sabato 30 marzo 2019

Renzo Formosa

<Ha alzato il pollice per rassicurarci – dice papà Giulio – e quando è entrato ha chiesto al medico di addormentarlo>.
Bello, era bello Renzo e pieno di vitalità e gioia di vivere, come può esserlo un 15enne.
Con il suo motorino stava tornando a casa da scuola, nella sua corsia, regolare...
Ma la morte, inaspettata, inaccettabile, gliel'ha inferta un'auto impazzita condotta dal figlio di un Vigile Urbano di Siracusa di 23 anni che ha invaso la corsia opposta travolgendo Renzo.

Renzo non è morto subito, povero amore, ma doveva sentire un malessere estremo per dire al camice bianco che ha tentato di salvarlo: "Mi addormenti dottore."
Di cose dolorose ne arrivano tante attraverso i mezzi di comunicazione, da tutto il mondo. Ma da quando ho visto il servizio della trasmissione "Chi l'ha visto?", in cui i poveri distrutti genitori hanno parlato straziati dal dolore del loro figlio strappato alla vita, non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di questo adolescente, sano e forte, che sta così male dopo l'impatto da dire quella frase al medico che cercherà di strapparlo alla morte, purtroppo senza riuscirci. Probabilmente per le lesioni devastanti che l'auto fuori controllo gli ha provocato.
E provo una dolorosa tenerezza a vedere nella mente il gesto rassicurante che, con il corpo distrutto tanto da voler essere addormentato, Renzo compie verso i suoi poveri e amati genitori per rassicurarli: non riesce a parlare, ma si preoccupa di loro, del loro dolore, della loro angoscia, e li rassicura prima di dire le sue ultime parole al medico, tanto è il male che sente che trova la forza di dirgli: 
"Mi addormenti dottore."
Da: MERIDIONEWS 17 FEBBRAIO 2018
Secondo la ricostruzione degli investigatori, l'automobilista alla guida della sua Fiat Pandaavrebbe perso il controllo del mezzo in prossimità di una curva. L’auto avrebbe iniziato asbandare, invadendo la corsia opposta lungo la quale procedevano tre scooter affiancati: quello guidato da Renzo Formosa e altri due con tre suoi coetanei a bordo. Per gli altri giovani solo lievi lesioni, mentre il 15enne, dopo 24 ore di ricovero all'ospedale Umberto I di Siracusa in prognosi riservata, è deceduto a causa delle gravi ferite riportate nello scontro
Una strada larga, che curva dolcemente, con spazio ampio per il transito dei due sensi di marcia: come si fa a perdere il controllo invadendo il senso di marcia opposto dove tre ragazzini stanno tornando da scuola con tre scooter, e investirli tutti e tre uccidendone uno: Renzo.
Il magistrato ha disposto il sequestro dei mezzi e ascoltato tutti i protagonisti per comprendere meglio la dinamica dell'incidente, i cui rilievi sono stati svolti dagli agenti della polizia municipale siracusana. Intanto, durante lo scorso mese di ottobre, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per Salerno da parte del pubblico ministero Antonio Nicastro cui era stato affidato il fascicolo aperto dalla procura aretusea.
Un incidente gravissimo, inspiegabile l'agire del giovane conducente, ma non si fanno i rilievi tossicologici, né vengono richiesti dalla Polizia Locale intervenuta gli esami urinari per accertare lo stato del conducente.
L'auto, appartenente al padre del 23enne che ha ucciso Renzo, è sprovvista di Assicurazione risultando scaduta da 15 giorni e non essendo stato pagato il premio del rinnovo entro tale margine di tolleranza che la legge consente.
Il padre, intervistato da Ettore Rocchetti, giornalista della trasmissione "Chi l'ha visto?", pur essendo Vigile Urbano del Comune di Siracusa, non sa giustificare questa mancanza, dice soltanto che suo figlio ha preso l'auto "a sua insaputa". Il figlio dichiara che "stava tornando dal lavoro". Il padre dunque non sapeva che il figlio usava la sua auto per andare a lavorare? E comunque anche se ferma un'auto non può stare senza assicurazione, a meno che non la si custodisca dentro un luogo privato e chiuso.
I colleghi del proprietario dell'auto non hanno segnalato e disposto, come avrebbero dovuto, alla Motorizzazione Civile per la sospensione della patente, e l'assassino stradale ha avuto la patente per 9 mesi, finché i genitori straziati non si sono rivolti ai giornalisti della trasmissione "Le Jene" che hanno resa pubblica la notizia. 

venerdì 22 marzo 2019

Potere sporco

Federica Sciarelli una mia carissima amica la incontrava spesso a spasso con il cane in zona Balduina, siamo a Roma.
Federica, pur non conoscendo la mia amica che abita in Via Pereira, salutava sempre. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che è un aspetto di questa giornalista brava e famosa che dice molto della sua semplicità.
Ma non ha solo questa qualità Federica Sciarelli, ha molto di più: ha coraggio.
In un mondo in cui la gente ha paura di parlare per ritorsioni e al massimo lo fa quando è in pensione, fuori dai giochi, lei combatte le sue battaglie usando il potente mezzo televisivo: la RAI di cui io e la mia famiglia paghiamo il finto canone (imposta) dal 1970.
La trasmissione "Chi l'ha visto" merita da sola l'imposta chiamata impropriamente canone di abbonamento.
La pagherei solo per essa.
Da quando esiste, iniziando dalla mitica Donatella Raffai, vediamo uno spaccato della realtà su cui non fa luce nessuno. Gente che sparisce e su cui la Polizia e i Carabinieri non sempre riescono a far luce.
A volte per incapacità, a volte per mancanza di mezzi, a volte per la macchina dell'inquinamento messo in moto da chi ne ha interesse.
Ieri sera ho visto lo speciale sul duplice assassinio della giornalista Ilaria Alpi e dell'operatore RAI Milan Hrovatin.
Da Wikipedia (a cui da qualche anno do un piccolo contributo per la sua utilità per la rapida consultazione)
Hrovatin faceva parte della comunità italiana di lingua slovena. Lavorò per l'agenzia Videoest di Trieste, per poi essere assunto alla Rai. Miran Hrovatin fu ucciso mentre si trovava a Mogadiscio come cineoperatore del TG3 insieme all'inviataIlaria Alpi per seguire la missione UNOSOM II dell'Esercito italiano nella guerra civile somala e per un'indagine sul traffico di armi e rifiuti tossici illegali (fra i quali l'uranio)[1][2][3] in Somalia, nella quale Alpi e Hrovatin scoprirono che erano coinvolti l'Esercito stesso, insieme ai servizi segreti italiani ed altre istituzioni italiane.[1][2][4]

In questo Paese non si riesce a far luce sui delitti in cui è coinvolto il Potere neppure dopo che certi rappresentanti dello stesso sono morti: tanta è la potenza delle commistioni e degli interessi sporchi nascosti.
La lunga ed accurata ricostruzione che la Redazione di "Chi l'ha visto?" ha voluto dedicare a questa terribile storia non ha fatto che ribadire quello che abbiamo capito tutti, perché la verità si impone sempre e sparge il suo profumo sopra la puzza della menzogna, anche quando questa si difende strenuamente al di là di ogni evidenza logica.
Fra le innumerevoli illogicità che si impongono alla mente di chi vede e registra la realtà e che impongono necessarie domande alle Istituzioni oggi al Potere ce ne sono almeno quattro:
1 - Come mai una brava giornalista della RAI è riuscita a trovare in Gran Bretagna il testimone chiave della scena del delitto Alpi-Hrovatin smascherando la sua menzogna e facendo liberare un innocente chiuso in carcere da ben 17 anni? 
2 - Come mai il magistrato Ionta ha accettato una testimonianza scritta senza risentire in Aula tale testimone d'accusa?
3 - Come mai Ionta ed altri non hanno mai visto e valutato le lettere-documento presentate in trasmissione ieri sera in cui si scopre che il testimone d'accusa, poi scomparso, fu foraggiato da continue rimesse di denaro, oltre che mantenuto in hotel e sistemato in un'officina meccanica con un lavoro di facciata, da autorità italiane che lo avevano fatto arrivare in Italia?
4 - Perché lo Stato, in base alla leggina scaturita da un Referendum sulla Responsabilità Civile dei Giudici, non chiede conto a Ionta e ad eventuali altri del danno erariale, che per il momento pagano solo i contribuenti, di 3 milioni di euro di risarcimento al giovane somalo tenuto in carcere ingiustamente?
Al Potere attuale chiedo che venga applicata la Legge: non devono pagare i contribuenti un simile evidente errore giudiziario che poteva essere evitato semplicemente cercando il testimone facilmente reperibile, come i fatti hanno dimostrato.

martedì 12 marzo 2019

SP 215 Km. 34-38 il degrado in parte eliminato ci riprova

Sent: Tuesday, March 12, 2019 7:49 PM
Subject: Vs. del 14/05/2018 Prot. CMRC-2018-0065602 a firma Dott.ssa Paola Camuccio

Questo link conduce all'articolo apparso tempo fa su IL QUOTIDIANO DEL LAZIO di cui ci compiacemmo, giacché la Città Metropolitana di Roma aveva eseguito quanto di sua competenza e, contemporaneamente, anche il Dip. VII ha fatto la sua parte risistemando il manto stradale e ripristinando la segnaletica stradale orizzontale.
La pulizia delle ormai discariche disposte lungo i cigli della Strada Provinciale 215 dal Km. 34 al Km. 38 circa, però, ad una visione in loco apparvero subito non ripulite  a fondo come l'articolo ottimisticamente faceva prevedere e ad oggi sui rifiuti non del tutto asportati si stanno riformando nuove discariche che invitano gli incivili a continuare.
Si prega di rimuovere tali discariche che, visionate oggi, danno uno spettacolo indegno del Dip. IV che ha come suo compito la Tutela e la valorizzazione dell'Ambiente.
Ringraziando le Istituzioni in indirizzo per l'attenzione, porgo
Distinti saluti.

Rita Coltellese

Sent: Tuesday, March 12, 2019 8:09 PM
Subject: Prostituzione SP 215 Km. 34-38

Si segnala a codesta Spettabile Stazione dei Carabinieri di Artena RM, competente per territorio, che stamane alle h. 11:30 transitavo in auto in località Macere, frazione di Artena RM, proseguendo in direzione Rocca Priora e vedevo una donna di pelle nera praticamente nuda sul ciglio della strada nella corsia opposta a quella dove transitavo. In auto con me c'era mio marito che, nel caso, può testimoniare.
Qualche chilometro più avanti vedevo un'altra donna di pelle nera, in questo caso vestita e seduta su una sedia di plastica bianca, sempre sul lato strada dove era la precedente nuda dalla cintola in giù.
E' evidente il lavoro svolto dalle Istituzioni in indirizzo dopo la denuncia da me presentata con allegate n. 102 firme di altrettanti cittadini il 3 maggio 2017, giacché il numero delle prostitute è diminuito e, soprattutto, era sparita per un po' di tempo l'inaccettabile nudità accompagnata da movenze oscene.
Segnalo, dunque, quanto da me rilevato in data di oggi giacché il degrado tende a riprendere il suo spazio vanificando il lavoro fin qui da Voi svolto.
Ringraziando, porgo
Distinti saluti.
Rita Coltellese

domenica 10 marzo 2019

La verità in TV è imbarazzante..

Vedo pochissima televisione, mi capita di vedere brevi spazi. 
Stamane ho visto il telegiornale delle h. 8:00 poi, mentre scrivevo la lista della spesa, è iniziato il programma del mattino condotto da un giovane magro, gradevole, con la barba. In studio c'erano ospiti una graziosa conduttrice e Gianni Ippoliti, intelligente ed ironico autore di programmi e rubriche originali.

L'argomento immediato è stato quello sulle corna del cantante Riccardo Fogli che, sembra, abbiano dato spettacolo in una trasmissione del tipo "buco della chiave", per fortuna non della RAI.  Una di quelle trasmissioni che si basano sugli istinti peggiori degli esseri umani: guardare quello che fanno gli altri, anche quando si sa che "gli altri" stanno lì appositamente pagati per farsi guardare, dunque per fare spettacolo e per questo nulla di ciò che i guardoni seguono ha la minima spontaneità.
Dato che vedo poco i TG, perché danno notizie veloci di cui spesso non si capisce niente, da Google News scorro le notizie leggendole in varie testate per poi farne una mia analisi e dunque un'idea quanto più possibile vicina alla realtà. Da giorni compariva fra i titoli anche il nome dell'ex galeotto Corona che annunciava che avrebbe rivelato a Fogli che la moglie gli aveva fatto le corna; non ho cliccato su quei titoli, ma essi c'erano ogni giorno quale preannuncio dell'avvenimento e sicuramente gente interessata a quel tipo di persone l'avrà letti. Alla fine i titoli riportavano che la comunicazione ufficiale, pare davanti alle telecamere, era avvenuta e che Fogli umiliato abbia pianto e che gente che assisteva alla trasmissione "buco della serratura" si sia indignata e abbia scritto sui social la sua indignazione...
Stamane il quesito posto dal giovane conduttore con la barba era: è giusto rivelare ad un amico/a che ha le corna? 
La graziosa conduttrice ha risposto il suo punto di vista, un po' banalmente e quando è stato il turno di Gianni Ippoliti egli non ha detto nulla di banale, non si è limitato a dire "si lo farei", "no non lo farei", ma ha detto la verità sul fatto Fogli/Corona: è un indotto di soldi questa della rivelazione (peraltro largamente preannunciata quindi già nota a Fogli), "Hai idea - ha detto più o meno - dei dibattiti che ne scaturiranno, delle ospitate nei vari salotti televisivi, per parlare alla fine.. del Nulla..?!"
Il giovane conduttore si è premurato subito di togliere la parola a Ippoliti, troppo vera e sincera la sua analisi che poteva risolversi per la trasmissione in un autogol: in fondo è quello che loro stavano facendo, dunque parlavano del nulla e Ippoliti ha dimostrato che per lui la verità e l'intelligenza che l'accompagna sono più importanti di una implicita autocritica di fatto, visto che l'ospitata la stava facendo anche lui, ed è ovviamente un'ospitata pagata.
La verità crea imbarazzo in TV, subito si svia come se si fosse toccato il fuoco... Tutto deve essere finzione, come l'ironico "Dibattito" creato proprio da Ippoliti tanti anni fa, in cui con sembianze di realtà si satireggiava la mania dei dibattiti televisivi. Gianni Ippoliti metteva intorno ad un tavolo dei poveri di spirito, inconsapevoli di essere usati a fini satirici, e buttava lì un argomento a caso su cui discutere. In mezzo ai poveri di spirito ce ne era uno che sembrava quello meno dotato di intelligenza, aiutato anche dalla strana voce nasale che la natura gli ha dato, ma che era invece Luca Laurenti.

Tornando dunque alla preannunciata rivelazione dell’infedeltà presunta (bocca di Corona) della moglie di Fogli, non si capisce perché il pianto e l’umiliazione a beneficio delle telecamere quando i notiziari già l’avevano abbondantemente strombazzato ai quattro venti.

Viene il legittimo pensiero che, per non perdere una discutibile quanto effimera ribalta, certa gente dello spettacolo non più sulla cresta dell’onda si adatti a vendere alle telecamere impudicamente le proprie miserie: corna, figli morti, da piangere in silenzio non certo davanti alle telecamere, presunti stupri, piuttosto che cedimenti per lavorare nel cinema, depressioni ecc. ecc. ecc..