Una delle poche trasmissioni RAI che sono gradevoli da seguire e che ti lasciano qualcosa di positivo è GEO, condotta dalla dolce Sveva Sagramola.
Oggi con la regia di Silvia Fraticelli, bella biondina che giocava con i miei figli da bambini per i boschi e i prati di Rocca Priora, ci hanno portato a Campotosto, in Abruzzo, dove tanti anni fa hanno costruito delle dighe e un lago artificiale e dove ho dei ricordi.
Una archeologa nativa di Campotosto, invece di dedicarsi agli scavi, si è dedicata alla ricerca di un artigianato autoctono e, con l'aiuto di anziane parenti e signore locali, ha riscoperto l'arte di antiche tessiture domestiche.
A Campotosto c'è già una coltre di neve e la dottoressa-tessitrice, insieme all'aiutante Fosca, ci hanno fatto entrare nel loro Laboratorio-negozio dove hanno installato un antico telaio e dove ci hanno mostrato una parte delle bellissime e variegate produzioni del loro artigianato: coperte e tessuti vari, abiti e addirittura dolci di stoffa tessuta che sembravano veri!
Non è facile comporre l'ordito ma nemmeno tessere, ed io lo so bene perché la mia mamma, classe 1909, nata in Accumoli che non è molto lontano da Campotosto, tanto è vero che era abruzzese ed era in provincia di L'Aquila quando nacque la mia mamma, divenuto poi laziale quando Mussolini creò la provincia di Rieti, tesseva con un telaio proprio come quello visto nel filmato di Geo.
Mi raccontava che aveva tessuto su quel telaio tutto il suo corredo da sposa: lenzuola di canapa e coperte di lana. Una, a disegni rossi e bianco ecru geometrici, è durata fino al 1970... Fra i teli tessuti ripiegati sugli scaffali del Laboratorio della Archeologa tessitrice mi è sembrato di intravvedere un disegno simile a quella coperta... Sono disegni antichi che appartengono a quelle zone dove 60 anni fa sono stata dormendo nella casa, che affacciava proprio sopra le acque del lago, di una cugina di mio padre...
Mia madre mi raccontava di quanto era stato faticoso, per una ragazza magra come era lei, tessere per mesi con quel telaio che mi mostrò, ormai inusato da anni, in una cantina a livello strada della sua casa natale. Mi colpì perché era davvero pesantissimo, di legno... Molto somigliante a quello visto oggi nel servizio di Campotosto.
E mi si stringe un poco il cuore a immaginare quella ragazza magra che dimagrì ancor di più muovendo avanti e indietro l'asse del pesante telaio per poter realizzare il suo corredo di sposa...
Altri ricordi di Campotosto: durante quel breve soggiorno nella casa della cugina di mio padre era ospite un suo zio d'America, influenzato a letto.
Era tornato dopo tanti anni vissuti negli USA dove era emigrato fuggendo dopo un fatto romantico e cruento insieme. Le figlie della cugina di mio padre, Angelica e Maria, mi raccontarono la sua storia con rispetto e pudore... Egli amava tanto una giovane del suo stesso paese, Campotosto, ma uno zio di lei si opponeva irragionevolmente ed egli durante una lite lo ferì con un coltello. Quelli non erano luoghi dove era frequente la violenza, tutt'altro, e la cosa fece un grande scalpore. Egli fuggì, riparò negli USA e non poté più rivedere l'amata andata in sposa ad un altro. Ora, disse con un sorriso pudico la cugina di papà, ha voluto vedere la figlia dell'amata che è morta e la chiamava con il suo nome perché le somiglia...
Angelica è morta tanti anni fa.. Maria emigrò in Canada.. Gli ultimi contatti li ebbi con Maria quando mi sono sposata: era il 1965...