Sono nata nel 1946 e sono testimone del mio tempo.
Nel tempo della mia gioventù erano rari fatti di cronaca che riguardassero genitori che si uccidevano uccidendo anche i figli, ed erano in assoluta prevalenza donne. Per questo si richiamava il tragico mito di Medea che uccise i figli per punire Giasone, loro padre.
La nostra Società si è involuta in modo barbarico e assistiamo all'orrore di ripetuti fatti atroci in cui uomini uccidono i propri figli per punire la madre che vuole separarsi da loro.
E' evidente che l'evoluzione della emancipazione della donna rispetto ai lacci che la legavano fino almeno agli anni '70 del secolo scorso ha fatto perdere all'uomo il predominio su di lei, il quale si basava su diversi fattori:
1) Il fattore economico. La donna spesso si sposava accettando di rimanere a casa a curare la famiglia, lavorando solo in caso di vero bisogno economico. C'erano le eccezioni delle donne della borghesia che, riuscendo a conseguire una laurea, si dedicavano ad una professione; la dipendenza economica della donna casalinga, nel caso in cui il marito intrecciasse relazioni adulterine, la rendeva succube, soprattutto in presenza della prole, consegnandola alla depressione che, in casi per fortuna rari, faceva sì che si gettasse dalla finestra con il figlio oppure cercasse di annegarsi con il proprio bambino. Non erano atti punitivi verso l'uomo che in parte, essendoci una forte componente depressiva.
2) Il fattore sessuale. La donna era condizionata da una cultura sessista in cui la libertà sessuale consentita all'uomo era negata con riprovazione sociale alla donna. Tutto nasceva dal fatto che l'eventuale frutto di questa libertà rimaneva comunque alla donna per un fatto biologico da cui l'ha liberata la pillola anticoncezionale che venne in uso proprio negli anni '70.
Il disdoro sociale verso la donna "separata" si è estinto ed ora la donna è libera di scegliere come vivere senza più codesti condizionamenti.
Privato di questi privilegi l'uomo si è trovato a dover costruire un rapporto paritario. La menti più deboli, prive di questi vantaggi sulla donna, non hanno saputo reggere accettando fino in fondo questa realtà.
La conseguenza sono le reazioni abnormi come l'aumento degli omicidi che vedono vittime le donne per mano dei loro fidanzati, mariti, amanti, conviventi. Tanto dall'aver coniato, la società, il termine, brutto, di "femminicidio".
Ma lo spirito vendicativo di questo maschio psichicamente debole arriva, in troppi fatti registrati negli ultimi anni, alla mattanza di creature innocenti viste dal padre non come entità a sé stanti, da amare di un amore paterno che deve superare quello per sé, per il proprio ego, ma come "cose" oggetto di contrattazione fra il proprio frustrato "sé" e il mondo esterno autore della sua frustrazione, del suo fallimento esistenziale, unico "oggetto" di cui disporre per punire chi lo ha distrutto o lo sta distruggendo: e "rompe", distrugge "l'oggetto", che sono persone con un proprio pensiero e propri sentimenti, di cui però il Medeo non percepisce nulla, niente gli importa della loro sofferenza, del loro dolore fisico e morale, della loro paura, tutto preso come è della propria. E vigliaccamente, invece di uccidere la donna che si sottrae ad una vita infelice accanto a lui, trucida i propri figli negando loro la vita che, insieme alla madre, ha contribuito a dare loro.
E' una orribile ferita socio-psichiatrica che si ripete troppo spesso ed è inaccettabile.
24 Marzo 2022 Mesenzana Erano rimasti a dormire a casa del papà
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Viterbo, padre uccide figlio di 10 anni e ferisce gravemente la moglie: arrestato per omicidio. L'uomo, che aveva un divieto di avvicinamento, si è poi barricato in casa minacciando di farla esplodere. Si era allontanato lunedì da un ospedale di Roma, dove era ricoverato per Covid.
CHI FA del male ai bambini, tradendo la loro fiducia e innocenza, merita la pena di morte se non si uccide con le proprie mani.
L'ho scritto per i pedofili ma anche i genitori mostri andrebbero tolti dalla faccia della Terra.
La pena di morte per questi casi è semplicemente Giustizia.