Non avevo mai letto prima l'Autore dei racconti de "Il Commissario Ricciardi", dunque non lo conoscevo come scrittore e si sa che la trasposizione filmica della scrittura è altra cosa.
I racconti televisivi con protagonista un giovane e bravo attore come Lino Guanciale mi sono piaciuti molto, proprio grazie agli interpreti, bravissimi, alla regia, e alla sceneggiatura che, oltre allo scrittore, ha ricevuto l'apporto di altre tre persone.
Maurizio De Giovanni è uno scrittore di successo, pubblicato da importanti editori, ma questo, lo so per aver letto tante inutili schifezze pubblicate da importanti editori, non vuol dire niente.
Scrittori di successo delle epoche passate sono finiti nell'oblio come meritavano e Grandi della letteratura ebbero vite travagliate da incomprensioni e mancati riconoscimenti in vita, ma quello che hanno scritto rimane anche per le generazioni future.
"L'equazione del cuore" mi è stato regalato, l'ho letto, e su IBS ne ho dato un giudizio pessimo, seguendone un altro identico scritto prima di me da un altro commentatore.
Maurizio De Giovanni sa scrivere, vorrei essere chiara, scrive sintatticamente bene, ma non trasmette alcuna emozione, anche se la materia affrontata dovrebbe farlo e forse in questo studiato racconto voleva farlo. Ma non ci riesce né punto né poco.
Riflettevo che se avessi letto un racconto del genere qualche decennio fa avrei trovato i personaggi forzati e non realistici, ma l'esperienza di vita mi ha svelato di giorno in giorno che non c'è fine nella scoperta delle psicologie più assurde, distorte, ignobili e vili. Dunque tutto è possibile: un padre arido ed egoista, un uomo asociale e anaffettivo, una baby-sitter affezionata, una donna fortunatissima nel matrimonio con un uomo ricco, innamorato, buono, fiducioso, colto ed educatissimo che però lei tradisce in modo volgare, senza pentimento né vergogna, con un extracomunitario la cui dote è un bel sorriso e che gira pettinato con il codino...
Può accadere, può accadre di tutto, ormai lo so. Non c'è limite alla bruttezza dell'animo umano.
Ma qui ci sono delle forzature: la figlia fedigrafa decide di rivelare al marito le corna in auto, di sera, mentre rientrano a casa con il loro bambino in auto. Non in un momento di impeto, bensì dopo averci pensato e riflettuto. Per cui viene da pensare che oltre che troia, la figlia fortunata del protagonista, è pure totalmente irresponsabile e scema. Perché non nella solitudine della loro stanza e senza il bambino presente?
Il marito che sta guidando finisce contro un camion ed è la fine per tutti, bambino compreso.
La baby-sitter dell'Est è laureata (e che te lo dico a fà), ed è appassionatamente attaccata al bambino in fin di vita. Lo ama più di sua madre che ne ha provocato quella fine.
La storia si dipana con questo professore di Scuola che insegnava Matematica nei Licei, che poco più che ventenne "era una promessa fulgida della ricerca universitaria", a cui ha scelto di rinunciare per guadagnare dato che la fidanzata è rimasta incinta della futura sciagurata figlia. E qui c'è l'unico accenno realistico: che se rimani all'università muori di fame attendendo decenni per avere un reddito decente.
Questo professore, che l'unica cosa che ha saputo fare nella vita è insegnare e bocciare senza particolari sentimenti verso i suoi studenti, viene descritto da De Giovanni quasi come una persona superiore, in fondo, perché pesca tutto il giorno ormai in pensione e vive in un'isola partenopea. Mentre la noia che ha avvolto sua figlia fino all'adulterio con un uomo inferiore a suo marito è dovuta al clima della cittadina del nord Italia, dove non ci sono i colori e la luce partenopea in cui è cresciuta! Povera anima! Nemmeno fosse finita a vivere in Siberia! Nevica sempre o piove in codesta cittadina!
A Napoli e dintorni quindi non ci sono cornuti: se ne desume.
Infine l'essere superiore che vede il mondo solo attraverso la Matematica chissà che Teorema avrebbe potuto inventare se fosse rimasto all'Università!
Ebbene, la Matematica è l'unica Ricerca che ha bisogno solo di penna e carta per creare ed ideare, oltre ad un PC e qualche software, e il genio mancato, qualora tale, avrebbe avuto tutti gli strumenti per dimostrarlo anche a casa.
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