Ogni tanto mi capita di tentare Autori nuovi nelle mie letture, così ho acquistato il libro di un giovane Autore tedesco: Daniel Kehlmann, giovane perché ha 5 anni meno del più piccolo dei miei figli...
Il libro si intitola "La misura del mondo" ed è il racconto romanzato di due personaggi veri che sono vissuti nella medesima epoca: il grande scienziato e matematico Gauss e il geografo von Humboldt.Mentre di Gauss sapevo chi fosse, se non altro per qualche studio con uso delle gaussiane, di von Humboldt non avevo mai sentito parlare.
Il libro è istruttivo e a tratti molto divertente perché lo scrittore, nel tracciare il suo racconto, tiene conto di eventi reali dei due uomini di scienza e dei loro caratteri. Indubbiamente egli si è documentato per poi scrivere di loro. Ne viene fuori la descrizione della Germania dopo il Congresso di Vienna del 1815 e dei sommovimenti in una Confederazione di Stati germanici non in pace che fa da sfondo alle loro divertenti vicende.
Dopo questa lettura, in cui ho scoperto questo personaggio straordinario che è stato il barone von Humboldt, ho voluto saperne di più del suo viaggio, autofinanziato, nelle Regioni Equinoziali del Nuovo Continente ed ho acquistato un'antologia che riporta parti dell'Opera monumentale scritta da Alexander sul suo viaggio e sulle sue interessantissime esplorazioni scientifiche e geografiche in luoghi di cui egli ha riportato meticolosamente ogni particolare.
Il Barone Alexander von Humboldt |
L'Opera da lui scritta, e pubblicata anch'essa a sue spese, consta di ben trenta volumi! Leggerne delle parti ritagliate per questa antologia è piacevole, non essendo per me abbordabile la pesantezza di una simile Opera!
Bisogna capire che i luoghi non erano visibili dall'alto come ora e dunque capire come era fatto il mondo non era impresa facile. Bisognava addentrarsi a piedi nelle zone da esplorare per conoscerle e poi descriverle, facendo disegni, misurando le altezze con barometri e le temperature con termometri... Nell'Opera originale, scritta in francese, von Humboldt elenca con precisione certosina tutti gli strumenti che imbarcò per il suo eccezionale viaggio.
Nel viaggio lo accompagnò un botanico francese, Aimé Bonpland, che descrisse piante del tutto sconosciute in Europa.
Uomini di scienza straordinari che uscirono vivi, per loro e nostra fortuna, da avventure di esplorazioni altrettanto straordinarie.
Aimé Bonpland |
Dall'antologia che sto leggendo mi viene una riflessione sul paragrafo dell'Opera che riguarda il passaggio alle Isole Canarie, dove von Humboldt, insieme al suo compagno di avventure Bonpland, si fermò prima di affrontare la traversata dell'Atlantico e giungere nelle Americhe.
La riflessione riguarda i miei ricordi personali sul Teide, che i due scienziati-esploratori risalirono fino al Picco.
Mentre von Humboldt descrive fedelmente l'Isola di Tenerife e il Teide, la mia mente va ai ricordi di 30 anni fa, quando da turista arrivai a Tenerife. Non sapevo nulla della sua Geografia, o almeno sapevo qualcosa dell'Arcipelago delle Canarie e che, pur essendo geograficamente africane, appartenevano alla Spagna.
Mi colpì subito la maestosità della montagna che svettava al centro dell'Isola, i bagni nell'Oceano interessandomi molto meno.
Dissi a mio marito: "Ma è un vulcano.." Non lo sapeva nemmeno lui ma la forma conica lo faceva pensare.
Lo convinsi a salire per conoscerlo meglio. In automobile naturalmente, e non già come fecero circa due secoli prima i due grandi uomini con la loro spedizione.
Ed iniziarono le meraviglie...
Dai banani carichi di frutti della pianura prospiciente il mare, salimmo sui primi pendii del Teide scoprendo, i miei occhi meravigliati, enormi piante di Stelle di Natale (nome scientifico Euphorbia pulcherrima ).
Conoscevo tale pianta alta solo qualche decina di centimetri e queste erano alte diversi metri... Più su apparvero vigneti alla stessa altezza dal livello del mare di abeti verde cupo... Uno scenario impensabile per chi era abituato al clima dell'Italia.
Banani in pianura subito prima la salita del Teide |
Arrivammo infine in un primo pianoro in cui la possente montagna mi incusse timore: avevamo davanti a noi una lunga strada asfaltata con ai lati neve, neve e ancora neve, la stessa ricopriva la parte di montagna che avevamo di fronte coperta in parte da nuvole che le davano ancor di più un aspetto maestoso. Dissi a mio marito che non volevo proseguire in mezzo a quella neve. Eravamo passati dagli alberi di banane a questo paesaggio freddo e misterioso solo salendo in meno di un'ora.
Ridiscendemmo.
Mi appare dunque meritevole di una sconfinata ammirazione l'impresa di von Humboldt e del suo compagno di esplorazioni Aimé Bonpland, che risalirono a piedi il vulcano con qualche mulo carico degli strumenti condotto da uomini locali assoldati allo scopo.
Teide |