La “Maschera” Furio.
Carlo Verdone è un genio e nel suo attento studio dei caratteri umani ha saputo cogliere un aspetto che riguarda molti tipi umani e l’ha raffigurato caricaturalmente nella figura di “Furio”.
“Furio” può avere varie facce e svolgere professioni o mestieri diversi, ma sempre ha una connotazione ossessiva, paradossale che, in percentuale diversa, da un’impronta inconfondibile al suo agire: da lì nasce il personaggio di Verdone che suscita il riso e lo sconcerto perché il suo Autore ne fa, appunto, un’immagine caricaturale, quindi estrema.
Quello che fa ridere di più è il rapporto di Furio con la malcapitata che lo ha sposato, dipinta come una vittima che, nel caso estremo interpretato da Veronica Pivetti, si getta in mare suicida per sfuggire al suo inconsapevole aguzzino.
Oppure, come in un altro episodio, fugge con un bel tenebroso che la insidia lasciando persino i figli o, anche, in una delle prime scenette in cui Verdone abbozzava il personaggio, egli parla alla moglie che non gli risponde ormai più, annichilita dalla sua incapacità di percepire le esigenze dell’altro, e lui si risponde per lei, ottusamente inconsapevole dello stato di depressione in cui l’ha gettata e, in tale scenetta, Verdone interpreta anche il figlio di Furio il quale, uscito il padre, si rivolge con lo stesso metodo alla sempre più annichilita madre che, tristissima, continua a sferruzzare muta, e le dice con foga: “Io con quell’uomo non voglio parlare più, capito? Io quell’uomo non lo sopporto più!” Poi, senza aspettare risposta, esce dimostrando in sostanza di essere “Furio” anche lui.
Ora, come dicevo, ci sono tantissimi tipi umani che hanno in sé in percentuali diverse “Furio”: io conosco una moglie di un “Furio” il quale è posseduto da questa maschera fortunatamente in minima percentuale, ma è anche lui inconfutabilmente un “Furio” !
Vorrei prendere spunto dagli innumerevoli episodi che “La Moglie di Furio”, che io conosco, vive e racconta per scrivere delle gustose scenette comiche, a volte anche un po’ amarognole, per riderne insieme.
Li chiamerò “Episodi” e darò loro solo un numero progressivo.
La moglie del nostro “Furio” si chiama Elena e lui Gregorio.
Episodio VII
Stavolta sono in visita a casa di Elena, non al telefono come narrato nei precedenti episodi.
Mi prepara il caffè, siamo in cucina e chiacchieriamo. Mentre aspettiamo che la moka ci dia la gradevole bevanda, Elena svuota la lavastoviglie. Ad un tratto apre la credenza dove ripone faticosamente delle padelle.
"Elena, - faccio meravigliata - ma hai comperato altre pentole?" - Rido - "Non hai più posto, non riesci neppure a chiudere lo sportello!"
Elena si rabbuia, non perché sia offesa dalla mia osservazione, la conosco troppo bene, ma perché già ho capito dalla sua espressione di sopportazione chi deve entrarci in questa cosa dell'eccesso di pentole.
" Gregorio, lo sai, sta facendo la dieta."
" Eh, lo so! E' dimagrito molto! Ma che c'entra?"
Il caffè è uscito. Mentre lo versa nelle tazzine Elena ha un'aria seccata e racconta: "Ha iniziato bene ed io l'ho aiutato, come fu dopo il problema ipertensivo che, per non fargli pesare il fatto che doveva mangiare senza sale e se ne lamentava continuamente ad ogni pasto, mangiavo senza sale anch'io, e non me ne lamentavo. Poi è diventato sempre più ossessivo, come tutti i "Furio", e veniva a controllare in cucina come doveva essere la cottura senza grassi. Non contento ha cominciato a cucinarsi alcune cose da solo, mentre io cuocevo le cose comuni che mangiavamo entrambi. Nel fare questo ha iniziato a dire che quel padellino o quella padella non andavano bene..."
"E perché?" - Faccio io mentre sorseggio il mio caffé.
Fra il rassegnato e il seccato Elena mi risponde: "Non lo so il perché! Ha delle fisse. Ha iniziato a comperare padellini ed altri oggetti per la cucina, anche coperchi e coperchietti... Non so più dove mettere la roba."
Capisco che siamo di nuovo in quegli aspetti della personalità ossessiva compulsiva che fa del buon Gregorio un "Furio".
"Quindi cucinate insieme?" Chiedo.
"Purtroppo si. Con tutto quello che ne consegue: macchina del gas che si sporca e la debbo pulire io, lavastoviglie che si riempie in breve tempo... Una follia! E siamo solo in due..."
"Potresti riposarti, - dico comprensiva - dopo una vita in cucina per figli, ospiti e parenti.."
"Già. - Fa afflitta e stizzita al tempo stesso Elena. - Potrei ma non si può! E questo è ancora niente se non dovessi assistere al suo teatrino in cui, mentendo a sé stesso, crea irritazione in me. Ogni volta chiede: "Cosa prevedi oggi per pranzo o per cena? - Appresolo inizia così: "La pasta? A me solo 30 grammi però." - Gli rispondo: "Lo so Gregorio, me lo dici ogni volta, ormai lo so." "Eh! Perché io devo mangiare poco!" Oppure, se cucino qualcosa in cui c'è un poco di panna da cucina e glielo dico prima, fa allarmato: "Eh no! La panna fa ingrassare. Vabbè, un po'..." Tutto così Rita. E' un continuo, poi lo trovo la sera con i biscotti wafer al cioccolato, che si è comperato, mentre li mangia davanti alla TV, oppure con una fetta di crostata alle fragole che ho comperato per me o per eventuali ospiti, oppure con i gelati al cioccolato comperati per i nipoti per quando vengono, per questo, quando ieri sera è entrato in cucina, mentre stavo cucinando i petti di pollo, con la solita frase annunciatoria: "Io debbo mangiare poco." Sono esplosa."
Capisco, povera Elena. Anche lei ha il suo caratterino non proprio conciliante e certo quando arriva a fine corsa scoppia.
"E cosa gli hai detto?" Chiedo.
"Ho strillato che non ne posso più di questo teatro! Che mangiasse quello che gli pare e come gli pare e la smettesse di ripetere questi annunci ipocriti ossessionandomi quando poi lo trovo con il cremino al cioccolato in mano!"
"E lui?"
"Come volevi che reagisse? Come al solito. La cattiva sono io, sono un'isterica, gli ho sempre urlato da una vita, il solito tentativo di colpevolizzarmi e fare lui la vittima."
"Mi pare che qualche volta urla pure lui però!" Dico ricordando fatti e fatterelli.
"Come no. Ma "Furio-Gregorio" è totalmente inconsapevole dei suoi difetti e non chiede mai scusa. Dato che io invece sono normale, se qualche volta eccedo mi capita di chiederla, e allora, chiuso nella sua totale inconsapevolezza delle esigenze dell'altro, lui fa:
"Lo vedi (Magda?), trascendi e poi ti cospargi il capo di cenere!"
Povera Elena!
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