Capitolo V
La dottoressa sulla cinquantina che visitò sua madre al Pronto Soccorso non si preoccupò dell'ennesimo acuto grido che Serena emise quando gli infermieri la sollevarono dalla sedia a rotelle per stenderla sul lettino.
Quel grido acuto e breve solo quando la sollevavano creava nel cuore della figlia dolore e trepidazione. Disse alla dottoressa che l'aveva da più di un mese, tirò fuori il risultato della visita Cardiologica, poi la radiografia al torace con il referto e dette tutto all'accigliata Medico, sperando in cuor suo in una spiegazione anche dello stato di improvviso deperimento avvenuto nell'ultima settimana. Ma quella sorprendentemente, guardando gli esami, disse: "Questa signora non ha niente! La ricoveriamo lo stesso per prudenza, oggi è venerdì 29 maggio, ricoveriamo i vecchietti per il ponte del Primo Maggio!" Rita non capì cosa volesse dire, avendo il pensiero, interrogativo e meravigliato, sul fatto che si aspettava che la dottoressa disponesse subito per delle analisi, visto che da quegli esami che lei aveva portato con sé non risultava nulla, ma risultava un inspiegabile ed improvviso deperimento avvenuto in una settimana.
Mentre con il cuore afflitto seguiva sua madre portata in barella al Reparto, ripensò alle strane parole della dottoressa dai capelli tinti di biondo e all'improvviso capì quello che aveva voluto dire: insinuare che aveva condotto lì sua madre con una scusa per poter avere il fine settimana del Primo Maggio libero per andare chissà dove. "Che pensiero misero.. Ma come si permette?" Pensò avvilita la donna, anche se le sovvenne di aver letto sui giornali che era un fenomeno sociale che avevano rilevato: nei fine settimana, nei ponti festivi, c'era un aumento di ricoveri di vecchietti negli Ospedali, sembra dovuto all'egoismo dei figli che li parcheggiavano lì per poter partirsene tranquilli per qualche giorno..
Lasciò sua madre sperando che almeno la mattina dopo le avrebbero fatto degli esami. Era sera ormai..
La mattina dopo confidava che l'avrebbero sottoposta ad altre radiografie di controllo, dunque l'avrebbero portata in Sala Raggi e lei non l'avrebbe certo trovata in stanza, sarebbe arrivata più tardi nella mattinata al suo ritorno dal funerale di Gemma.
Gemma si era gettata dalla finestra della casa dei genitori mercoledì e sabato mattina era fissato il funerale a cui lei non poteva mancare.
Aveva lavorato per anni con quella giovane e sfortunata ricercatrice, al funerale ci sarebbe stato tutto lo staff universitario del suo ambiente di lavoro, non poteva mancare a quel saluto così tragico e pietoso.
Suo marito le disse di non preoccuparsi, sarebbe andato lui in Ospedale da sua madre e avrebbe pensato lui a qualsiasi cosa di cui avesse avuto bisogno.
Finito il tristissimo funerale di Gemma telefonò a suo marito per avvertirlo che stava rientrando e chiese come stava sua madre.
"A mezzogiorno le hanno portato il pranzo, - disse con voce scandalizzata - pasta e fagioli! Sono tornato a casa e le sto preparando una minestrina in brodo e ora gliela porto. Che bestie! Pasta e fagioli ad una persona che sta male!"
"Grazie amore, - disse Rita con gratitudine per la delicatezza di suo marito verso sua madre - appena arrivo l'aiuto io a mangiarla."
Passò da casa e, preso il portapranzo preparato da suo marito, si avviò all'Ospedale.
Accanto al letto di sua madre non c'era nessuno e lei era obnubilata da qualcosa che le avevano dato. Provò ad imboccarla ma lei risputava la minestrina e sembrava tentare di parlare ma farfugliava senza riuscire a formulare le parole. Poi si scoprì e lei vide che le avevano messo il catetere. Era evidente che le dava fastidio e tanto. Rita la ricoprì sentendosi riempire di doloroso dispiacere e rimorso per averle detto poco prima che era cattiva perché non voleva mangiare.
Cercò un'infermiera e chiese se avevano dato dei farmaci calmanti a sua madre e quella confermò e disse che il catetere si era reso necessario dato che stava a letto.
Ecco perché farfugliava povera mamma sua! Erano quei farmaci che le legavano la lingua. Ma quanti gliene avevano dati?
"Sembra essere in stato soporifero.." Fece ancora rivolta a quell'unica persona che aveva trovato in reparto. "Ma dove sono i medici? Che esami le hanno fatto stamattina?"
Quella non sapeva niente e le disse che avrebbe trovato i medici nel pomeriggio e che avrebbe potuto parlarci.
Sua madre dormiva sempre più profondamente di un sonno innaturale. Rita avrebbe voluto vedere dalla cartella clinica quali esami le avevano fatto quella mattina, se glieli avevano fatti beninteso...
Perché darle dei calmanti, perché tirare su le spallette laterali del letto che lei aveva dovuto abbassare per avvicinarsi nel tentativo di imboccarla?
Forse sua madre voleva scendere e quelli non volevano rischiare che cadesse e doverne poi rispondere...
Quel catetere poi.. Doveva farle male.. Per questo, non riuscendo a parlare si era scoperta per farglielo vedere..
Attese con ansia l'ora in cui avrebbe potuto parlare con i medici.
Finalmente un medico con imbarazzo le disse che sua madre aveva disturbi cardiaci e diabete.. "Dunque qualche esame dovevano averglielo fatto per scoprirlo.." Pensò la donna. Ma sua madre non aveva grossi scompensi: insufficienza coronarica controllata dai farmaci, così anche l'ipertensione e il diabete che da qualche anno dalle pillole era passato all'insulina, lei stessa le faceva le iniezioni quando era qualche giorno a casa sua nei periodi festivi.
"Per questo ora è in coma." Stava dicendole il dottore.
"Come in coma? Perché?"
"Il diabete si è scompensato e noi non possiamo fare molto.. Non sappiamo esattamente il perché.. - era sempre più in imbarazzo - ..ma non possiamo fare molto.. è uno scompenso totale.. il cuore sa con il diabete.. l'età.."
Mentre quello parlava la donna, attonita, sentì come un senso di irrealtà guardando in lontananza, nel vasto corridoio dove si trovavano, la dottoressa dai capelli biondi che aveva ricoverato sua madre dicendo che non aveva nulla e insinuando che la voleva lasciare lì per andarsene chissà dove per il fine settimana e il lunedì del Primo Maggio...
Mentre ringraziava distrattamente il medico, visibilmente sollevato di potersi eclissare, ebbe il pensiero di andare lungo il corridoio fin dove era quella donna medico e dirle come stava sua madre: "Sa quella vecchietta che lei ha ricoverato ieri sera anche se secondo lei non aveva nulla ed io volevo lasciarla qui per il ponte del Primo Maggio!"
Ma la consapevolezza che stava perdendo sua madre ebbe la meglio sul desiderio di gettare in faccia a quella incompetente la sua miseria di essere umano e di professionista della Medicina.
Telefonò a suo marito informandolo dello stato delle cose e che sarebbe rimasta in ospedale anche la notte. Rifiutò la sua offerta di portarle qualcosa da mangiare. Non aveva fame, non aveva bisogno di nulla.
Sua madre ora aveva gli occhi schiusi e lei ne vedeva l'iride nocciola... Guardava il profilo di sua madre e il suo respiro profondo, innaturale.
Non resistette a lungo a quella visione ed uscì di nuovo nel vasto corridoio, appoggiò la fronte alla vetrata guardando fuori: c'erano alberi, verde..
Rammentò che tempo prima, pensando a come aveva perso suo padre morto da solo e scoperto solo dopo dieci giorni, aveva rivolto una silenziosa preghiera a Dio, qualora esistesse, di far sì che almeno per sua madre avesse potuto starle vicino al momento del trapasso. Ora si stava avverando.. Che Dio esistesse davvero?
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