Il caso della signora Liliana Resinovich, ritrovata cadavere a Trieste dentro un folto boschetto facente parte del parco dell'ex Ospedale Psichiatrico, mi ha fatto pensare al tristissimo caso di Mario Biondo a cui ho dedicato già un post su questo Blog.
http://www.ritacoltelleselibripoesie.com/2021/04/blog-post.html
La similitudine sta che nel caso di Liliana, ancora sotto indagine, si parla di possibile suicidio come un Tribunale spagnolo ha invece già decretato che lo sia stato nel caso di Mario Biondo, pur essendo in entrambi i casi due stranissime modalità suicidarie, al limite dell'irreale.
Liliana si sarebbe suicidata andando a piedi da casa sua (giacché non risultano auto parcheggiate nei paraggi che possano essere fatte risalire a lei) al posto dove è stata ritrovata cadavere, percorrendo un tratto di strada che Google Maps da percorribile in circa 22 minuti. Dopo di che, avendo portato con sé l'attrezzatura per il suicidio costituita da due grandi sacchi neri in plastica uso rifiuti e due più piccoli, avrebbe infilato il suo corpo dalle gambe dentro uno dei sacchi neri, avrebbe poi infilato dalla testa il secondo sacco nero tenendo con una mano i due sacchi più piccoli e da dentro questa gabbia in plastica che ne limitava i gesti sarebbe riuscita a calzare in testa i due sacchi più piccoli stringendoseli alla gola fino a morire soffocata.
Il giornalismo ignorante di cui disponiamo in abbondanza scrive che dal risultato dell'autopsia risulta che la causa della morte è da attribuirsi a ‘scompenso cardiaco acuto’.
Il Medico che ho in famiglia mi dice che in ogni morte c'è scompenso cardiaco acuto: aggiunge ironicamente che nel morire il cuore si ferma e questo si chiama scompenso cardiaco acuto.
Dato che aveva ben due sacchetti infilati in testa e fissati al collo gli inquirenti, cautissimi, hanno aggiunto che "forse è morta per soffocamento" e non respirando, aggiungiamo noi pensanti, è intervenuto lo ‘scompenso cardiaco acuto’...
Questo può essere un suicidio?
Con la stessa ipotesi realistica di quello attribuito a Mario Biondo. Non ripeto quanto riportato nel post a lui dedicato di cui ho dato in questo post il link: un uomo del peso di almeno Kg. 80 appeso con una sciarpa senza nodo scorsoio ad una libreria in cui appaiono innumerevoli ninnoli per soprammobili sugli scaffali di cui non ne è caduto nemmeno uno! Per morire impiccati (senza nodo scorsoio (?)) il corpo ha degli spasmi, delle contratture, ma i ninnoli non si sono mossi.
La ricostruzione nel caso di Liliana come in quello di Mario Biondo, se non si vuole passare per pazzi fuori dalla realtà, deve necessariamente essere un'altra e non è nemmeno difficile ricostruire la trama gialla che ha portato chi li ha uccisi a decidere di farlo, sia nel caso dell'una come nel caso dell'altro.
In un caso, quello di Liliana, il lavoretto l'ha fatto in prima persona chi si riteneva da lei danneggiato, nel caso di Mario Biondo qualcuno ha fatto il lavoretto per chi temeva quello che Mario aveva scoperto, qualcosa che avrebbe danneggiato la sua immagine e carriera, qualcuno che aveva relazioni con gente che ne sarebbe stata a sua volta coinvolta e che aveva i mezzi per rendere l'inchiesta sulla morte del giovane ridicola e piena di inspiegabili lacune.
E' tutto così chiaro che sarebbe ottimo materiale per scrivere due realistiche novelle gialle.
https://www.blogsicilia.it/palermo/mario-biondo-madrid-mistero-riaperto/589924/