sabato 22 maggio 2021

Denise: un mistero lungo 17 anni

Nel mondo  spariscono migliaia di bambini e non si ritrovano più.

Per i genitori è peggio che morire. Si vive in una interminabile agonia.

A volte si ritrovano morti, violentati e uccisi da mostri pedofili a cui ogni Stato Civile dovrebbe dare la pena di morte.

Inutile qui ricordare qualcuno di questi orrendi casi.



Qui voglio parlare di Denise, una piccola graziosa bambina di 4 anni, innocente, che nulla sapeva del mondo e dei suoi orrori. Correva nello stretto marciapiede all'esterno della casa dove abitava con quello che credeva il suo papà, la sua mamma, un fratellino più grande e la nonna materna che stava cucinando. Correva felice e divertita dietro i suoi cuginetti materni che abitavano appena dietro l'angolo, nello stesso edificio. Ma i cuginetti, con la crudeltà leggera dei bambini, hanno chiuso il portone a vetri dietro di loro per non farla entrare. E lei è rimasta così, con il suo bel faccino sul vetro, guardando dentro, cercando con gli occhi i dispettosi cuginetti e con quell'immagine la zia, sorella della madre Piera, la ricorda. L'ultima immagine. Perché poi Denise è stata prelevata da qualcuno, lì su quel marciapiede, e nessuno l'ha sentita piangere perché veniva portata via.

Era il 1° settembre 2004 h. 11:45. Siamo a Mazara del Vallo, provincia di Trapani, sul mare di Sicilia. La casa dove abitava Denise è in Via Domenico La Bruna n. 6.

La nonna materna è la prima ad accorgersi che la bimba non c'è più. Da quel momento inizia una tragedia che dura da 17 anni.

Piera Maggio era una casalinga nata nel 1971, sposata con Antonino Pipitone detto Toni, un muratore che lavorava in Germania. I due hanno avuto un figlio di nome Kevin nato nel 1993. Denise è nata il 26 ottobre 2000 a Mazara del Vallo. Al momento del rapimento della bambina Toni era a Mazara ed era al lavoro. Piera Maggio era ad un Corso di Informatica. 

La via dove avviene il rapimento è una strada breve e secondaria, una traversa di Via Castagnola, strada trafficata che porta velocemente all'Autostrada.

Francesca Randazzo, nonna materna di Denise, ha detto che non ha sentito nulla. Quindi la bimba non ha dato un grido nell'essere prelevata.

Kevin Pipitone, il figlio di Piera Maggio, all’epoca 11enne, si è svegliato quella mattina del primo settembre 2004 tra le urla della nonna, quando intorno a mezzogiorno la bambina non si trovava più. Kevin ha ribadito che Denise non si allontanava mai da sola e che ''si fidava di me, dei miei genitori, dei miei zii e dei miei cugini, che abitano tutti vicino a noi. Da sola, andava solo sul marciapiedi davanti casa''. E Kevin ha detto ancora: "Dopo avere studiato un po', come mi aveva raccomandato mia madre prima di recarsi al corso di computer, mi sono addormentato sul divano e mi sono svegliato verso mezzogiorno per le grida di mia nonna che diceva che Denise era  scomparsa. Ho preso, quindi, la bicicletta e sono andato da mia zia Agatina, che abita in zona piazza Macello, a 500 metri da casa nostra, per vedere se Denise fosse lì. E' stata una mia iniziativa. O forse qualcuno mi ha detto di controllare in giro, non ricordo. Poi, sono andato a cercare anche al mercatino, a circa 500-600 metri da casa. Ci sono andato con mia cugina Fiorella. Ma Denise in questi posti, da sola, non ci andava mai". "Quella mattina - ha continuato - mia nonna stava preparando il pranzo, a  mezzogiorno, perchè mio nonno faceva il muratore e i muratori pranzano a quell'ora''. 

La nonna materna, a cui Piera Maggio aveva lasciato i suoi figli per andare ad un Corso di Informatica, ha dichiarato più volte in video alla trasmissione "Chi l'ha visto" di essersi distratta solo per il tempo di scolare la pasta "per suo genero che stava tornando dal lavoro".

Chi fosse il genero non so: Toni Pipitone marito di Piera Maggio oppure il marito di un'altra figlia?

Toni Pipitone nell'immediatezza della scomparsa della piccola Denise

Francesca Randazzo, nonna materna di Denise, ha oltre a Piera altri figli.

Una di questi si chiama Giacoma, separata dal marito Matteo Marino e convivente con il Vigile Urbano Giuseppe Pace. Nella palazzina dove scompare Denise abita anche una figlia sposata di Giacoma, Fiorella Marino, che quella mattina riceverà dei parenti ma che insieme al marito, Agostino Galici, non si accorge della sparizione della cuginetta. Il marito della cugina materna di Denise, Agostino, quella mattina porta un poco a spasso con sé la piccola nello sbrigare qualche commissione, riconducendola a casa alle h. 10:20.

Quello che colpisce è che la bambina sparisce nonostante la presenza nella casa di: Francesca Randazzo, nonna, Fiorella Marino, cugina, Agostino Galici cugino acquisito, più i parenti in visita giunti proprio alle h. 11:45 ora della sparizione.

I rapitori hanno agito non in un deserto, quindi rischiando molto, eppure invisibili agli occhi di tutte queste persone.

Antonino Pipitone detto Toni: ""Io sono tornato a casa alle 12.10 e la stavano già cercando. L'ultima volta è stata vista alle 11.30 circa. Stava giocando con i cugini e i parenti stretti: così mi è stato riferito. Subito abbiamo lanciato l'allarme e sono arrivati i carabinieri. Ho preso la macchina e ho cominciato a girare per Mazara, per cercarla. Andavo in giro a caso, per tutte le strade. Le piste seguite all'inizio erano tante. L'hanno cercata nei pozzi, tra le famiglie rom, nelle campagne. Sicuramente l'indagine non è stata organizzata nel migliore dei modi".

Piera Maggio: "Alle 12.30 mi arriva una telefonata da Piero Pulizzi e mi dice 'guarda che stanno cercando Denise' e io non capivo che cosa stesse accadendo. Io gli dissi immediatamente 'vai a vedere dove sono tua moglie e tua figlia', perché la mia impressione è stata quella. Ho detto fin dal primo momento ai Carabinieri quali erano i miei sospetti su Anna Corona e Jessica Pulizzi". Piera Maggio ha poi ricordato come ha conosciuto il padre naturale di Denise - spiegando che la nascita della bimba ''fu voluta''. Alla domanda del pm sul perché non abbia detto subito chi fosse il vero padre naturale di Denise, cioé Piero Pulizzi e non il marito Toni Pipitone, ha risposto: "Ero convinta che da lì a poco mi avrebbero fatto trovare Denise. Non volevo rovinare il mio rapporto matrimoniale con Tony.


Ecco la tragica protagonista di questa indagine con la sua bambina e Piero Pulizzi, che abbiamo introdotto nella narrazione attraverso la testimonianza di Piera Maggio stessa resa davanti al Giudice durante il processo effettuato contro Jessica Pulizzi, figlia legittima di Piero Pulizzi.

La donna dichiara che la bimba ''fu voluta'', con visibile contraddizione quando afferma "Non volevo rovinare il mio rapporto matrimoniale con Toni". Ci si chiede infatti come il "desiderio di non rovinare il suo matrimonio con il padre di Kevin" possa andare d'accordo con "la VOLONTA' da lei espressa di generare un figlio con Piero Pulizzi", facendolo passare ad Antonino Pipitone come figlio suo.

La foto insieme, fatta quando Antonino Pipitone ha dichiarato non sapere nulla della relazione adulterina di sua moglie con Pulizzi, testimonia del riconoscimento da parte del Pulizzi di tale paternità biologica.

Piera Maggio ha confessato al marito del suo adulterio e dell'inganno sulla paternità di Denise al momento della sua scomparsa. Lo ha fatto nella convinzione che le autrici di tale scomparsa non potevano che essere l'ex moglie di Piero Pulizzi e la figlia maggiore della coppia Jessica, le quali sapevano della relazione e ritenevano Piera Maggio la causa della fine del matrimonio Piero Pulizzi - Anna Corona.

Antonino Pipitone, ex marito di Piera Maggio, nella sua deposizione al processo contro Jessica Pulizzi, ha riferito un episodio al quale ha assistito: “Mia moglie aveva ragioni di dissidio con Anna Corona. Nell'estate 2004, ho visto, da lontano, una discussione tra mia moglie, mio suocero e Anna Corona. Mio suocero mi disse che Corona gli aveva detto che li avrebbe fatti soffrire come aveva sofferto lei per quattro anni. Non conoscevo il motivo della minaccia”.

Indubbiamente è strano che Toni Pipitone non avesse mai avuto alcun sentore dei motivi che spingevano Anna Corona a manifestare il suo rancore a sua moglie, addirittura davanti al padre di lei, senza fare mistero del motivo ma dicendolo a chiare lettere. Anche la sorella di Piera, Giacoma, sapeva che Denise non era figlia del marito bensì figlia di Piero Pulizzi, tanto è vero che il Pulizzi fu avvertito della sparizione della bimba proprio da Giacoma.

Piero Pulizzi davanti al Giudice: “Fu Giacoma Maggio a dirmi, al telefono, che era scomparsa Denise. Mi disse di chiamare Piera, affinché questa chiamasse la polizia. La prima cosa che ho fatto è stata quella di cercare a casa mia perché mia figlia Jessica, sulla quale avevo i principali sospetti, quando litigava con sua madre veniva ad abitare con me. Ho guardato anche dentro il pozzo. Quindi, con Pino Pace, sono andato a vedere dove lavorava Anna Corona, che spesso andava in giro con una mia foto da piccolo per far vedere a tutti che Denise mi somigliava. Non mi sarei mai aspettato che qualcuno potesse fare una mostruosità del genere. Ho cercato anche presso i rom che erano a Mazara del Vallo”.

Pino Pace è il Vigile Urbano compagno di Giacoma Maggio.

Questo intreccio di rapporti lascia perplessi. Ad esempio  Agostino Galici, marito della Cugina di Denise Fiorella Marino, che aveva portato Denise a spasso con sé quella mattina, dichiara al Giudice che per strada ha incontrato Piero Pulizzi ma che non sapeva che egli fosse il padre della bimba.

Toni Pipitone non sa, Agostino che abita nella casa da dove è sparita la bimba non sa, ma sua suocera Giacoma, sorella di Piera, sa fino al punto di avvertire Piero Pulizzi della sparizione e di avvisare sua sorella Piera che chiami la Polizia.

Kevin, il figlio maggiore di Piera Maggio non sa nulla. Al processo intentato contro Jessica Pulizzi  ha poi dichiarato di avere saputo dalla madre che sua sorella era figlia di Piero Pulizzi ''circa 6 mesi o un anno dopo la scomparsa". E quella notizia venne presa "malissimo".

E Anna Corona, chiamata in ballo dalla madre di Denise sa che la bimba è sparita?

La donna è al lavoro nella lavanderia di un Albergo di Mazara, l'Hotel Ruggero II, e deve lavorare fino alle h. 15:30. Ma poco dopo le h. 12:00 riceve una telefonata e deve andare via urgentemente, chiede dunque ad una sua collega di coprirla e la collega lo farà mettendo alle h. 15:30 una firma per lei.

Questo aspetto può essere letto a sfavore della donna in ordine ai sospetti che Piera Maggio ha indirizzato su di lei, ma anche a favore, secondo due ipotesi diverse.

Ipotesi 1 - Qualcuno l'ha avvertita della sparizione della bambina e questo evento l'ha spinta a lasciare il lavoro e ad avvisare sua madre, Antonietta Lo Cicero, alle h. 12:17 di andare a casa dalle figlie mentre lei stava arrivando? Le figlie, Jessica anni 17 e Alice 13, hanno chiamato la madre per dirle di avere con loro Denise? Dopo di che le ha raggiunte a casa e ha provveduto a far sparire la bambina? In questo caso la nonna delle due ragazzine è a conoscenza del fatto che il rapimento è ascrivibile a loro, almeno in una prima fase. Ma non potrebbe esserle ignoto il fatto che della sparizione definitiva, comunque compiuta, ha responsabilità sua figlia Anna.

Ipotesi 2 - Non è esatto, come ha scritto qualcuno, che subito dopo le h. 12:00, orario in cui Anna Corona ha ricevuto la telefonata che l'ha indotta a lasciare il posto di lavoro, non si sapesse ancora della scomparsa di Denise. La prova è che alle h. 12:30 Piero Pulizzi lo sapeva già e ha chiamato Piera Maggio dicendo "la stanno cercando"; Toni Pipitone ha detto che è rientrato alle h. 12:10 e "già la stavano cercando", dunque in un ambiente in cui la gente si conosceva la notizia può essere passata di bocca in bocca e, sapendo che Anna aveva la fissa sul problema che quella bambina somigliava a suo marito, qualcuno può aver pensato che la cosa poteva essere di suo interesse. Ma perché precipitarsi fuori e chiamare sua madre a proteggere le sue due figlie? Temeva che l'odio di Jessica verso Piera Maggio, sempre platealmente manifestato, potesse esporla al sospetto?

Arrivata a casa sono arrivati i Carabinieri che volevano parlare con lei. Senza alcun mandato di perquisizione, ma inviati lì, nell'immediato, indirizzati dai sospetti espressi da Piera Maggio. Su questo episodio ancora oggi, dopo due processi e una sentenza della Cassazione, si tende a ricamare.

Ho sentito mille volte questo fatto, descritto sempre in versioni simili o diverse. La sintesi che ne ho ricavato io è la seguente: i Carabinieri entrano nell'androne dove è scesa Anna Corona visto che hanno chiesto di lei. Le dicono che vogliono parlarle, lei si dice disponibile dopo aver saputo la ragione della loro visita. La vicina ha la porta aperta del suo appartamento che da sull'androne e assiste alla scena incuriosita. Riferisce che Anna fa un gesto con il braccio chiedendo se vogliono salire. I Carabinieri fanno capire che non serve, vogliono solo parlarle, allora Anna dice alla vicina se possono accomodarsi da lei visto che debbono solo parlare. I Carabinieri entrano ben coscienti di essere in un appartamento non abitato da Anna, sia perché questa entrando chiede "Permesso" alla vicina che li ospita, sia perché uno dei Carabinieri conosce la signora che li ha fatti entrare in casa sua, anche per i ritratti di suoi parenti appesi al muro che il Carabiniere in questione conosce, come capita nei piccoli centri in cui la conoscenza è più facile.

Nonostante questi particolari siano stati più volte ribaditi dalla vicina stessa, anche in interviste video, giornalisti o pseudo tali continuano a riportare l'episodio come una intenzionale scelta di Anna Corona per non far salire i Carabinieri in casa dove sarebbe stata custodita Denise.

La prima domanda che mi faccio è come hanno fatto le due ragazzine, Jessica ed Alice, che erano andate insieme al mercatino settimanale del mercoledì distante circa mezzo chilometro dal punto in cui è sparita Denise, a portarsela via. A piedi? Jessica aveva un motorino? Può aver caricato Denise sul motorino nell'attimo in cui è rimasta sola sul marciapiede della sua casa insieme a sua sorella Alice? Tutte e tre? Nessuno mai ha scritto nulla su un particolare logico approfondendolo. Leggo solo supposizioni senza definire i particolari di come sarebbe avvenuto codesto rapimento.

Supposizioni, interpretazioni, senza definire un quadro minutamente logico di come si sarebbero svolti i fatti su cui in seguito, anni dopo, è stato istituito un processo. 

E' iniziato un carnevale condito di lacrimucce delle solite donnette dei talk show che dura indecentemente da 17 anni, gente che su questa tragedia di una povera bimba ci mangia alla grande, con chiacchiere vane che ripetono sempre le stesse cose, spettacolarizzazioni mediatiche senza senso appena logico, mentre mandano la pubblicità, sia in TV che sui giornali: più viscere smuovono più guadagnano! 

Anche la trasmissione "Chi l'ha visto", la più seria da sempre, ha iniziato a gettare suggestioni che dicono tutto e non dicono niente, con fatti che, non dando un quadro sia pure ipotetico di eventi possibili, rendono tale ipotetico quadro confuso e contraddittorio.

Vado ad alcuni esempi. Mentre si interpreta la visita dei Carabinieri in casa di Anna nell'immediato come la possibilità che la bimba fosse in casa di Anna, dall'altra si descrive la donna vista al volante di un'auto, sembra Ford Fiesta, subito dopo la sparizione della bimba, come con colore di capelli simile ad un'amica di Anna, ipotizzando quindi che fosse la rapitrice che fuggiva precipitosamente dal luogo del misfatto. "auto scura, forse una Ford Fiesta vecchio modello, sembra guidata da una donna, secondo un testimone il 1 settembre avrebbe investito a forte velocità un marciapiede a circa duecento metri da via La Bruna, allontanandosi subito dopo senza fermarsi."

Allora mettiamoci d'accordo: Denise era in quell'auto diretta in Via Salemi, direzione lontana dalla casa di Via Pirandello dove abitava Anna con le figlie, rapita da una che somigliava all'amica di Anna (per suo conto mentre Anna era al lavoro?), oppure l'avevano presa Jessica ed Alice mentre tornavano dal mercatino e l'hanno portata a casa dove poi la madre volutamente non ha fatto salire i Carabinieri?

Sono flash non legati fra loro che creano suggestioni nelle menti prive di logica di spettatori superficiali a cui un giornalismo di infimo ordine non si cura di dare un quadro realistico, sia pure ipotetico.

Anche "Chi l'ha visto" purtroppo recentemente ha gettato lì alcune di queste suggestioni che aprono a ipotetiche possibilità nessuna che corrisponda però ad un quadro credibile: Claudio Corona, fratello di Anna, sarebbe un informatore della Polizia, legato ad ambienti mafiosi e per questo con possibilità di influenzare, mestare, le indagini. Vabbè, ma può un informatore mezzo mafioso arrivare a far sparire Denise e mettere sotto scacco tutti i magistrati che si sono occupati di questo caso? 

Recentemente l'ex Procuratore di Marsala che si è occupato del caso dal 2008 ha fatto una dichiarazione grave, visto che Jessica è stata assolta per mancanza di prove che potessero suffragare l'accusa e la madre, mai rinviata a giudizio, è stata definitivamente prosciolta dall'indagine nel 2013. Di Pisa ha detto: "Secondo me quelle due donne sono capaci di tutto." E' una sua personale impressione, visto che fu lui a ricorrere in Appello contro la prima assoluzione di Jessica in Assise, ma anche i giudici di Appello l'assolsero di nuovo. Di Pisa, nella medesima circostanza, ha detto di nutrire dubbi anche sulla figura di Piero Pulizzi.

Il 18 ottobre 2004 un telespettatore di "Chi l'ha visto?", guardia giurata per un istituto di vigilanza, ha notato davanti alla banca di Milano dove prestava servizio un gruppo di nomadi, un uomo, due donne e tre bambini. Uno di questi, una bambina che somigliava a Denise Pipitone, aveva il capo coperto dal cappuccio di un giubbotto nonostante la giornata calda. Il gruppo si è allontanato prima dell'arrivo della volante della Polizia, prontamente avvertita, nonostante che l'uomo abbia cercato di intrattenere la bimba. La guardia giurata ha comunque fatto in tempo a registrare alcune immagini con il suo cellulare. In uno dei video, subito consegnati agli inquirenti, si sente una donna che dice alla bimba "Danàs" e lei che risponde "Dove mi porti?". Uno dei documenti filmati, della durata di pochi secondi, pervenuto anche a "Chi l'ha visto?", è stato mostrato per la prima volta dal TG3 della Rai la sera di domenica 20 marzo, il giorno dopo che la madre di Denise Pipitone aveva dichiarato alla stampa di essersi convinta che la bambina ripresa era sua figlia. Durante la trasmissione è intervenuta telefonicamente la guardia giurata dicendo che se avesse avuto la certezza che quella bambina era Denise sarebbe intervenuto, senza curarsi dei rischi personali che correva. La madre di Denise ha chiamato a sua volta ringraziando l'uomo e dicendo di comprendere la situazione in cui si è trovato. "Per me quella è Denise", ha detto la signora, precisando di essersi convinta definitivamente della somiglianza dopo l'elaborazione delle immagini del video da parte degli specialisti e ricordando che ad agosto la figlia si era procurato un graffio sulla guancia sinistra come quello notato dalla guardia giurata.

Ancora oggi quel video è l'unica certezza, forse, che quella bimba sia Denise.

Ma allora che senso ha riportare ancora ed ancora le seguenti intercettazioni come prove del coinvolgimento di Anna Corona e le sue figlie per il male fatto a Denise?

L'ispettore di polizia Vincenzo Todaro,  tra l'ottobre e il novembre 2004 coordinava una delle sale d'ascolto delle intercettazioni, sull'intercettazione ambientale effettuata sullo scooter di Jessica Pulizzi il 24 novembre 2004. Durante l'intercettazione, intorno alle 19:30, si sentono due voci maschili. Una dice: “Va pigghia a Denise, ma Peppe chi ti rissi?” (“Vai a prendere Denise, ma Peppe che ti ha detto”) e l'altra rispondere: “Ma dunni l'ha purtari?” (“Ma dove la devo portare?”). L'intercettazione fu effettuata a Mazara, in via Pirandello, davanti l'abitazione di Pulizzi. “L'indomani - ha detto l'ispettore Todaro - abbiamo svolto attività di riscontro per vedere se in zona c'erano altre bambine che si chiamavano Denise. Dagli accertamenti fatti al Comune di Mazara del Vallo abbiamo scoperto diverse Denise. Abbiamo sentito 13 genitori, tutti papà, per vedere se qualcuno la sera prima erano prima passati da via Pirandello e tutti hanno risposto negativamente”.

Allora mettiamoci d'accordo: speriamo che il 18 ottobre 2004 Denise fosse la bambina del video oppure no?

Denise dunque era a Milano con gli zingari il 18 ottobre 2004 oppure fra ottobre e novembre 2004 era ancora a Mazara e dobbiamo dare un senso a codeste intercettazioni? “Vai a prendere Denise, ma Peppe che ti ha detto” “Ma dove la devo portare?” Il 24 novembre 2004!!!

Fate pace con il cervello. O è la bambina di Milano e quelle intercettazioni significano altro, oppure la bambina del video NON è Denise e allora è legittimo sospettare ancora.

Di certo Denise non ha il dono dell'ubiquità.

E in questo saltare da un episodio all'altro senza arrivare ad un quadro logico, il giornalismo, che cerca solo "l'effetto viscere e niente cervello" per avere audience e guadagnare ascolti e pubblicità, va a suonare alla porta dell'incauta collega di Anna Corona a cui questa si rivolse per essere coperta con una firma dovendo uscire di corsa dal lavoro a seguito di una telefonata ricevuta. La donna, comprensibilmente impaurita dal protrarsi di una storia che l'ha coinvolta suo malgrado, per aver fatto quello che in Italia viene chiamato il gesto dei "furbetti del cartellino", ha ripetuto alla cronista dalla porta semiaperta di casa sua che "lei ha messo la firma ma non l'ora, e non sa a che ora sia uscita Anna Corona". E' evidente che la donna, dopo essere stata scoperta per il clamore della sparizione di una bambina nell'aver compiuto un gesto illegale, se ne è amaramente pentita e sicuramente ha pagato tale gesto sia nel lavoro sia per aver dovuto pagarsi un avvocato ed aver dovuto deporre nei processi a Jessica. Dopo 17 anni si difende dicendo quanto riportato. All'epoca avranno sicuramente fatto una perizia calligrafica sulla firma e su quel 15:30 che era l'ora di fine servizio, e l'avvocato della collega di Anna Corona da bravo legale le avrà consigliato di omettere di aver scritto anche l'ora, alleggerendo così la sua posizione.

Ma tutto questo cosa dimostra per la cronista e i responsabili di quella trasmissione che campa su frammenti non legati fra loro da logica? Né ci si può aspettare da menti che scrivono commenti atroci contro Anna Corona e Jessica Pulizzi che applichino la logica: Anna, è dimostrato da prova tecnica nel processo, ha telefonato alla madre pregandola di andare a casa sua dalle figlie alle h. 12:17. Dunque a quell'ora era nell'Albergo al lavoro. Che importanza può avere dunque a che ora è uscita? E' acclarato che è uscita prima dell'orario dovuto, ma comunque dopo le h. 12:17. Quando la bambina "era già sparita e la stavano cercando."