minuti.
Il giorno dopo esce la graduatoria: il bando non prevede idonei, la giovane è stata spostata al secondo posto: l'orale di 10 minuti ha convinto la Commissione che la seconda nel tema scientifico scritto può diventare la prima.
Il dolore e lo sconcerto della giovane è tale che si ammala con febbre alta: rischia di perdere il bambino.
Contro la sua volontà i genitori spendono milioni per un ricorso. Lei deve andarsene dall'Istituto dove lavorava da un anno gratis. La prima che era seconda rimane nell'ambiente.
Ed ora dalla corruzione passiamo ad un altro tipo di giudizio: quello dei giudici: un giudizio che costa tanti soldi.
Viene riconosciuto l'errore: nei verbali del concorso si scopre che alla candidata vincitrice sono state poste domande che erano già state poste a colei che era stata interrogata in precedenza e le cui risposte erano state da questa sviluppate alla lavagna in presenza della candidata ascoltata successivamente per pochi minuti e fatta vincitrice.
Giustizia che smentisce sé stessa aggiungendo che la prova scritta rimane valida (non si può certo cancellare!) ma l'orale viene annullata: dovrà essere ripetuta dopo 2 anni con la stessa Commissione!
Più che giustizia è una inevitabile ammissione del tangibile, con un rimedio che infligge un'umiliazione alla giovane che ha ricevuto un simile affronto, facendole ripetere la prova con coloro che lei ha denunciato e con una candidata che è rimasta a fare ricerca, mentre lei, avendo fatto ricorso contro quei potenti, ha dovuto lasciare il lavoro che stava svolgendo.
Non credo che debba dirvi come è andata.
La giovane rinfaccerà ai genitori l'inutile umiliazione a cui si è dovuta sottoporre per una pseudo giustizia e i soldi inutilmente da loro spesi.
Fanno o no le Commissioni e i giudici strame delle nostre vite?
E non pagano mai! Che sbaglino per dolo o per mero errore o incompetenza essi sono al di sopra di tutto, non c'è mezzo per ottenere Giustizia!
Come può dirsi il sistema Italia una democrazia se siamo alla mercé di giudizi insindacabili e non sanzionabili in caso di errore voluto o meno?
Che si può fare contro una Commissione Medica che dichiara idoneo uno che idoneo non è?
Dovrebbero quei Commissari essere dichiarati incompetenti e declassati ad altri ruoli di basso profilo, oppure, se il loro agire è stato dovuto ad altro, da accertare, essere processati.
Ho portato esempi a me noti di come, Commissioni preposte alla valutazione della idoneità a svolgere un determinato lavoro, agendo in modo delinquenziale, possano fare del male a chi innocentemente sottopone i propri sforzi e talenti al loro giudizio.
Ma ho descritto anche come certi giudici rendano vana ogni Giustizia con simili sentenze che offendono il Diritto.
I genitori della giovane ricercatrice, che a seguito di un tale delitto ha cambiato i sogni e la strada della sua vita, chiesero conto ad un giudice del lavoro anche dell'anno di sfruttamento intellettuale non retribuito. Non ebbero giustizia. Ricorsero anche al Consiglio di Stato: la risposta scritta fu che "alla dottoressa era stato concesso quell'anno per approfondimento dei suoi studi" dunque non si doveva considerare un lavoro da retribuire... Troppo facile l'ironia: il lavoro intellettuale di raccolta di dati ed elaborazione degli stessi per lavori scientifici, dove poi mettono la firma anche gli sfruttatori che a nulla hanno contribuito per quel lavoro, non è lavoro per i giudici, il lavoro è solo quando vai a raccogliere i pomodori e ti pagano poco evadendo i contributi INPS.
Oggi non mi stupisco se sui giornali leggo ogni tanto che hanno arrestato qualche giudice del Consiglio di Stato.. Se tirano la legge come un elastico secondo le più fantasiose interpretazioni... Quegli arresti sono come le punte degli iceberg.
E che dire di un giudice che ammette che un lavoratore ha subito un torto, l'errore che gli ha creato un danno allontanandolo dalla sede che gli spettava c'è... Ma fa capire all'avvocato del lavoro, che ha presentato la richiesta per un provvedimento d'urgenza, che è meglio se lo ritira, sollevandolo dalla noia di fare un verbale in più, altrimenti potrebbe emettere in seguito una sentenza comunque a sfavore del povero lavoratore, costretto a lavorare in una sede disagiata e lontano da casa. Ricatto? L'avvocato non ha strumenti contro simili soggetti. Può solo far presente i fatti in punta di Diritto, poi si deve rimettere alle decisioni dei suscettibilissimi magistrati!
Alla prima udienza tutto bene, ma la seconda (non si capisce perché), viene rimandata ad 8 mesi di distanza!
L'avvocato prova a far presente che, dato il tipo di lavoro che coinvolge anche studenti, sarebbe meglio prima che inizi un nuovo ciclo di studi: ma sente che il giudice si irrigidisce, si indispettisce e deve lasciar perdere.
La vita di una persona e delle persone a lei legate dipendono dal giudizio capriccioso di un giudice.
Può questo Stato garantire qualcosa ai suoi cittadini con queste Commissioni, con questi giudici? Insindacabili, impunibili?
E visto che la mia lunga riflessione, corredata da fatti, è iniziata con il giudizio clamorosamente sbagliato di una Commissione Medica che ha comportato una tragedia, concludo con il giudizio di un'altra Commissione Medica che ha prodotto solo una limitazione di sei mesi della mia libertà personale: la sospensione della patente di guida operata da Medici non specializzati in Oculistica e contro il parere certificato di Oculisti Ospedalieri. Ho accertato che, qualora facessi ricorso spendendo tanti soldi, la Commissione a cui la legge mi indirizza ha fra i suoi componenti uno degli stessi medici che mi hanno negato il rinnovo! Come il concorso della ricercatrice di cui sopra: ti esamina colui contro cui hai presentato ricorso...
Nessuno che siederà in Parlamento vuole occuparsi di questa antidemocratica materia che influenza malamente le nostre vite?
Non siamo in Democrazia, siamo in un Medioevo in cui il cittadino è schiacciato da giudizi insindacabili contro cui non può fare niente!
Non siamo in Democrazia, siamo in un Medioevo in cui il cittadino è schiacciato da giudizi insindacabili contro cui non può fare niente!