martedì 10 novembre 2020

Il principio di non-refoulement

 

Il principio di non-refoulement

La Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, all'art.33, sancisce il principio di non-refoulement prevedendo che

"Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche".

Il divieto di respingimento è applicabile a ogni forma di trasferimento forzato, compresi deportazione, espulsione, estradizione, trasferimento informale e non ammissione alla frontiera. È possibile derogare a tale principio solo nel caso in cui, sulla base di seri motivi, un rifugiato venga considerato un pericolo per la sicurezza del Paese in cui risiede o una minaccia per la collettività.
Tale principio costituisce parte integrante del diritto internazionale dei diritti umani ed è un principio di diritto internazionale consuetudinario.

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SULLA BASE DI QUANTO SOPRA RIPORTATO, ALLA LETTERA, I GIORNALI DI SINISTRA COME "LA REPUBBLICA" SCRIVONO:

Respingimenti

Ma la legge internazionale vieta i respingimenti in mare

14 LUGLIO 2018     DI VLADIMIRO POLCHI

Nel febbraio del 2012 la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato all’unanimità l’Italia per aver  riportato 200 profughi in LibiaMa è quello che adesso il ministro dell'Interno Matteo Salvini vuole ripetere
E OGGI "IL MANIFESTO" MI INVIA UNO STRALCIO DEI SUOI ARTICOLI FRA CUI UNO TITOLATO:

EUROPA - NAVI E AEREI DAVANTI LA TUNISIA PER FERMARE LE BARCHE DEI MIGRANTI
IL PIANO APPROVATO DALLA FRANCIA E MESSO A PUNTO DAL VIMINALE ANCHE IN FUNZIONE ANTITERRORISMO. BRIGATE ITALO-FRANCESI AI CONFINI
vi si legge:
Di fatto la Guardia costiera tunisina è chiamata a fare lo stesso lavoro che da anni svolge la cosiddetta Guardia costiera libica con i disperati che partono da quel Paese. In questo modo l’Italia e l’Europa potranno affermare di non effettuare i respingimenti vietati dal diritto internazionale, avendo delegato ad altri il compito di riportare indietro i migranti.
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ORA RILEVO VARIE AFFERMAZIONI IN CODESTI SCRITTI:1 - L'ART. 33 DELLA CONVENZIONE DI GINEVRA SULLO STATUS DEI RIFUGIATI E' CHIARO: "Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate Ed elenca i motivi di codeste minacce.Ora chi si avventura a sbarcare in Europa, in primis in Italia, è accertato che è in maggioranza chi cerca di migliorare la propria condizione economica non essendo minacciato da alcuno, né per la sua vita né per la sua libertà. Avendo alla spalle solo governanti occupati ad arricchirsi che ignorano i propri cittadini e i loro bisogni di lavoro, economici, di salute.DUNQUE ALLORA COSA C'ENTRA L'ART. 33 DELLA CONVENZIONE DI GINEVRA CON I RESPINGIMENTI DI GENTE CHE VUOLE ENTRARE PER FORZA IN ITALIA SOLO PER VIVERE MEGLIO DI COME VIVE NEL PROPRIO PAESE?

CERTO CHE POSSIAMO E DOBBIAMO RESPINGERLI!

Scrivere, come fanno La Repubblica nel 2018 e Il Manifesto nel 2020, che “per aver  riportato 200 profughi in Libia” oppure “i respingimenti vietati dal diritto internazionale"è scrivere fatti falsi.

La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo può condannare come crede, ma il suo è un parere che non ha risvolti giuridici e un Paese ha il Diritto di decidere chi far entrare dentro i propri confini in base alle leggi che si è dato.

Scrivere la parola profughi è fatto falso, giacché chi ha stabilito che trattavasi di profughi, non risultando provenienza da nazioni in guerra?

L'affermazione generica che "i respingimenti sono vietati dal diritto internazionale" non trova riscontro nella realtà, ma è un uso distorto e fuorviante dell'art. 33 già esaminato che definisce specifiche situazioni.

Questo è il giornalismo del pensiero di sinistra in questo momento storico del nostro Paese.