Parola di Antonio Di Pietro ex Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti dunque parla per sua competenza, e aggiunge:
"Il controllo spetta al concedente che a norma della convenzione firmata ha il diritto dovere di monitorare la buona esecuzione dei lavori, la perfetta manutenzione e i continui interventi di ripristino. Tutto ciò dal 2007 al 2012 è stato appannaggio dell'Anas. Ma dal 2013, stando a una norma di legge, è diventato direttamente compito del ministero delle Infrastrutture e in particolare è stata istituita una struttura ad hoc che si chiama Vigilanza sulla concessione autostradale". Antonio Di Pietro, in una intervista al Corriere della Sera, spiega così che se "è vero che c'è una responsabilità da parte diAutostrade sull'omessa manutenzione e sull'omesso ripristino, è anche vero che "c'è un omesso controllo da parte del ministero delle Infrastrutture".
Di Pietro ha studiato, ha fatto il magistrato, prima il commissario di Polizia di Stato, parla per le sue competenze e credo che, sulla responsabilità dell'omessa vigilanza da parte del Ministero abbia ragione. A meno che dalla summa delle carte non saltino fuori verbali che dicano il contrario, che la vigilanza è stata fatta... Ma allora forse è anche peggio perché è evidente dal crollo che è stata fatta male, giacché il ponte NON è stato preventivamente chiuso.
Di Maio invece ha scarsi studi alle spalle e, soprattutto, inconcludenti, e nessuna competenza. Deve riflettere che ci sono leggi, ad esempio, che mettono in capo a sua madre, che leggo essere Dirigente Scolastica, responsabilità tali che, alla luce della situazione degli edifici scolastici italiani, potrebbe ritrovarsi sulle spalle condanne penali anche se, sempre la legge, non le da alcuna possibilità di intervenire.
In Italia non solo i ponti crollano: sono crollate in passato anche le scuole, in tutto o in parte facendo anche lì vittime innocenti.
Sapesse quante scuole sono a rischio, che ci siano eventi sismici o meno.
Come per il ponte l'esperto Di Pietro l'avverte sulle maglie della legge che non è così lineare come Di Maio crede e spera, né così logica, così è per gli edifici scolastici; perché se è vero che apparentemente della manutenzione sono competenti Comuni e Province, non è infrequente che gli ex Presidi, oggi Dirigenti Scolastici, sono finiti condannati penalmente per crolli e altri accidenti occorsi in detti edifici.
Questo penso che glielo potrà spiegare la sua mamma, sicuramente più preparata di lui sulle normative, in quanto ella è per la Legge n. 81/2008 assimilata alle responsabilità del datore di lavoro!
Da un mio post del 22 maggio 2017:
.....il Decreto Legislativo n. 81/2008 che costituisce il Testo Unico per la sicurezza sul Lavoro, che altro non è che la Legge 626/1994 aggiornata.
Va tutto bene, tranne che è applicata ai Dirigenti Scolastici come a qualsiasi altro datore di lavoro pubblico o privato.
Ora, non bisogna essere un esperto di Diritto per capire che, per dare una Responsabilità Penale ad una figura fisica, devi dare anche gli strumenti giuridicamente reali perché questa persona fisica possa discernere fra infrangere la legge a suo rischio e pericolo o se adottare tutti i provvedimenti per non infrangerla.
La figura del Dirigente Scolastico, istituita con Art. 21 legge 15 marzo 1997 e n. 59 del regolamento emanato con DPR 8 marzo 1999 n. 275, ha di sbagliato che NON HA GLI STRUMENTI PER EVITARE DI FINIRE NEL PENALE PER QUEL CHE ATTIENE LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO, responsabilità che le leggi istitutive di questa figura dirigenziale mettono in capo ad essa.
Persino una banale e veloce ricerca su Wikipedia lo dice:
Il dirigente in materia di sicurezza, assume il ruolo e i compiti che la legge assegna al datore del lavoro. Tuttavia non può intervenire direttamente, con interventi strutturali, sugli edifici, in quanto questi rimangono di competenza degli Enti Locali.
Preghi dunque Ministro Di Maio che nella Scuola che sua madre dirige non cada mai un controsoffitto dove un tubo invisibile agli occhi, per lavori fatti fare dal Comune o dalla Provincia (il discrimine è solo se si tratta di Scuola Primaria o Secondaria), si è rotto all'improvviso provocando il disastro, perché la sua mamma verrebbe sicuramente condannata penalmente perché datrice di lavoro senza possibilità, né per competenza né per portafoglio, di poter evitare il tragico evento, ma illogicamente però giuridicamente ella sarebbe colpevole!
La giurisprudenza ha già emesso tante sentenze in merito:
Da: Dirigentiscuola.org
Quello che le norme non dicono. Condannata una dirigente per non aver controllato la chiusura di un lucchetto mentre presiedeva gli esami di Stato in altra sede!
21 maggio 2017
E’ dell’altro giorno la notizia della condanna di una nostra collega, Franca Principe, e del suo RSPP, ad un mese di reclusione ed un risarcimento danni quantificato, in via provvisoria, in euro 15.000,00, a seguito di un incidente occorso ad un alunno della sua scuola caduto da un lucernaio alto sette metri a causa di una porta d’accesso, fornita di lucchetto, ma impunemente lasciata aperta da una collaboratrice scolastica.
Un comportamento omissivo, secondo il Giudice, costato caro alla dirigente scolastica, che è stata chiamata a risponderne penalmente in forza della sua qualificazione giuscivilistica e penalistica di datore di lavoro. A fronte, invece, di nessun capo d’imputazione a carico del funzionario responsabile dell’ente provincia!
E’ l’ultimo dei tantissimi casi di “mala sicurezza” che hanno caratterizzato le cronache degli ultimi anni, piene zeppe di episodi come questo che, oltre ad avere pesanti ripercussioni di natura penale sul malcapitato di turno (stiamo parlando di delitti e non di meri reati contravvenzionali), espongono lo stesso ad una gogna mediatica che si protrarrà per tutti i gradi di giudizio, fino in Cassazione.
Alla gogna mediata si contrappone la solidarietà della categoria, che sta invadendo il MIUR (segreteria.ministro@istruzione.it) con “IO SONO FRANCA PRINCIPE” .
Già in passato esprimevamo solidarietà per l’accaduto, ma nel contempo anche rabbia e sconforto per la situazione nella quale si sono trovati a convivere tanti dirigenti scolastici, così come oggi la collega, rea di non aver controllato quel giorno la tenuta stagno della porta che dava accesso al lucernaio, quasi fosse suo compito farlo, e non invece della collaboratrice scolastica all’uopo preposta a quel reparto.
Da tempo chiediamo al governo un immediato intervento legislativo per dirimere gli aspetti più controversi del D.Lgs 81/08 nei suoi aspetti applicativi inerenti le istituzioni scolastiche, ed in particolar modo nei confronti dei dirigenti scolastici (rectius: datori di lavoro) titolari di pesanti responsabilità civili e penali, ma senza autonomi poteri decisionali e di spesa. E chiamiamo in causa il MIUR, ed i suoi uffici periferici, affinché prendano posizione a tutela della scuole richiamando gli enti locali alle loro responsabilità. Meglio ancora, per scuoterli dalle loro conclamate inefficienze e ataviche inadempienze!
Nel contempo non siamo rimasti inermi nei confronti della categoria che quotidianamente convive con mille problemi legati alla messa in sicurezza delle scuole, fornendo alla stessa un supporto operativo che possa aiutarla nel gestire gli aspetti più controversi del D.Lgs. 81/08. Di qui l’idea di uno snello VADEMECUM al quale fare riferimento per verificare i numerosi adempimenti previsti dalla legislazione vigente.
Ma la questione di fondo resta sempre la stessa. Ed è quella che le norme non dicono! Nello specifico che:
Ma in questo caso possono essere perseguibili per Interruzione di pubblico Servizio: sono dunque fra l'incudine e il martello! Una situazione vergognosa sul piano del Diritto, imponendo dei doveri senza dare gli strumenti per esercitarli! Indegna di un Paese civile! Ma possiamo noi dirci ormai un Paese civile?
I magistrati d’appello accerteranno sulla base di solide basi probatorie la dinamica dell’incidente verificando anche se il dirigente deve avere il dono dell’ubiquità. Intanto noi critichiamo e condanniamo la sentenza di primo grado convinti che le sentenze non vanno solo applicate e rispettate come se fossero vangelo. L’involuzione della Giustizia Italiana né è la prova!
Nelle more la DIRIGENTISCUOLA, lunedì 22 p.v. – primo dei 5 giorni di sit-in – alle ore 11, porterà all’attenzione del Ministro la situazione non più sostenibile e non più procrastinabile della sicurezza nelle scuole, chiedendo immediati interventi legislativi al riguardo e non mancando di evidenziare le palesi contraddizioni normative rivenienti dal vigente D.Lgs. 81/2008, pensate per tutto il comparto pubblico e privato, ma in molti passaggi di fatto inapplicabili alle istituzioni scolastiche.
Chiosa il Segretario Generale Fratta “I dirigenti dovrebbero prendere esempio dall’emblematico caso del Presidente della Provincia di Caserta. Dopo aver paventato o minacciata la chiusura di tre scuole superiori per problemi di staticità, la regione Campania ha fatto uscire dal cilindro immediatamente un milione di euro per interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione. Dimostrazione che le soluzioni quando si vuole si trovano, e le risorse pure! Questo dovrebbe fare da monito alla categoria impegnata sempre e comunque a garantire il funzionamento delle scuole, anche a discapito delle proprie responsabilità personali. Voglio augurarmi che i colleghi inizino a denunciare senza mezzi termini le inadempienze degli enti locali provando a ragionare da dirigenti e non da ex-docenti!
Ai tanti colleghi che si stanno chiedendo sul web cosa fare o cosa possiamo fare, posso solo rispondere che dobbiamo agire uniti e compatti, passando dalle parole ai fatti. Dobbiamo far sentire forte e chiara la nostra voce a chi ha il dovere di ascoltarci. Se sarà necessario anche con azioni eclatanti, visto che le richieste, le segnalazioni e gli appelli civili e democratici finiscono nel dimenticatoio. Iniziamo con inviare la mail al MIUR e teniamoci pronti ad invadere l’aula della Corte d’Appello durante l’udienza.”
I magistrati d’appello accerteranno sulla base di solide basi
In conclusione: lo Stato nella sua espressione più immediata e vicina al Governo SE NE LAVA LE MANI, nel Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti come in quello dell'Istruzione Scolastica, aspettando i MORTI per poi cercare il capro espiatorio. Nel caso del ponte giravano tanti tanti soldi e forse ha ragione Di Pietro, la Società Autostrade non finirà del tutto nella polvere, nel caso delle Scuole invece è facile prendersela con chi guadagna poco più di 2.000 euro al mese gravandolo di responsabilità non sue e soprattutto che esulano totalmente dalle sue competenze e possibilità di intervento: i Dirigenti Scolastici.
Ci pensi Di Maio: potrebbe accadere anche a sua madre.