Visita al defunto
Oggi, al supermercato, molta gente.. Una donnetta incolore, di età indefinita, vestita modestamente e ordinariamente, urla al cellulare: "Ma davero?! Ma chi? Tu socera? Oh quanto me dispiace! Ma quanno è successo? Ma do' sta' mo'? A casa?"
Penso infastidita che potrebbe parlare più piano senza invadere l'udito altrui e alla fine, sentendo che la suocera della persona con cui sta parlando è a casa penso ad un malessere, un incidente, comunque che è viva e dunque tutto questo pathos è fuori luogo.
Mi sposto facendo la spesa anche per non sentire più la voce altissima della burina.
Ma quella inizia un'altra telefonata ed urla arrivando anche a distanza: "E' morta a' socera de'.... Sì, se ne è andata. Eh, sì ce passo stasera.. Se vedemo lì.. Sì verso le otto.. Ma figurete a me nun me ne frega niente de' a morta, ma ce devo annà.. Ma nun me ne frega proprio niente!"
Il tono è di chi si prepara ad una serata interessante, diversa dal solito, in cui potrà succhiare tante informazioni minute da raccontare alle altre persone uguali a lei.
Sono disgustata e mi verrebbe da dirle: "Ma non ci vada, ne saranno contenti i vivi che restano e pure la morta se una miserabile come lei si asterrà dall'asfissiarli con la sua presenza!"
Ma quella continua con le sue succose informazioni sulla visita alla fresca defunta, senza ritegno, senza vergogna per quello che va urlando al cellulare in un luogo pubblico dove, volenti o nolenti, possono sentirla tante persone.
"Ah, ce vai pure te.." Siamo alla terza telefonata, sempre con lo stesso tono menefreghista, fatta eccezione per la prima in cui ha dimostrato sorpresa e una superficiale, esagerata, quanto finta partecipazione. "Allora se ce vai tu... che ce annamo 'ndue..? - E' delusa, forse è una persona della sua famiglia e basta un solo rappresentante dato il rapporto con la famiglia della defunta, vede sfumare l'interessante serata e i relativi commenti e pettegolezzi che tanto le fanno gola, poi decide che non può perderseli: "Vabbè, ce vedemo lì."