http://www.ritacoltelleselibripoesie.com/2015/09/siria-come-si-distrugge-una-nazione.html
In questo post di cui pubblico il link ho scritto cose che si legano con le parole che Dostojewsky fa dire ad Ivan, il più intellettuale dei fratelli Karamazov.
Si sa che lo scrittore parla attraverso i suoi personaggi. A pagine più noiose si alternano pagine in cui capisci la grandezza di uno scrittore, e la conversazione in una trattoria fra Ivan e il suo mite e puro fratello Aleksiej è grandezza!
Dostojewsky è nato nel 1821, 200 anni fa, ed è vissuto nella Russia zarista 60 anni. Quello che fa dire ad Ivan è ciò che lui conosce, che ha sentito e visto.. Ed è disperante scoprire, qualora ce ne fosse bisogno, l'assenza di un Dio inventato dall'Uomo per sopravvivere. Ogni popolo se ne è creato uno. Ma quello di Ivan, come di Dostojewsky, è un dio cristiano, buono e misericordioso, quello in cui crede l'innocente e puro Aleksiej.
Ivan, lucidamente, rovescia sul mite Aleksiej tutte le sue riflessioni sui fatti atroci che la vita gli mette davanti, e sono sicuramente fatti veri che Dostojewsky ha visto e sentito, fatti del suo tempo...
Lo stesso orrore di fatti del mio tempo. L'Uomo si illude che il suo tempo sia migliore o peggiore del tempo già trascorso: ma se legge scoprirà che le azioni dell'Uomo sono sempre state un orrore.
La disperazione del non poter credere in alcuna Giustizia di Ivan, che è di Dostojewsky, è anche la mia, e mi riallaccio al link che ho riportato nell'incipit di questo post.
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