Questa è la gaura... Io ne ho un tipo misto, che fa anche fiorellini bianchi, come questi:
E mentre ne toccavo i rami per tagliarli li sentivo roridi di pioggia e il vento mi accarezzava forte e fresco..
Mi piace molto il vento, non quando è fortissimo e gelido, ma il vento che veniva dal mare di Sabaudia in quel momento di tregua era piacevole.. E mi è venuto alla mente: "tocca l'acqua... tocca il vento".. e la poesia che c'è in queste parole scritte che danno il titolo al libro di Amos Oz che sto leggendo...
L'acqua che scorre e si rinnova, dal cielo alla terra, al mare.. e il vento che percorre distanze.. l'unico contatto di due persone divise dalla malvagità di altri uomini costrette a fuggire per avere salva la vita... Di questo parla il libro di Oz, con una prosa un po' surreale, un po' metafisica, sicuramente triste come può esserlo la vita di persone che si amano e che vengono divise dalla follia della guerra e delle persecuzioni...
"Tocca l'acqua, tocca il vento.." e forse mi sentirai dovunque sei...
Insieme a François Cheng Amos Oz è lo scrittore che in assoluto amo come non mi è accaduto con nessun altro scrittore, di qualunque tempo... Con nessuno ho sentito una vicinanza spirituale come con questi due scrittori, intendendo per spirituale tutto ciò che noi siamo oltre la nostra caduca carne del cui supporto, però, abbiamo necessità per pensare e provare i nostri sentimenti.
La scrittura è "le miracle", come ebbe a dirmi Cheng, che rimane là dove la carne caduca finisce e vive oltre noi se avevamo qualcosa da dire che valga, perché parla a qualcun altro trasmettendo emozioni e creando un incontro.
Questi due scrittori sono miei contemporanei, hanno vissuto il mio tempo, Cheng vive ancora, Oz l'ho scoperto nel momento in cui ho appreso della sua morte.
Cheng l'ho amato leggendo il suo "Le dit de Tianyi", Oz per un po' tutto di lui...
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