L'intervista, il cui link riporto sopra, dice tutto quanto sia possibile dire in questo momento su questa pandemia che sia certo e serio nei suoi dubbi e nelle sue domande.
La Scienziata Ilaria Capua ricorda che l'influenza denominata "spagnola" che nel 1920 fece 50 milioni di morti si diffuse nell'arco di 2 anni.
La differenza con il COVID-19 sta in questo: i mezzi di comunicazione e spostamento rapidi del tempo che viviamo hanno consentito la sua diffusione in poche settimane.
Quanti morti potrà fare?
Mia madre, parlando di persone scomparse, ogni tanto citava che quella tale persona "morì di spagnola". Persone che avevano attraversato il suo tempo: lei era nata nel 1909.
Per me, nata nel 1946, era un tempo remoto, in cui non vi erano le cure di oggi, la Scienza aveva fatto passi avanti...
Invece ha ragione la mia amica dai tempi della scuola, con cui abbiamo attraversato il tempo fino ad oggi, senza interruzione alcuna, Paola, che pur avendo una figlia Biologa che vive nei Laboratori dell'Istituto Superiore di Sanità di cui è dipendente, inveisce contro la Scienza che oggi altro non può fare se non confinare in isolamento le persone, come ai tempi del Boccaccio e del suo Decamerone.
L'ascolto nel suo sconcerto mentre cerco di difendere sua figlia, scienziata, e mio figlio medico...
E alla fine eccoci qua, come ai tempi della "spagnola" che portò via anche una zia materna di mio marito, allora appena 18enne... Di cui mia suocera parlava sempre con immensa tristezza...
All'improvviso siamo stati catapultati in un tempo remoto, in cui tutta la nostra civiltà deve fermarsi in un tempo sospeso, in attesa di vedere se il nemico invisibile ma fortissimo si fermerà nella sua implacabile invasione.
Pur essendo una privilegiata nel mio confinamento in una villa grande e comoda, con un giardino di 2.500 mq. in cui stiamo solo in 2, comincio a sentire una stanchezza psicologica per questa situazione, non tanto per la limitazione personale che vivo, quanto per l'intera situazione del mio Paese, per la gente che muore, per quella che vede andare in rovina le sue economie paralizzata nell'inevitabile isolamento.
Inoltre ho paura dell'incertezza in cui ci mette questo nemico invisibile perché sento che ancora nessuno ha la soluzione. Il mio figlio medico, esperto nel polmone, dice che il micidiale COVID-19 potrebbe morire insufflando aria molto calda nei polmoni... I suoi colleghi a cui ha espresso la sua idea obiettano che tale aria calda potrebbe danneggiare le ciglia:
Le ciglia, microscopiche proiezioni vibratili simili a capelli presenti sulle cellule che rivestono le vie aeree, costituiscono uno dei meccanismi di difesa del sistema respiratorio. Con il loro movimento, le ciglia sospingono lo strato di muco liquido che ricopre le vie respiratorie.
Lo strato di muco intrappola gli agenti patogeni (microorganismi potenzialmente infettivi) e altre particelle, impedendo loro di raggiungere i polmoni.
Le ciglia vibrano a una frequenza superiore a 1.000 volte al minuto, spingendo verso l’alto il muco che riveste la trachea di circa 0,5-1 cm al minuto. I patogeni e le particelle intrappolati in questo strato mucoso vengono espulsi tramite la tosse o trasportati nella bocca e quindi ingeriti.
I macrofagi alveolari, un tipo di globuli bianchi presente sulla superficie degli alveoli, costituiscono un altro meccanismo di difesa dei polmoni. Date le modalità dello scambio gassoso, gli alveoli non sono protetti da muco e ciglia, poiché la densità del muco ostacolerebbe il movimento dell’ossigeno e dell’anidride carbonica. In sostituzione di tali protezioni, i macrofagi alveolari individuano le particelle depositate, vi aderiscono, le fagocitano, uccidendo quelle vive, e le digeriscono. Quando i polmoni sono esposti a serie minacce, possono giungervi ulteriori globuli bianchi dalla circolazione sanguigna, specialmente i granulociti neutrofili, per contribuire alla fagocitosi e all’uccisione dei patogeni. Per esempio, quando un soggetto inspira un’elevata quantità di polvere o lotta contro un’infezione polmonare, vengono prodotti più macrofagi e viene reclutato un numero maggiore di neutrofili.
Non so se l'idea di mio figlio possa essere applicata adattando apparecchiature elettromedicali già esistenti alla bisogna... Non so se le perplessità dei suoi colleghi siano giuste.. E' giusto però che chi è addetto ai lavori come mio figlio si sprema le meningi cercando soluzioni di vario tipo.
Tentativi di cure ai tempi della "spagnola" |