Un bel matrimonio
7^ puntata
Bérnard fece un sorrisetto di circostanza aspettando che il Commissario Roux tirasse fuori dalla busta le foto, senza staccare gli occhi da esse.
Le foto erano a colori e le immagini mostravano in tutta la loro drammaticità il corpo del giovane uomo immerso nella vasca da bagno, le braccia immerse, la testa fuori reclinata su una spalla, le spalle anch'esse appena fuori dall'acqua rossa di sangue, ma non tanto da non mostrare in trasparenza due profondi tagli ai polsi.
"Suicidio! - Disse subito Bérnard. - E' evidente."
Roux non disse parola e rimise le foto nella busta.
"Come sa ho il compito di trattare con la stampa come vogliono in alto, - rise - un problema di meno per voi che avete il vostro da fare nel quotidiano!"
Roux: "Avrà da noi tutte le informazioni che le servono nella massima collaborazione e deciderà lei quali passare alla stampa. Purché tali informazioni non siano di ostacolo alle indagini."
Bérnard: "Può stare tranquillo." Un sorriso, una stretta di mano, e si congedò con grande sollievo di Roux.
Laurie nervosissima attendeva agli Arrivi dell'aeroporto di Nizza la famiglia di Bruno. L'altoparlante aveva già dato da un po' l'avviso dell'atterraggio.
Apparvero insieme: padre, madre e fratello. Si fece loro incontro abbracciandoli senza parole. Pianse con loro, rispose "Non lo so" alle loro sbigottite domande. Vollero subito andare nella casa dove il loro figlio era morto.
Lì giunti si guardarono intorno, disperati guardarono la vasca da bagno dove era stato ritrovato il corpo del loro adorato figlio.
La vedova non sapeva dare loro alcuna spiegazione di quel disperato gesto, né sapevano a maggior ragione darsela loro.
Chiesero quando potevano vedere per l'ultima volta il suo volto e Laurie rispose che bisognava chiedere al Commissario Roux. Dissero che avrebbero alloggiato in albergo, non se la sentivano di rimanere lì e, mentre il fratello di Bruno telefonava all'Hotel per avvisare del loro arrivo, piansero accasciati sul divano del salotto mentre Laurie chiamava il Commissariato per parlare con Roux.
Il Commissario fu gentile, disse che potevano andare già l'indomani mattina presto, poi dovevano passare presso il suo ufficio per le formalità di rito.
Quando li lasciò all'albergo Laurie era sfinita.
Andò a dormire a casa, quella casa dove era stata nubile libera e sola e dove era tornata un giorno felice conducendo con sé Bruno, senza pensare, prospettare, che il passato avrebbe impedito quell'immaginata felicità.
Il mattino dopo fu di buon mattino davanti all'Hotel che ospitava i suoi suoceri. Come le suonava strano dentro di sé chiamarli ancora con quel nome...
I genitori di Bruno sembravano due vecchi, pur essendo due persone ancora belle ed eleganti nonostante l'età. Il fratello era pallidissimo e cercava di sostenere i suoi genitori nonostante la sua evidente sofferenza.
Alla Morgue fu il momento peggiore.
Il personale era stato avvisato dal commissariato e un ispettore di tale istituzione era stato inviato lì da Roux per la bisogna.
Il riconoscimento fu straziante. Laurie si tenne discosta più per preservare sé stessa da questa ennesima prova che per rispetto di quell'estrema intimità di quei poveretti con colui che era stato il loro figlio e fratello.
Infine tutta la sventurata famiglia d'origine di Bruno fu accompagnata con l'auto della Polizia, in cui era l'ispettore, da Roux.
Laurie disse che doveva sbrigare alcune pratiche per il funerale e che si sarebbero visti più tardi.
Il Commissario Roux li ricevette con tutta la delicatezza che il suo mestiere gli aveva insegnato, poi, accertatosi che quelle persone parlavano e capivano benissimo il francese, passò a porre loro delle necessarie domande.
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