In entrambi i casi, dai fatti che vanno via via emergendo, le persone oggetto delle fissazioni paranoiche non avrebbero in alcun modo alimentato ed orientato gli assassini verso coloro che sono diventati le loro vittime.
Sembrerebbe dunque che nel chiuso dei loro malati cervelli costoro si siano fatti un film e da tali deliranti costruzioni sarebbero scaturiti i delitti.
E' qualcosa che turba molto, perché fa pensare che ciascuno di noi può essere esposto ad una simile imprevista sorte essendo inconsapevole del pericolo che suo malgrado si sta addensando sulla propria testa.
Nel caso di Nada Cella, comunque, gli inquirenti hanno nutrito e nutrono tutt'ora dubbi sul comportamento del datore di lavoro di Nada riguardo atteggiamenti ambigui che egli avrebbe avuto nei rapporti con la sospettata assassina.
Insomma che egli, per arginare le aspettative della donna che aveva delle mire su di lui, si sia fatto schermo con l'ignara Nada, millantando ipotetici legami.
Avrà la 39enne ricercatrice fatto la stessa cosa per arginare il suo molestatore che ha assassinato il Professore di Tarquinia?
Da: Radio Colonna
Per l’omicidio è stato fermato dai carabinieri Claudio Cesaris, un 68enne originario di Pavia, che aveva lavorato come tecnico all’università in un laboratorio di eco-etologia dei vertebrati del Dipartimento di Scienze della terra e dell’ambiente.
Claudio Cesaris |
Si può perdere una vita umana per mano di folli più o meno influenzati dalle millanterie di persone che con le vittime non avevano alcun rapporto?
Sembra allucinante, anzi lo è, e la stupidità, unita alla superficialità, può mettere in pericolo gente ignara dei castelli che si sono costruiti su di lei.
Di ben altro tenore, quanto a danno, ho assistito ad una millanteria vanesia di un tale che ha scatenato la gelosia di una folle con conseguenze grottesche per lei e per lui, che è stato smascherato.
Una mia giovane collega, felicemente fidanzata, ha risposto al telefono dell'ufficio dove anch'io lavoravo e, invece di una normale telefonata di servizio come se ne ricevevano tante in quella struttura pubblica, dall'altra parte c'era la voce volgare ed isterica dell'amante del tecnico dell'Officina meccanica facente parte della nostra Sezione. Costei urlando ricopriva di insulti la povera fanciulla di 19 anni minacciandola e dicendole di "lasciar perdere il suo uomo". La ragazza è scoppiata a piangere comunicando agli esterrefatti colleghi presenti quanto accaduto. Tutti abbiamo pensato che il tecnico aveva un'amante pazza ma che a costei certi nomi doveva averli fatti lui, inventando attenzioni a lui rivolte che nessuno si sognava di avere, tantomeno un fiore come la mia giovane collega, vista l'età avanzata di questo tecnico e la sua figura insulsa e priva di ogni interesse anche per persone della sua stessa età anagrafica.
La mia collega si rivolse al Direttore della Sezione che, chiamato il tecnico dell'officina, gli fece una ramanzina, invitandolo ad un comportamento responsabile che non coinvolgesse persone del nostro luogo di lavoro che nulla avevano a che fare con le sue vicende affettivo sentimentali, e intimandogli di non dare il numero di telefono dei nostri uffici a tale persona che con lui intratteneva rapporti privati, la quale non doveva permettersi più di effettuare di tali telefonate.
Questo episodio (ce ne furono altri di diverso tenore, ma sempre improntati ad una grottesca follia che coinvolgeva il tecnico millantatore e la sua folle amante) mi fece scoprire menti che, dietro un'apparente normalità, nascondevano deliri inconfessati in cui coinvolgevano gente innocente quanto ignara.
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