lunedì 10 dicembre 2018
La Francia, Macron e i "Gilets Jaunes"
Amo la Francia, dove sono stata molte volte, e amo la sua lingua che sapevo bene tanto da tradurre questa opera:
Ora è passato molto tempo che ne manco e un po' il mio francese ne risente, ma la Francia è sempre nel mio cuore.
Macron è passato da una iniziale simpatia, che ha suscitato anche in me oltre che fra i suoi elettori, ad una antipatia, per quel che mi riguarda, per l'ipocrita richiamo all'Italia all'accoglienza di gente arrivata sui barconi dai più svariati Paesi africani, di cui molti sue ex colonie, mentre li respingeva a Ventimiglia e li manganellava gettandoli giù dai treni se riuscivano a passare, oppure nascostamente li faceva riaccompagnare dai suoi gendarmi in Italia, nottetempo attraverso i boschi di confine.
Quando è iniziata la rivolta dei "Gilets Jaunes" molti italiani, compresi commentatori sui media, hanno detto ammirati che i francesi erano migliori di noi che paghiamo molto di più i carburanti, gravati da accise antichissime e mai tolte nonostante le promesse, ma subiamo supinamente. Poi con simpatia abbiamo ricordato in molti che in fondo sono stati loro ad inventare la Révolution...
Poi però qualcosa non ha quadrato più...
Se sono tutti lavoratori che si rivoltano di fronte al caro carburanti che va ad aggravare il costo della vita, perché sfasciare le vetrine, i negozianti sono lavoratori, anche loro debbono pagare il carburante e... la vetrina nuova..
Perché distruggere le auto di altri francesi che oltre a pagare il carburante rincarato ora non avranno più l'auto per andare al lavoro? Perché l'accanimento: bruciandole, rivoltandole, spaccando i finestrini? Cosa c'entrano altri privati cittadini con Macron e le sue scelte di governo?
Se sei un lavoratore non puoi compiere un simile gesto, non ti viene naturale, perché pensi che magari il proprietario di quell'auto ha fatto sacrifici per acquistarla, magari sta ancora pagando le rate...
Ecco, tutto questo non c'entra nulla con la rivolta contro il Governo. Di sicuro tutta questa violenza nasconde altro, una esasperazione dovuta ad altre cose che non vanno, oltre la tassa sul carburante.
Ma la parte più oscura ed inaccettabile di questa protesta sono i gesti dei "casseurs" contro le proprietà private di altri francesi.
Una notazione sul provincialismo italico dei media e dei politici i quali, in identici casi, non dicono teppisti, ma black-bloc.
Come sentiamo pronunciare la latina parola media non con la "e" ma "midia", all'inglese. Ridicoli.
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